Ubaldo Casotto, il Riformista 9/10/2009, 9 ottobre 2009
Quanti disuguali sotto la legge- Poche cose danno fastidio come la demagogia. Una sottospecie della propaganda che usa a scopi di parte i principi universali
Quanti disuguali sotto la legge- Poche cose danno fastidio come la demagogia. Una sottospecie della propaganda che usa a scopi di parte i principi universali. il caso di molti dei commenti al pronunciamento della Corte costituzionale sul Lodo Alfano: «Finalmente tutti sono uguali davanti alla legge!». Non voglio qui entrare nel merito della decisione della Consulta sull’immunità dovuta o meno alle alte cariche istituzionali, sulla politicità o meno della sua sentenza; voglio però far notare come quell’affermazione con la quale molti l’hanno celebrata sia sostanzialmente falsa. Falsa perché parziale. Dimentica, infatti, la seconda parte del tanto citato articolo 3 della nostra Costituzione. « compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». La smemoratezza di costoro riguarda tutte le leggi che, per rimuovere gli ostacoli all’uguaglianza, istituiscono delle disuguaglianze. Non parlo solo di quanto previsto dalla Costituzione stessa: l’irresponsabilità del Capo dello Stato per gli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, l’insindacabilità delle opinioni dei parlamentari, la necessità di autorizzazione del Parlamento per l’arresto o la perquisizione di uno dei suoi membri; parlo anche della particolare protezione di cui godono i membri della Corte costituzionale, per procedere nei confronti dei quali è necessaria (legge costituzionale numero 1 del 1948) l’autorizzazione della Corte stessa. Parlo del fatto che, grazie a una legge ordinaria, i membri del Consiglio superiore della magistratura godono della prerogativa della insindacabilità per i voti dati e i giudizi espressi nell’esercizio delle funzioni loro attribuite. Ma parlo anche di una legge americana universalmente celebrata come illuminata, l’affermative action, che ha introdotto trattamenti di favore (e quindi di disuguaglianza) nei confronti delle minoranze di colore per eliminare un ostacolo che di fatto impediva l’uguaglianza proclamata come principio. lo stesso principio che anima la promozione di "quote rosa" nella politica, di cui lo scioglimento della giunta provinciale di Taranto è solo l’ultimo esempio. Parlo di quelle esperienze quotidiane di cui siamo tutti testimoni: il parcheggio riservato al disabile (una forma di equità in virtù del suo handicap) alle corsie preferenziali per i taxi (in nome del servizio pubblico svolto da privati cittadini) sulle quali transistano auto della polizia, dei vigili, delle scorte, dei giudici... (sempre in nome del servizio pubblico o del loro prodigarsi per il bene comune). Parlo della sorpresa di sentire affermata in modo così categorico l’esaltazione dell’uguaglianza di fronte alla norma da parte di chi a sinistra che per decenni ha spiegato che davanti alla legge l’operaio «non è» come il padrone, lo sfruttato non come lo sfruttatore, il ladruncolo suburbano non come il tangentaro, lo scioperante che blocca un servizio pubblico non come il commerciante che fa una serrata e l’espropriatore proletario non come il banchiere che ruba i nostri risparmi. Parlo, infine, del fatto che i magistrati non hanno responsabilità civile dei loro atti, nonostante un referendum (non una norma votata a maggioranza semplice dal Parlamento, che sarebbe comunque parimenti lecita) si sia pronunciato in senso contrario nel 1987. Ed è questa forse l’ingiustizia che più brucia. Non che i magistrati siano irresponsabili, ma che l’ultima cosa della quale si tenga contro in questo nostro Paese sia la volontà popolare espressa attraverso il voto libero. Siamo tutti sottoposti alla legge esercitata in nome del popolo o siamo (quasi) tutti sottoposti alla sovrana volontà della magistratura?