Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 08 Giovedì calendario

LUNA BOMBARDATA PER TROVARE L’ACQUA


Domani l’impatto della sonda «kamikaze». Alzerà una nube di 50 chilometri

MILANO – Nel cratere Ca­beus A, nel Polo Sud della Lu­na, si scatenerà l’inferno. Ve­nerdì mattina alle 13.30, ora ita­liana, un doppio «bombarda­mento » organizzato dalla Nasa cercherà di raccogliere la prova definitiva a lungo cercata circa l’esistenza o meno di ghiaccio d’acqua sul nostro satellite na­turale. Impresa non facile. «Ma se lassù l’acqua c’è la trovere­mo », afferma senza incertezze Tony Colaprete responsabile scientifico della spedizione al centro Ames della Nasa, in Cali­fornia.

La storia inizia quindici anni fa quando il Pentagono, nel­l’ambito del programma delle Guerre stellari, lancia verso la Luna la piccola sonda Clementi­ne per collaudare nuovi siste­mi di navigazione automatica. A bordo c’era spazio disponibi­le e così si invitano gli scienzia­ti a proporre qualche strumen­to da imbarcare gratuitamente. Quando i ricercatori esamina­no i dati trasmessi arrivano a una conclusione sorprendente annunciata con grande clamo­re nel dicembre 1996: nei crate­ri del Polo Sud perennemente in ombra perché i raggi del So­le non arrivano mai c’è del ghiaccio d’acqua. La prova è in­diretta ma credibile e persino il presidente Bill Clinton esalta il grande risultato ottenuto con un veicolo poco costoso. Allora entra in scena la Nasa che vuol vederci chiaro e nel 1998 lancia la sonda Lunar Prospector scan­dagliando per due anni le zone polari. Arrivando alla stessa conclusione: nel Polo Sud c’è il ghiaccio d’acqua. Con uno spet­trometro a neutroni Pros­pector rileva la presenza del­l’idrogeno, considerata la fir­ma dell’acqua. Di recente pure la sonda indiana Chandra­yaan- 1 ha raccolto indicazioni analoghe per altre zone del suo­lo selenico. Ma si tratta sempre di prove indirette talvolta mes­se in discussione da alcuni scienziati. Per togliere ogni dubbio si immaginava la com­plessa spedizione che ora arri­va al momento della verità.

Nel giugno scorso un razzo Atlas V ha spedito verso il no­stro satellite naturale la sonda Lro (Lunar Reconnaissance Or­biter) che è entrata in orbita lu­nare ed anche la sonda kamika­ze «Lcross». Questa è rimasta attaccata all’ultimo stadio del vettore e dopo un cambio d’or­bita è volata verso il Polo Sud dove arriverà domattina. Alle 13.30 lo stadio vuoto del razzo di oltre due tonnellate, dopo es­sersi separato dalla sonda, ver­rà fatto precipitare alla velocità di 9 mila chilometri orari nel cratere senza sole Cabeus A. L’impatto scaverà un cratere grande quasi la metà di un cam­po di calcio e solleverà una nu­be di 350 tonnellate di polvere che si alzerà fino a 50 chilome­tri sulla superficie. Quattro mi­nuti più tardi in questo inferno polveroso si fionderà la sonda Lcross analizzando direttamen­te la nube e cercando molecole d’acqua o di idrati. Dall’orbita la sonda «Lro» compirà la stes­sa analisi a distanza mentre al­cuni satelliti intorno alla Terra, tra cui Hubble, e una dozzina di osservatori terrestri, quasi tutti sulle coste del Pacifico, punteranno i loro obiettivi. Se le preziose molecole segnale­ranno la loro presenza allora vorrà dire che il ghiaccio d’ac­qua esiste per davvero. Negli anni passati le sonde Lunar Pro­spector della Nasa e Smart­1 dell’Esa europea venivano fatte cadere sul suolo lunare ma es­sendo troppo piccole non forni­vano alcun risultato.

Il risultato è atteso con ansia perché il presidente Obama nel­le prossime settimane dovrà decidere se proseguire il pro­gramma destinato a costruire una colonia sulla Luna come aveva stabilito il suo predeces­sore Bush. L’esistenza del ghiaccio sarà determinante so­prattutto perché taglierà i costi del futuro insediamento ren­dendo tutto più facile. Una cu­riosità. La Nasa ha dedicato la sonda kamikaze «Lcross» al giornalista da poco scomparso Walter Cronkite, popolare vol­to delle cronache televisive del­le spedizioni lunari Apollo, qua­rant’anni fa.