Giacomo Ferrari, Corriere della sera 9/10/2009, 9 ottobre 2009
Marchionne: Chrysler tornerà a Wall Street- « viva e vegeta, in due anni utile operativo» Ritorno al profitto entro i prossimi due anni
Marchionne: Chrysler tornerà a Wall Street- « viva e vegeta, in due anni utile operativo» Ritorno al profitto entro i prossimi due anni. E, subito dopo, la quotazione in Borsa. Per Chrysler sono questi gli obiettivi indicati ieri da Sergio Marchionne, che ha assunto la guida operativa della casa Usa da quando Fiat ne ha rilevato il controllo. L’amministratore delegato del Lingotto (e della stessa Chrysler) ha delineato il futuro del costruttore di Auburn Hills in una intervista al quotidiano canadese Global and Mail . E intanto, a Mosca, alla presenza di Vladimir Putin, ha firmato l’intesa per la realizzazione di due joint-venture tra la controllata Cnh (Case New Holland) e Kamaz, principale costruttore russo di camion, che punta alla produzione e commercializzazione di circa un migliaio di macchine agricole e per l’edilizia all’anno. L’investimento (alcune decine di milioni di dollari) permetterà non solo di costruire, a partire già dal 2010, mietitrebbiatrici e trattori, ma anche di creare una base industriale che servirà in futuro ad assemblare localmente anche altri prodotti. E in proposito Marchionne ha confidato a Putin di avere un sogno: costruire jeep in Russia. «Le jeep? Sarebbero molto richieste qui da noi», ha prontamente replicato il premier del Cremlino. La parentesi russa non ha tuttavia distolto il top manager del Lingotto dal dossier Chrysler. Alcuni appuntamenti importanti attendono Marchionne: mercoledì 21 ottobre a Torino il consiglio di amministrazione per la trimestrale; il 4 novembre nella sede americana di Auburn Hills la presentazione del piano di rilancio della Chrysler. «Siamo tornati, siamo vivi e vegeti», ha detto in proposito Marchionne. Il rilancio, ha aggiunto, «è più reale che teorico», anche se la precedente gestione non ha sviluppato nuovi prodotti. Sul tema si è espresso, sempre ieri, anche Alfredo Altavilla, amministratore delegato di Powertrain, inaugurando la nuova linea di produzione di cambi nello stabilimento di Verrone (Biella). «Stiamo lavorando – ha detto – per passare dall’attuale 20% di Chrysler al 35% come previsto dagli accordi ». Un passaggio legato appunto al ritorno al profitto, senza iniezione di capitali da parte di Fiat. «Chrysler non ne ha bisogno – ha spiegato Marchionne ”. Sta gestendo bene le proprie risorse». Poi ci sarà lo sbarco a Wall Street. La quotazione è infatti uno sbocco obbligato. Servirà infatti al sindacato Uaw, che attualmente detiene il 55% del capitale ma che non vuole mantenerlo a lungo, per monetizzare la propria quota. In Italia, infine, le novità su Chrysler e l’intesa in Russia hanno rilanciato il titolo Fiat, che ha toccato il nuovo massimo dell’anno a 9,81 euro, con un balzo del 5,09%.