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 2009  ottobre 08 Giovedì calendario

HOTEL HILTON SOTTO ACCUSA: SPIATA LA RIVALE STARWOOD

Giallo nel mondo degli alberghi di lusso: la catena Hilton Worldwide rischia l’incriminazione un evento raro e potenzialmente fatale nel mondo del business americano - per avere rubato dei documenti segreti alla rivale Starwood Hotels & Resorts, proprietaria degli Sheraton. Un gran giurì sta valutando proprio in questi giorni i risultati di un’inchiesta del ministero della Giustizia durata sei mesi che potrebbe sfociare nell’incriminazione della società e anche di alcuni suoi dirigenti.
Tutto è iniziato nel giugno dell’anno scorso quando la Hilton, acquistata nel luglio 2007 dal gruppo di private equity Blackstone Group, «rubò» alla Starwood due manager-chiave, Ross Klein e Amar Lalvani. I due dirigenti sono stati accusati l’aprile scorso di avere portato con sè 100.000 documenti elettronici, spediti un po’ alla volta via mail al proprio indirizzo di posta elettronica. I documenti delineavano la strategia della Starwood per lanciare una nuova catena di alberghi di lusso, un rapporto corredato da studi demografici e analisi di diversi mercati in varie parti del mondo.
Per la Starwood si tratta del «caso più lapalissiano di spionaggio industriale». La Hilton ha risposto che l’accusa è senza fondamento, ma la società ha allo stesso tempo deciso di sospendere il responsabile della divisione "Global development and real estate" Steven Goldman, il dirigente che aveva assunto Klein e Lalvani. Da quando è partita l’inchiesta del ministero della Giustizia, la Hilton ha licenziato o sospeso 30 dei suoi dirigenti.
Sotto la proprietà del Blackstone Group, la Hilton aveva deciso di entrare nel segmento degli hotel di lusso nel tentativo di imitare il successo degli alberghi "W" della Starwood. La Starwood, proprietaria degli Sheraton, dei Meridien Hotel, degli Hotel Westin e St Regis e degli hotel della Compagnia Italiana Grandi Alberghi, gestisce questi "boutique hotels" in diverse città americane, ma anche a Hong Kong, Istanbul, Londra, Barcellona, Doha, Maldive, Montreal, Santiago del Cile, Seul, San Pietroburgo e Porto Rico.
L’ingresso in un settore alberghiero più profittevole fa parte della strategia del Blackstone Group volta a valorizzare il megainvestimento nella Hilton Hotels, acquistata in un leveraged buyout per 26 miliardi di dollari nel luglio 2007, proprio alla vigilia del collasso di Wall Street e della recessione. Quello nella Hilton è stato anche il primo grosso investimento della società di private equity prima del suo debutto in Borsa nel giugno 2007. Oggi questa catena di 3.400 hotel in 34 paesi sta soffrendo non solo per gli effetti negativi della recessione, ma anche per il peso di un indebitamento da 20 miliardi di dollari contratto dal Blackstone Group per portare a termine il buyout.
La spada di Damocle dell’incriminazione pesa quindi sul futuro della Hilton. Il verdetto del gran giurì è previsto nei prossimi due mesi, ma anche se la commissione dovesse determinare l’esistenza di prove sufficienti per l’incriminazione, la decisione di proseguire con un’azione penale spetterà alla procura distrettuale di New York. Molti legali credono che la procura cercherà di evitare un’azione estrema.
I tribunali americani hanno infatti usato molta cautela negli ultimi anni nell’avviare azioni penali contro aziende. Nel 2002 l’incriminazione della società di revisione dei conti Arthur Andersen, condannata in primo grado per la complicità nella frode perpetrata alla Enron Corporation, sfociò nella dichiarazione di fallimento e nella sua liquidazione. La sentenza fu annullata successivamente dalla Corte Suprema, troppo tardi per salvarla.