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 2009  ottobre 09 Venerdì calendario

IL NOBEL DATO AL VINCITORE E QUELLO NON DATO A PHILIP ROTH


Meno male che a noi rothiani (nel senso di fan di Philip, lo scrittore americano) non manca il buonu­more. Dunque anche quest’anno il più grande scrittore del mondo (non segue di­battito) è stato ignorato dall’Accademia Reale Svedese. Ha vinto Herta Müller (chi­ii?) confermando la vecchia battuta di Giuseppe Pontiggia. Che era la seguente: «Ogni anno ci sono due premi Nobel per la letteratura: quello dato al vincitore e quello non dato a Jorge Luis Borges». Quella battuta noi rothiani l’abbiamo fatta no­stra almeno dal 1991, data di uscita di un capolavoro co­me «Patrimonio: una storia vera», lamento per la morte del padre, di cui appunto so­lo l’Accademia Reale Svede­se non capì la portata.

Tutto ciò che è Accade­mia Reale è irrazionale? Sì, a quanto pa­re. Certo che i Nobelmaker, coloro che as­segnano il celebre premio, hanno tutto il diritto di commettere la follia di ignorare il genio letterario di Roth (tra l’altro riba­dito con costanza micidiale ogni anno: 1995 «Il teatro di Sabbath», 1997 «Pasto­rale americana», 1998 «Ho sposato un co­munista », 2000 «La macchia umana», 2001 «L’animale morente» e così via fino a «Indignazione», 2008). Non c’è mai sta­to nella storia della letteratura un autore che abbia fornito prove di così tanto ta­lento in così stretta sequenza. Però ogni follia che si rispetti deve avere un meto­do. E qui il metodo non si capisce. In ba­se a quali criteri si assegna il Nobel della letteratura? Si segue il criterio, nobilissi­mo, delle quote rosa? Oppure quello, al­trettanto valido, degli anniversari (ad esempio: quest’anno ricorrono i 20 anni dalla Caduta del Muro di Berlino ed è quindi giusto dare il ricono­scimento a una scrittrice te­desca)? O addirittura (come non averci pensato prima?) si persegue un meccanismo perequativo per cui niente Nobel quest’anno a Roth perché gli statunitensi han­no appena avuto un bel pre­sidente come Obama e quin­di non siano ingordi?

Noi rothiani siamo gli ultimi a poter ca­pire le arcane ragioni della Reale Accade­mia. Vogliamo soltanto spiegare a chi non fosse pratico di letteratura cosa signi­fica non dare il Nobel a Roth. Consentite un esempio popolare: è come se Antonio Cassano non fosse titolare fisso della na­zionale di calcio italiana. Comeee? Non lo è?