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 2009  ottobre 08 Giovedì calendario

DOMANDE E RISPOSTE

Qual è la logica a Stoccolma-

Come si vince un Premio Nobel?
Facendo qualcosa che lascia il segno: una scoperta o un’invenzione. Bisogna essere uno scienziato di punta, impegnato in ricerche d’avangurdia in campi come medicina, fisica e chimica: a ciascuna di queste discipline corrisponde uno dei premi assegnati negli ultimi tre giorni. Oppure si deve essere uno scrittore, un intellettuale, un politico. Così si può conquistare il Nobel per la letteratura (che sarà assegnato oggi) e quello, avvolto da simbolismi ancora maggiori, per la Pace. Dal 1969 esiste anche un Nobel «spurio», vale a dire non previsto dall’ideatore Alfred Nobel nel 1895: è quello per l’economia.
Ci si può autocandidare?
Sarebbe un errore gravissimo. Il principio è sempre lo stesso: «Candidatura ostentata, candidatura bruciata».
Si può rifiutare?
Sì. L’ha fatto nel ”64 Jean-Paul Sartre. Diceva di odiare i riconoscimenti ufficiali. Nel ”73 il bis di Le Duc Tho, protagonista degli accordi di Parigi per mettere fine al macello del Vietnam: insignito del Nobel per la pace con il segretario di Stato americano Henry Kissinger, spiegò di non capirne la motivazione.
Chi sono i giurati? Sono davvero i giudici migliori?
L’identità deve restare segreta e i motivi sono evidenti. Così possono informarsi, valutare e scegliere con occhio quasi divino o, almeno, in piena indipendenza. Sono scelti tra i componenti dell’Accademia delle Scienze svedese e del Karolinska Institutet e si affiancano a un comitato di cinque persone selezionate dal Parlamento. Ma nemmeno loro - baciati da una carica a vita - sono immacolati. L’anno scorso l’inchiesta per un paio di viaggi non autorizzati in Cina ha fatto scoppiare lo scandalo. Alcuni giurati erano stati invitati a Pechino per spiegare come avvengono le selezioni, ma evidentemente non si erano resi conto di rischiare grosso: la diffusione di notizie non autorizzate.
Come si può essere certi che vincano sempre i migliori?
Non c’è certezza. Anzi. Per ogni Nobel vinto c’è almeno un caso speculare di genio ignorato. Le polemiche sui premi alla letteratura sono una costante: perché un celeberrimo virtuoso della penna come Jorge Luis Borges non l’ha mai ottenuto? E perché l’anno scorso è stato incoronato uno scrittore controverso come Jean-Marie Gustave Le Clézio?
Quando si passa alla scienza, le scelte sono più comprensibili?
In teoria sì. Tra i premiati - per fare un esempio - ci sono i cervelli che hanno fatto la fisica moderna: basta ricordare Albert Einstein (1921), Niels Bohr (1922), Werner Heisenberg (1932), Paul Dirac (1933), Enrico Fermi (1938) e Wolfgang Pauli (1945). Ma nemmeno i viaggi tra le particelle invisibili e le leggi dell’Universo visibile sono destinati ad accontentare l’universale senso di giustizia. L’anno scorso il riconoscimento per la fisica ha provocato una tempesta. I giurati di Stoccolma hanno scelto il trio Makoto Kobayashi, Toshihide Maskawa e Yoichiro Nambu per una scoperta chiamata «Matrice Cabibbo-Kobayashi-Maskawa». Il paradosso è evidente: com’è possibile che l’italiano Nicola Cabibbo, il padre delle ricerche sui quarks e considerato una delle menti della scienza contemporanea, sia stato snobbato in modo tanto plateale e sostituito con il professor Nambu? I fisici, non solo quelli del nostro Paese, l’hanno presa male.
Tra le ombre che aleggiano sul Nobel, c’è anche l’accusa di maschilismo: è vero?
Vero. I numeri sono impietosi: solo 36 premi sono stati assegnati alle donne contro i 757 degli uomini tra il 1901 e l’anno scorso. Ma le statistiche non comunicano la rabbia - non solo femminista - per tutti i Nobel negati e per quelli clamorosamente scippati.
Quali sono le donne-simbolo della cecità da Nobel?
Jocelyn Bell-Burnell è un caso emblematico: questa brillante astrofisica irlandese, ancora studentessa, scoprì nel ”68 le pulsar. Fatica sprecata. Il Nobel fu assegnato al relatore della sua tesi, Anthony Ewish. Anche Annie Jump Cannon, nata nel 1863 e morta nel 1941, è un’altra vittima famosa. Prima direttrice dell’«American Astronomical Society», realizzò un lavoro straordinario all’osservatorio di Harvard. Non solo rivelò l’esistenza di centinaia di stelle - variabili, novae e nane - ma inventò il metodo per classificarle, tuttora in uso. A Stoccolma fecero finta che non esistesse. L’elenco delle escluse è lungo, ma un nome emerge sempre come il fantasma di una cattiva coscienza: Rosalind Framklin (1920’1958). Fu lei a fornire le prove sperimentali della struttura del Dna, eppure ad avere il Nobel furono i colleghi Wilkins, Watson e Crick.
Quanto incassa
chi vince un Nobel?
Un milione 400 mila dollari: l’assegno si divide, se a vincere sono più persone. Il massimo è tre.