Salvatore Carrubba, Il Sole-24 Ore 8/10/2009;, 8 ottobre 2009
A SCUOLA DI FURBI - I
test di italiano e di matematica effettuati dall’Invalsi sugli alunni di terza media hanno confermato ciò che era emerso un anno prima: grazie all’abbondanza di copiature e di suggerimenti elargiti dai loro insegnanti, gli alunni del Sud risultanoi più bravi d’Italia. Stavolta l’Invalsi ha correttol’imbroglio con apposite tecniche statistiche. Smascherato l’inganno,lo ha rimosso,ma non ha posto all’opinione pubblica alcun interrogativo etico, né ha sollecitato sanzioni per gli insegnanti che barano.L’Invalsi dà alle copiature il nome di "comportamenti opportunistici" dimenticando che"opportunistico" non è sinonimo di "illecito". Non sarebbe più onesto parlare di imbroglio?
Marcello Dei. Urbino
La lettera cade a fagiolo dopo l’intervento, martedì scorso su queste colonne, di Innocenzo Cipolletta sul nesso imprescindibile fra scuola meritocratica e società aperta. La sua tesi è che la prima, da sola, non basti e che sia piuttosto l’intrico di corporativismo e familismo a bloccare«l’ascensore sociale», come ieri ha denunciato l’associazione Italia Futura in uno studio anticipato dal Corriere della Sera. I giovani italiani, se a casa non ricevono un esempio confortante, non sono certo orientati dalla scuola a scommettere sulle proprie capacità.
Deformata dalla patologia di un egualitarismo malinteso, la scuola ha così contribuitoa consolidare una delle società che offre meno opportunità a chi se le meriterebbe pur senza riceverle in eredità. E la corruzione del linguaggio, che camuffa ed edulcora con l’inglese la parola e la pratica dell’imbroglio,ha fatto velo alla realtà di un sistema che finisce col formare l’autentico carattere nazionale: il furbo.
Salvatore Carruba