Il Sole-24 Ore 8/10/2009;, 8 ottobre 2009
IN CRISI E OBESI? TASSA DI 7 CENT SULLE BIBITE
Un tassa di sette centesimi sulle bibite gassate negli Stati Uniti aiuterebbe a recuperare entrate fiscali in un momento di grave crisi e contribuirebbe ad abbassere il tasso di obesità, problema endemico della società americana che fa un consumo smodato di junk food ( cibo spazzatura) e bevande zuccherate.
Il calcolo delle nuove entrate lo ha fatto il Center for science in the public interest - gruppo che si occupa di difesa della salute pubblica - e porta alla ragguardevole cifra di 10 miliardi di dollari l’anno. Questo se il legislatore decidesse di imporre una tassa di sette centesimi per 12 once di soda (la tipica lattina). Il beneficio sul bilancio sarebbe doppio perché nel lungo termine un diminuito consumo di soft drinks porterebbe a una società meno grassa dunque meno ammalata. Trentatré stati, per la verità, impongono già prelievi sulle bibite ma l’amministrazione caldeggia la proposta di introdurre un’imposta nazionale. Servirebbe davvero a impedire agli americani di farsi del male ingurgitando litri di coca-cola e aranciata al posto della salutare acqua? I sostenitori citano il caso delle sigarette: tasse sempre più alte e la crescente consapevolezza del danno alla salute hanno ridotto drasticamente il numero di fumatori. I critici si appellano a tre parole: libertà dei consumatori.