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 2009  ottobre 10 Sabato calendario

Mills David

• Mackenzie Oxted (Gran Bretagna) 31 maggio 1944. Avvocato. ”Genio” delle architetture societarie offshore. Il 17 febbraio 2009 fu condannato in primo grado a 4 anni e mezzo di carcere per corruzione in atti giudiziari (condanna confermata in appello il 27 ottobre 2009): secondo la decima sezione penale del Tribunale di Milano, presieduta dalla giudice Nicoletta Gandus, mentì o fu reticente, per proteggere l’imputato Silvio Berlusconi, durante le testimonianze ai processi Gdf-Fininvest del novembre ”97 e All Iberian del gennaio ”98. Il 25 febbraio 2010 la Cassazione dichiarò il reato prescitto (l’accusa era fondata, ma l’imputato non va più condannato per «estinzione del reato»), confermando però il risarcimento di 250 mila euro alla presidenza del Consiglio, costituitasi parte civile quando c’era al governo Romano Prodi. Sposato con Tessa Jowell, che fu ministro con Tony Blair • Fu incastrato da una lettera del 2004 al suo fiscalista «[...] nella quale gli spiegava che da testimone nei processi a Berlusconi aveva ”fatto tricky corners, curve pericolose per tenere Mr. B. fuori da un sacco di guai che gli sarebbero ricaduti addosso se solo avessi detto tutto quello che sapevo”. [...] confessione ai pm milanesi il 18 luglio 2004: ”Nell’ autunno 1999 Carlo Bernasconi (scomparso dirigente Fininvest , ndr) mi disse che Berlusconi, a titolo di riconoscenza per il modo in cui ero riuscito a proteggerlo nel corso delle indagini, aveva deciso di destinare a mio favore una somma di denaro”. [...]» (Luigi Ferrarella, ”Corriere della Sera” 10/10/2009) • «[...] Ecco la storia di quel documento. Sono i primi giorni del febbraio del 2004, e l’avvocato Mills è molto preoccupato. Da qualche tempo gli inglesi stanno effettuando una minuziosa verifica fiscale nei suoi confronti. E lui - come qualsiasi professionista con la finanza dentro gli uffici - è nervoso. Passa e ripassa a mente tutti gli aspetti critici della propria contabilità e si rende conto che qualcosa che non quadra, e che gli investigatori potrebbero trovarla. In particolare si ricorda di non aver pagato le tasse su 600mila euro dategli per interposta persona - come ammetterà in un successivo interrogatorio - da Silvio Berlusconi. Così prende carta e penna e scrive al suo fiscalista, spiegando la situazione e chiedendo consigli. Il problema è che Mills è nel mirino degli inquirenti italiani già da anni e in queste condizioni è sconsigliato lasciare in giro fogli di carta tanto delicati. E infatti quel foglio finisce dove non dovrebbe: sulla scrivania dei pm che, a questo punto, non possono fare altro che sentire a verbale l’autore di quella lettera. il 18 luglio 2004 e Mills viene interrogato. Sul punto è piuttosto chiaro. Quelle somme - dice - mi furono date da Carlo Bernasconi (ex top manager del Biscione, morto nel 2001) per conto di Silvio Berlusconi. Erano un regalo per gli equilibrismi che avrei dovuto fare per svicolare da alcune situazioni difficili che si erano venute a creare. Di quali situazioni si trattasse - secondo la procura di Milano - è abbastanza evidente: proprio in quel periodo Mills era stato chiamato a testimoniare nei due processi contro il premier e su più di un passaggio aveva ”salvato” Berlusconi. Pochi mesi dopo, a complicare il lavoro della procura, ci pensa però lo stesso Mills. il novembre del 2004 e definite nel migliore dei modi le sue pendenze con il fisco inglese l’avvocato redige una memoria difensiva in cui, conti correnti alla mano, smentisce le sue iniziali dichiarazioni. Nessun regalo, quelle somme - dice stavolta - sono riconducibili ad altri clienti italiani di grosso calibro, e non a Silvio Berlusconi. Ma i pm cominciano i dovuti riscontri e ascoltano molti degli imprenditori che avevano rapporti con Mills: tra questi anche Flavio Briatore. Le risposte fornite da Briatore e dagli altri, però, smentiscono Mills. E poi c’è, quasi brutale nella sua chiarezza, quella lettera sul regalo e i tricky corners. Tutto, per la Procura, dice che quella fu una corruzione» (Marco Mensurati, ”la Repubblica” 17/2/2006) • «[...] soltanto nel corso dell’inchiesta nata nel 2001 sulla compravendita dei diritti tv Mediaset, è spuntato dalle righe di un «fax confidenziale» scritto da Mills il 27 novembre 1995. Mills, che nel processo Sme in trasferta a Londra nel 2003 aveva insistito a negare di aver mai parlato con Berlusconi della società All Iberian, sintetizza nel fax agli spaventati soci londinesi del suo studio legale un colloquio telefonico che afferma di aver avuto con Berlusconi due giorni prima. Colloquio nel quale, stando al fax del 1995 e alla lettura che lo stesso Mills ne darà poi quando gli sarà mostrato dai pmnel 2004, Berlusconi affrontò al telefono con Mills la questione dell’accusa di aver illecitamente finanziato Bettino Craxi nel 1991. In maniera ben diversa che in pubblico, ove negava qualunque legame tra Fininvest e All Iberian. ”Quando ho parlato con Berlusconi [...] - scrive [...] Mills il 27 novembre 1995 nel fax ai suoi partner londinesi -, lui ha insistito che le più recenti contestazioni erano motivate politicamente. Sono bombe politiche in Italia perché i giudici di Mani pulite di Milano sono ora in grado di sostenere che Berlusconi deve essere stato dietro questo pagamento a Craxi. Al tempo del pagamento, alla fine del 1991, Craxi non era primo ministro. Quindi l’unica accusa che può essere fatta è che ci fu un contributo a un partito politico che non fu dichiarato. Non c’è contestazione di corruzione perché Craxi non era in carica. Naturalmente in questo Paese non sarebbe assolutamente un reato, come Berlusconi ha insistito a indicarmi”. [...] quando il 18 luglio 2004 i pm mostrano a Mills questo suo fax di 9 anni prima, l’avvocato abbandona la trincea (’Non ho mai parlato con Berlusconi di All Iberian”), difesa dal 1995, per ammettere: ”Ora ricordo una telefonata con Gironi. A un certo punto lui mi passò al telefono Silvio Berlusconi, che mi disse le cose che ho riportato”. L’altra circostanza, che secondo i pm Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale sarebbe stata oggetto della falsa testimonianza di Mills ”comprata” per l’accusa da Berlusconi, verte su due società ”che si voleva rimanessero riservate”, per ”destinare una parte del patrimonio privato di Silvio Berlusconi ai figli del suo primo matrimonio”. Compito che Mills spiega di aver eseguito ideando le società Accent e Timor, poi divenute Century One e Universal One. Nel 2001 la posizione ufficiale della Fininvest era che ”queste società non hanno mai fatto parte del gruppo”. Ma Mills [...] dice ai pm ben altro: ”I beneficiari economici erano rispettivamente Marina e Pier Silvio Berlusconi” (agli atti ci sono peraltro le loro firme sulle contabili), pur se con operatività subordinata al ”consenso di Gironi, Foscale e Confalonieri, che rappresentavano la volontà di Berlusconi”» (L. Fer., ”Corriere della Sera” 29/12/2005).