Angelo Flaccavento, Il Sole-24 Ore 8/10/2009,, 8 ottobre 2009
TAGLIO RECORD A 77 FACCE PER I DIAMANTI VUITTON - «A
lla Louis Vuitton ogni invenzione è possibile. Infatti, per il lancio della collezione L’Ame du Voyage, tutti pezzi unici, abbiamo addirittura sviluppato il taglio dei diamanti in esclusiva per la maison». Lorenz Baümer, neo direttore creativo della gioielleria Louis Vuitton, poco più che quarantenne, una infanzia e una adolescenza cosmopolite al seguito del padre, diplomatico di professione, è oggi uno dei gioiellieri più ammirati e rispettati della Ville Lumière grazie a un gusto ornato e spericolato. Alto, sottile, i modi garbati, Baümer è visibilmente soddisfatto dei sei set – collier, bracciali, orecchini, spille, di cui una per icapelli ”diversi per forme e colori, ma accomunati dall’estrema finezza della realizzazione, presentati ieri in un hotel particulier parigino, nel giorno in cui in passerella sfilava prêt-à-porter Vuitton della prossima primavera-estate. Quella dell’esclusività è ovviamente una scelta condivisa dall’azienda. «Per il nostro debutto ufficiale nel campo dell’alta gioielleria – aggiunge Albert Bensoussan, direttore marketing orologi e gioielli della Vuitton – abbiamo voluto creare una collezione emblematica e creativa. nel nostro Dna trovare sempre nuovi canali attraverso i quali oltrepassare i propri limiti. Il momento attuale ci è parso il più adatto a fare una dichiarazione di stile e invenzione così forti. La collezione è stata concepita come una espressione altissima di fantasia e capacità artigianale».
Signor Baümer, partiamo dal titolo della collezione.
Semplicemente, amo viaggiare: nutrirmi di ciò che vedo e sento; lasciarmi trasportare da luci, immagini, suoni, colori, e poi rielaborare le memorie nelle mie creazioni. Quello del viaggio è inoltre un tema centrale nel mondo Louis Vuitton, un marchio che da sempre accompagna i propri clienti in viaggi incredibili, reali o immaginari.
Tecnicamente, quali sono le caratteristiche della collezione?
Innanzitutto il taglio dei diamanti: il fiore e la stella, simboli del monogram Vuitton, sono alla base, rispettivamente, dei tagli Flower e Star, arrotondato il primo, appuntito il secondo. Realizzati a mano, con un processo lungo e difficoltoso, regalano diamanti dalla lucentezza stupefacente, con un numero di sfaccettature che va dalle 65 alle 77, contro le 58 tradizionali. Ho inoltre creato, usando ancora una volta il fiore Monogram, un pizzo d’oro che è come una leggerissima rete, preziosa e trasparente. In ogni set ho usato architetture cromatiche precise, giocando con i colori delle gemme e il loro contrappunto con le forme dei gioielli.
C’è qualcosa di specificamente francese nella collezione?
Il savoir-faire orafo. Tutti i pezzi sono realizzati a mano qui a Parigi da artigiani che, senza le nostre commissioni, rischiavano la chiusura. Ho voluto spingere, come mi piace fare e come è tipico di Vuitton, i limiti della fattibilità, tentando strade insondate. Ho capito che ero sulla giusta via quando un orafo mi ha detto che la forma di un collier era impossibile da realizzare. Quel collier è oggi uno dei pezzi centrali della collezione.
Come riassume lo spirito di questo progetto?
Vivere. Amare. Sognare. Per me la gioielleria è questo. Non mi interessa stupire con la dimensione delle pietre o con altri facili trucchi. Voglio creare sogni ed emozioni: il mondo ne ha bisogno, oggi più che mai.