Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 09 Venerdì calendario

Marchionne: Chrysler tornerà a Wall Street- « viva e vegeta, in due anni utile operativo» Ritorno al pro­fitto entro i prossimi due anni

Marchionne: Chrysler tornerà a Wall Street- « viva e vegeta, in due anni utile operativo» Ritorno al pro­fitto entro i prossimi due anni. E, subito dopo, la quotazione in Borsa. Per Chrysler sono questi gli obiettivi indicati ieri da Sergio Marchionne, che ha assunto la guida operativa del­la casa Usa da quando Fiat ne ha rilevato il controllo. L’am­ministratore delegato del Lin­gotto (e della stessa Chrysler) ha delineato il futuro del co­struttore di Auburn Hills in una intervista al quotidiano ca­nadese Global and Mail . E in­tanto, a Mosca, alla presenza di Vladimir Putin, ha firmato l’intesa per la realizzazione di due joint-venture tra la con­trollata Cnh (Case New Hol­land) e Kamaz, principale co­struttore russo di camion, che punta alla produzione e com­mercializzazione di circa un migliaio di macchine agricole e per l’edilizia all’anno. L’investimento (alcune deci­ne di milioni di dollari) per­metterà non solo di costruire, a partire già dal 2010, mieti­trebbiatrici e trattori, ma an­che di creare una base indu­striale che servirà in futuro ad assemblare localmente anche altri prodotti. E in proposito Marchionne ha confidato a Pu­tin di avere un sogno: costrui­re jeep in Russia. «Le jeep? Sa­rebbero molto richieste qui da noi», ha prontamente replica­to il premier del Cremlino. La parentesi russa non ha tuttavia distolto il top mana­ger del Lingotto dal dossier Chrysler. Alcuni appuntamen­ti importanti attendono Mar­chionne: mercoledì 21 ottobre a Torino il consiglio di ammi­nistrazione per la trimestrale; il 4 novembre nella sede ameri­cana di Auburn Hills la presen­tazione del piano di rilancio della Chrysler. «Siamo tornati, siamo vivi e vegeti», ha detto in proposito Marchionne. Il ri­lancio, ha aggiunto, «è più rea­le che teorico», anche se la pre­cedente gestio­ne non ha svilup­pato nuovi pro­dotti. Sul tema si è espresso, sempre ieri, an­che Alfredo Alta­villa, amministratore delegato di Powertrain, inaugurando la nuova linea di produzione di cambi nello stabilimento di Verrone (Biella). «Stiamo lavo­rando – ha detto – per passa­re dall’attuale 20% di Chrysler al 35% come previsto dagli ac­cordi ». Un passaggio legato ap­punto al ritorno al profitto, senza iniezione di capitali da parte di Fiat. «Chrysler non ne ha bisogno – ha spiegato Mar­chionne ”. Sta gestendo bene le proprie risorse». Poi ci sarà lo sbarco a Wall Street. La quotazione è infatti uno sbocco obbligato. Servirà infatti al sindacato Uaw, che at­tualmente detiene il 55% del capitale ma che non vuole mantenerlo a lungo, per mone­tizzare la propria quota. In Italia, infine, le novità su Chrysler e l’intesa in Russia hanno rilanciato il titolo Fiat, che ha toccato il nuovo massi­mo dell’anno a 9,81 euro, con un balzo del 5,09%.