Maurizio Galvani, il manifesto 06/10/2009, 6 ottobre 2009
BM: 90 MILIONI DI NUOVI POVERI. IN ITALIA MENO CIBO
Gli italiani mangiano meno e peggio. Un’indagine dell’istituto di ricerca Ketchum-Astra - effettuata su un campione rappresentativo di 48,6 milioni di cittadini tra i 14 e 79 anni - dimostra che il carrello della spesa è vuoto per il pane, i condimenti e i formaggi (-13%), che fanno posto a verdura (+9%) e frutta (+8%). E’ diminuita la spesa per il vino, la birra e i gelati industriali (tra -14% e -18%); soprattutto i dolci, carne rossa e surgelati (tra -20% e il -25%). Nemmeno il made in Italy «tira», in questo momento di crisi economico-finanziaria: il 77% degli italiani sostiene di aver diminuito i propri consumi (circa 37 milioni di italiani tra i 14 e 79 anni).
Da Istambul, la Banca Mondiale (Bm) lancia un Nuovo allarme: a fine 2010, altri 90 milioni di persone rischiano di precipitare in una situazione di nuova povertà. Circa un miliardo di persone su 6 miliardi vivono già in povertà, la crescita del numero di poveri è legata alla mancanza di intervento a favore delle popolazioni più deboli. Non si sa quanto dovrà sborsare la Banca Mondiale per incidere nella lotta contro la povertà. Secondo il direttore della Bm Robert Zoellick (già segretario al commercio Usa sotto il presidente Bush) occorrono 100 miliardi di dollari. Nonostante, le promesse avanzate nel recente vertice G8 dell’Aquila sarà «molto difficile raggiungere la cifra, il massimo che sborsano i paesi più sviluppati è di 40 miliardi di dollari».
Robert Zoellick ha ricordato, a Istambul, che «la potenza economica Usa è sulla via del declino» e ha chiesto - insieme al collega dell’Fmi Domenique Strauss-Kahn - che le nazioni aderenti al G20 (struttura permanente) contribuiscano ad aumentare la quota versata all’Fmi, dal 3 al 5%. Si può affermare: certi paesi - a metà tra sviluppo e povertà - pagano come gli altri 186.
Cina, Brasile e India - che fanno parte del G20 e dell’Fmi - sono nazioni dove è ancora alto il tasso di mortalità infantile. In un rapporto di Save The Children è scritto che «ogni tre secondi un bambino con meno di 5 anni perde la vita; in un giorno ne muoiono 24 mila, in un anno 9 milioni». Può essere già noto che «il 97% dei bambini/e morti prima di 5 anni riguarda il 68% dei paesi in via di sviluppo». Meno evidente che in India si continua a perdere la vita per la diarrea, le malattie polmonari e le complicazioni legate alla malnutrizione. Sono 4,7 milioni i morti contati nei paesi africani, mentre circa 3,8 milioni in India, Cina, Etiopia, Pakistan e Congo. L’India è considerato un paese con un forte aumento del Pil.
A Bruxelles, i produttori del latte manifestano in difesa delle quote e del prezzo della preziosa materia prima. In Svizzera, l’Ufficio centrale di statistica (Ust) segnala che «il reddito agricolo è diminuito del 7,6% a 2,9 miliardi di franchi» (-235 milioni). Dalla Spagna giunge la notizia che la produzione industriale continua a scendere: in agosto il calo è stato del 13,1%, confermando la decrescita da ottobre del 2008.