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 2009  ottobre 08 Giovedì calendario

ORA TACI CI RIPROVA PER IL DIAVOLO SONO PRONTI 700 MILIONI


«Per i rossoneri posso offrire 700 milioni di euro». Con queste parole Rezart Taci, presidente dell’omonima compagnia petrolifera, ha avanzato un’ipotesi suggestiva. Forte dei legami con Leandro Cantamessa, legale del Milan, e con Adriano Galliani, amministratore delegato dei rossoneri, Taci è tornato alla carica per un posto nel calcio italiano. In luglio ci aveva già provato con il Bologna della famiglia Menarini: l’offerta di venti milioni di euro è poi sfumata improvvisamente. Fininvest smentisce subito, ma il finanziere rilancia e dice: «io sono pronto».
La certezza è che i 700 milioni di euro promessi da Taci per «riportare il Milan sul tetto del mondo», farebbero contenti i tifosi, dato il periodo di magri risultati della squadra. Ma a gioire sarebbero soprattutto i vertici di Fininvest, che sarebbero in grado di compensare i 750 milioni della sentenza sul Lodo Mondadori. E a chi domanda dove pensi di trovar i fondi per l’acquisizione del Milan, Taci risponde sereno: «Non c’è problema, il mio gruppo è abituato a prendere impegni rilevanti e a portarli a termine. E un’idea vincente come questa non può che trovare consensi. Perciò sono sicuro di poter avere i finanziamenti necessari». Tuttavia, la storia dell’imprenditore albanese è costellata di episodi quantomeno discutibili.
Chi è Rezart Taci. Nato nel 1971 a Ersekë, nel sud dell’Albania, fin da subito ha manifestato interesse per l’Italia e per gli affari. Per molti versi la sua carriera ricorda quella del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Simili le passioni, calcio e business, e simile la storia, quella classica del self made man. Infatti il suo primo approccio al mondo italiano è stato umile. Da poco nel nostro paese per studiare giurisprudenza (senza finire gli studi), ha iniziato a lavorare presso la pizzeria Cavour di Novi Ligure. E proprio gli abitanti della cittadina piemontese, l’indomani della sua offerta alla famiglia Menarini, gli indirizzarono una lettera. «Molti si ricordano di te, come quel giovane educato e cordiale che per anni ha lavorato, come cameriere, all’Osteria Cavour nel centro storico di Novi» gli scrissero i cittadini. Ma la missiva continua con toni più polemici, dato che gli abitanti spiegano che sono curiosi «di sapere come hai fatto a realizzare una così fulminea e brillante carriera», passando dalla pizzeria alla Sky tower della Taci oil di Tirana. Più o meno gli stessi interrogativi che si sono posti i tifosi del Bologna prima e del Milan ora. In effetti nella carriera professionale di Taci mancano i collegamenti che lo portarono alla forte amicizia con Sali Berisha, premier albanese. Ma soprattutto, manca il nesso fra l’amministrazione generale del principale contractor petrolifero albanese e il finanziere con la passione del calcio italiano.
Le sue società. Quello che si conosce è la data della fondazione di Taci oil, il 2002, e la crescita della società, che ora detiene più del 50 per cento del mercato petrolifero in Albania. Infatti, la potenza di stoccaggio a Taci non manca, dato che i suoi due stabilimenti costieri possono detenere oltre 37mila metri cubi di prodotti petroliferi. Inoltre, una delle armi dell’imprenditore albanese è la partecipazione in Anika Enterprise SA, società svizzera con sede a Ginevra che funge da partner strategico di Taci oil. La più importante conquista di Taci resta però Armo, la compagnia che gestisce il traffico import export di petrolio e derivati in Albania. L’impresa era di proprietà statale, ma con un processo di liberalizzazione si è deciso di privatizzarla nei primi anni duemila. E l’intero pacchetto di gestione è stato dato in mano a un consorzio composto da Refinery Associates of Texas, Mercuria Energy Group e proprio Anika Enterprise. Le prime due società sono americane e collaborano da anni con il ministero della Difesa, mentre la terza ha come advisor la banca Credit Suisse. Più incertezza invece sulle modalità di acquisto, dato che Taci si è reso insolvente per 128 milioni di euro nei confronti del governo albanese, proprio nell’operazione di acquisto di Armo. Un fatto che è finito anche sugli scranni del Parlamento di Tirana. Infatti il Consiglio dei ministri, in fase di redazione del bilancio annuale, aveva scovato un ammanco finanziario di circa 60 miliardi di lek, la valuta albanese. Fu avviata una commissione di vigilanza sul tema e venne fuori che il corrispettivo per la vendita di Armo non venne dato entro i termini legali. Ma non solo, fu necessario l’intervento del vice ministro dell’Economia, Neritan Alibali, per sbloccare la situazione, specie dopo che due navi cisterna di proprietà del consorzio svizzero-statunitense furono bloccate all’ingresso del porto di Tirana. Taci in questa faccenda non prese posizione, ma al di la dell’Adriatico si dice che sia stato provvidenziale l’intervento del premier Berisha. Resta il fatto che dopo l’inghippo col governo, per Taci si è aperto un mondo da monopolista di fatto nel settore petrolifero, un altro elemento che lo accomuna al Cavaliere. Questo perché Armo è l’unica società albanese con il diritto di raffinazione dei prodotti petroliferi, nonché la sola che detiene la rete di trasporto fra Kosovo, Macedonia, Serbia e Montenegro. Non è un caso quindi che Taci sia anche l’amministratore delegato di Kuid Sh.p.k., il principale gestore delle stazioni di servizio in Albania con 76 punti vendita. La triangolazione fra Armo, Taci oil e Kuid garantisce, secondo l’imprenditore, un fatturato annuo «da 7 miliardi di euro», una cifra simile a quella dei tycoon russi del gas.
I rapporti coi rossoneri. Col Milan il primo contatto avviene grazie alla passione per il calcio, unita al business. Il desiderio di conoscere la squadra che da ragazzo aveva amato ha portato Taci ad organizzare due partite benefiche a Tirana fra squadre locali e il Milan. Importanti gli sponsor presenti, Unicef e Sheraton Hotels. Il primo anno della manifestazione sono stati raccolti 50 mila euro, devoluti per il progetto Albania Reads, mentre l’anno seguente sono stati forniti ulteriori 50 mila euro alla Fondazione bambini albanesi "Domenick Scaglione". Inoltre, Taci ha varato a Tirana il Milan junior campus, scuola di calcio giovanile, che si rivela un successo grazie alla partecipazione di centinaia di ragazzi. Un evento che contribuisce a rafforzare i rapporti con Galliani e Cantamessa. Intanto, l’imprenditore 38enne si è dimostrato avvezzo alle amicizie di rilievo, come quelle che lo hanno portato a partecipare nel luglio scorso al Forum economico e finanziario per il Mediterraneo. Presenti con Taci anche Paolo Scaroni (ad Eni), Piero Gnudi (presidente Enel), Alessandro Ortis (Authority del gas), Marco Tronchetti Provera (Pirelli) e il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. Nelle intenzioni del pretendente del Milan ci sono svariate partnership energetiche con il nostro paese, che aveva già manifestato una propensione all’espansione verso est. L’elemento oscuro è la reale liquidità delle società che Taci detiene. Secondo quanto ha detto alla stampa, il denaro c’è. Ciò che manca è la fiducia dei tifosi milanisti e dei vertici di Fininvest.