Gianni Dragoni, Il Sole-24 Ore 8/10/2009;, 8 ottobre 2009
FINMECCANICA PI FORTE IN LIBIA - C’è
più Libia nel futuro di
Finmeccanica . Il gruppo aerospaziale controllato dal ministero dell’Economia ha annunciato ieri la firma di un accordo con Tripoli da 300 milioni di euro «per la realizzazione di un grande sistema di protezione e sicurezza dei confini» attraverso sensori elettronici, radar satellitari ed elicotteri. Il gruppo ha precisato che «la prima tranche, da 150 milioni, è già operativa».
«In Libia ci sono varie prospettive. Questa commessa costituisce un’importante referenza anche per altri paesi che sarà ancora migliore una volta che il sistema sarà dispiegato», ha commentato Pier Francesco Guarguaglini, presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, rilevando che il mercato mondiale della homeland security, la sicurezza interna ad ogni Stato, «nel 2006 aveva un valore di 45 miliardi di euro e le stime indicano per il 2016 un valore intorno ai 100 miliardi».
In un’audizione alla commissione Industria del Senato, Guarguaglini ha chiesto che lo Stato aumenti le risorse a sostegno dell’industria della difesa: «Se la Fiat
chiede la rottamazione io allora chiedo risorse per lo sviluppo di prodotti che hanno maggior futuro ». Ha citato gli interventi decisi da Nicolas Sarkozy. «Quello che ha fatto la Francia ci dà un fastidio enorme. Il piano di rilancio di Sarkozy prevede investimenti sia negli elicotteri, sia nel Rafale, sia nei puntatori laser».
Intanto tiene banco la campagna di Libia. L’accordo di ieri era previsto dal Trattato di amicizia Italia-Libia firmato il 30 agosto 2008 dal colonnello Muammar Gheddafi e dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. In quell’occasione la Libia si è impegnata a frenare la dilagante immigrazione via mare di clandestini verso l’Italia a patto che l’Italia finanzi un sistema radar di controllo satellitare dei confini Sud, con Mauritania e Ciad.
Atteso da tempo, il contratto – assegnato alla controllata di Finmeccanica Selex Sistemi Integrati , guidata da Marina Grossi – non era ancora stato perfezionato perché non c’era la copertura del finanziamento, 300 milioni che – secondo le intese originarie – dovrebbero essere assicurati in parti uguali dallo Stato italiano e dalla Ue. Su questo punto non sono state date informazioni. Sembra che i 150 milioni che hanno sbloccato il progetto siano stanziati dall’Italia.
Il gruppo sta discutendo l’estensione degli affari in Libia ad altri settori, in esecuzione del memorandum firmato il 28 luglio scorso da Guarguaglini e dal presidente della Libyan investment authority (Lia), Mustafà Zarti. «Con la Lia finora abbiamo discusso delle linee di comportamento, cioè il governo societario delle future iniziative congiunte. Penso che tra poco parleremo dei business di interesse comune: uno può dire i treni, o gli elicotteri come già ci sono».
Sull’ipotizzato ingresso della Libia nel capitale di Finmeccanica Guarguaglini taglia corto: «Di cessione di quote se ne occupa qualcun altro. Io posso decidere se qualcuno entra nell’energia o nei trasporti». A suo avviso ci sono buone opportunità di sviluppo in Libia nei trasporti, sia per Ansaldo Sts che si è aggiudicata in luglio un contratto da 541 milioni euro nel segnalamento, sia per AnsaldoBreda nei treni e per la metropolitana di Tripoli «che sarà aggiudicata tra poco ».
AnsaldoBreda – ha detto Guarguaglini – è stata messa in ginocchio dagli «investimenti miseri» delle Fs ed è stata tenuta in vita dalla «pazienza di Finmeccanica» che l’ha sempre ricapitalizzata. «Pensiamo di vincere le gare peri treni per il trasporto regionale in Veneto ed Emilia-Romagna».
Guarguaglini ha parlato anche di nucleare e si è detto non soddi-sfatto dei negoziati con Areva, la società francese che dovrebbe costruire le centrali in Italia per il consorzio Enel-Edf.«Le intese con Westinghouse sono soddisfacenti – ha detto ”mentre con Areva le intese sono ancora insoddisfacenti » perchè non riguardano attività legate alla realizzazione dei reattori. Il numero uno di Finmeccanica ha poi aggiunto che le commesse non devono essere solo per Ansaldo Energia «ma devono riguardare anche Ansaldo Nucleare» e che del problema saranno investiti «Conti e Scajola perchè è giusto che l’Italia abbia un certo ritorno» industriale.