Raffaella Masci, La stampa 8/10/2009, 8 ottobre 2009
Il Paese bloccato dove i figli fanno il mestiere dei loro padri- ROMA I giovani sono il nocciolo duro della disoccupazione, sono quelli che quando possono scappano all’estero (fuga dei cervelli), sono quelli che la precarietà vincola alla famiglia fino ad una età media di 33 anni
Il Paese bloccato dove i figli fanno il mestiere dei loro padri- ROMA I giovani sono il nocciolo duro della disoccupazione, sono quelli che quando possono scappano all’estero (fuga dei cervelli), sono quelli che la precarietà vincola alla famiglia fino ad una età media di 33 anni. E soprattutto sono quelli per i quali non vale più il vecchio principio dei padri secondo cui «se studi vedrai che riuscirai», perché alle professioni si accede nella maggioranza dei casi solo per vie familiari. Questa è l’Italia della mobilità sociale bloccata, che tarpa le ali agli under 30 e che non ha più nella scuola un ascensore sociale. A farne il ritratto - ma anche a suggerire delle praticabili vie d’uscita - è la fondazione «Italia futura» presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, che ieri ha presentato su questo argomento una ricerca curata dall’economista Irene Tinagli. «Il 41% degli ultracinquantenni - dice lo studio - dichiara di aver migliorato il proprio stato sociale rispetto alla famiglia di origine, ma solo il 6% dei ventenni dichiara di trovarsi in condizioni migliori». La disuguaglianza sociale si è dilatata: il 20% della popolazione possiede quasi la metà della ricchezza nazionale, e ad essere poveri non sono più solo i single e gli anziani (come accade anche in altri paesi) ma soprattutto i giovani. Se la povertà riguarda l’11% della popolazione, questa percentuale sale al 14% per le giovani coppie con due figli e se questi figli sono minori si arriva al 15,5%. Peggio dell’essere giovani c’è solo l’essere bambini: il 25% di loro vive in famiglie povere. Studiare serve a poco, da questo punto di vista, tant’è che solo il 10% di chi non ha un padre laureato riesce a laurearsi, mentre in Francia ci riesce il 35% e in Inghilterra il 40%. Alle professioni in Italia si accede per diritto dinastico: il 44% degli architetti fa lo stesso lavoro del padre, così come il 42% di chi esercita una professione legale e il 40% dei farmacisti. C’è un modo per spezzare questa catena? Tre le proposte concrete di Italia Futura. Primo: attribuire ad ogni bambino un fondo di mille euro, alimentato con una cifra di 600 euro l’anno fino alla quinta elementare. Dopo di che l’incremento dipenderà dal merito. Alla maggiore età il ragazzo avrà una cifra di circa 20 mila euro da spendere per la propria formazione. Secondo. Agevolare l’uscita da casa: 200 euro al mese per pagarsi l’affitto e agevolazioni fiscali a chi dà casa ai giovani. Terzo: aiuti per le giovani coppie e vantaggi fiscali per il lavoro delle mamme.