Giovanni Caprara, Corriere della sera 8/10/2009, 8 ottobre 2009
LUNA BOMBARDATA PER TROVARE L’ACQUA
Domani l’impatto della sonda «kamikaze». Alzerà una nube di 50 chilometri
MILANO – Nel cratere Cabeus A, nel Polo Sud della Luna, si scatenerà l’inferno. Venerdì mattina alle 13.30, ora italiana, un doppio «bombardamento » organizzato dalla Nasa cercherà di raccogliere la prova definitiva a lungo cercata circa l’esistenza o meno di ghiaccio d’acqua sul nostro satellite naturale. Impresa non facile. «Ma se lassù l’acqua c’è la troveremo », afferma senza incertezze Tony Colaprete responsabile scientifico della spedizione al centro Ames della Nasa, in California.
La storia inizia quindici anni fa quando il Pentagono, nell’ambito del programma delle Guerre stellari, lancia verso la Luna la piccola sonda Clementine per collaudare nuovi sistemi di navigazione automatica. A bordo c’era spazio disponibile e così si invitano gli scienziati a proporre qualche strumento da imbarcare gratuitamente. Quando i ricercatori esaminano i dati trasmessi arrivano a una conclusione sorprendente annunciata con grande clamore nel dicembre 1996: nei crateri del Polo Sud perennemente in ombra perché i raggi del Sole non arrivano mai c’è del ghiaccio d’acqua. La prova è indiretta ma credibile e persino il presidente Bill Clinton esalta il grande risultato ottenuto con un veicolo poco costoso. Allora entra in scena la Nasa che vuol vederci chiaro e nel 1998 lancia la sonda Lunar Prospector scandagliando per due anni le zone polari. Arrivando alla stessa conclusione: nel Polo Sud c’è il ghiaccio d’acqua. Con uno spettrometro a neutroni Prospector rileva la presenza dell’idrogeno, considerata la firma dell’acqua. Di recente pure la sonda indiana Chandrayaan- 1 ha raccolto indicazioni analoghe per altre zone del suolo selenico. Ma si tratta sempre di prove indirette talvolta messe in discussione da alcuni scienziati. Per togliere ogni dubbio si immaginava la complessa spedizione che ora arriva al momento della verità.
Nel giugno scorso un razzo Atlas V ha spedito verso il nostro satellite naturale la sonda Lro (Lunar Reconnaissance Orbiter) che è entrata in orbita lunare ed anche la sonda kamikaze «Lcross». Questa è rimasta attaccata all’ultimo stadio del vettore e dopo un cambio d’orbita è volata verso il Polo Sud dove arriverà domattina. Alle 13.30 lo stadio vuoto del razzo di oltre due tonnellate, dopo essersi separato dalla sonda, verrà fatto precipitare alla velocità di 9 mila chilometri orari nel cratere senza sole Cabeus A. L’impatto scaverà un cratere grande quasi la metà di un campo di calcio e solleverà una nube di 350 tonnellate di polvere che si alzerà fino a 50 chilometri sulla superficie. Quattro minuti più tardi in questo inferno polveroso si fionderà la sonda Lcross analizzando direttamente la nube e cercando molecole d’acqua o di idrati. Dall’orbita la sonda «Lro» compirà la stessa analisi a distanza mentre alcuni satelliti intorno alla Terra, tra cui Hubble, e una dozzina di osservatori terrestri, quasi tutti sulle coste del Pacifico, punteranno i loro obiettivi. Se le preziose molecole segnaleranno la loro presenza allora vorrà dire che il ghiaccio d’acqua esiste per davvero. Negli anni passati le sonde Lunar Prospector della Nasa e Smart1 dell’Esa europea venivano fatte cadere sul suolo lunare ma essendo troppo piccole non fornivano alcun risultato.
Il risultato è atteso con ansia perché il presidente Obama nelle prossime settimane dovrà decidere se proseguire il programma destinato a costruire una colonia sulla Luna come aveva stabilito il suo predecessore Bush. L’esistenza del ghiaccio sarà determinante soprattutto perché taglierà i costi del futuro insediamento rendendo tutto più facile. Una curiosità. La Nasa ha dedicato la sonda kamikaze «Lcross» al giornalista da poco scomparso Walter Cronkite, popolare volto delle cronache televisive delle spedizioni lunari Apollo, quarant’anni fa.