Beda Romano, Il Sole-24 Ore 8/10/2009;, 8 ottobre 2009
NUOVI SEGNALI DI RIPRESA PER L’INDUSTRIA TEDESCA
L’economia tedesca lancia nuovi segnali di ripresa, trainata dalla domanda dei paesi emergenti. I nuovi dati giungono mentre democristiani e liberali cercano un accordo sul fronte fiscale, reso difficile dalla fragile situazione del bilancio statale che proprio ieri ha indotto la Commissione europea ad aprire una procedura di deficit eccessivo contro la Germania. Secondo il ministero dell’Economia, gli ordini all’industria sono saliti dell’1,4% mensile in agosto, il sesto aumento consecutivo. Il dato è migliore delle attese, e rafforza la speranza di un terzo trimestre in crescita, come il periodo aprilegiugno. «Un terzo del calo registrato nei trimestri passati è stato recuperato», afferma il governo federale.
Le aziende tedesche stanno cavalcando la domanda in beni di investimento nei paesi emergenti. Proprio nei giorni scorsi il cancelliere democristiano Angela Merkel ha annunciato che la contrazione dell’attività economica nel 2008 sarà meno forte del previsto, del 4-5%, rispetto a previsione precedente del 6 per cento. Una nuova stima ufficiale è attesa per la fine del mese. Il momento però è ancora carico di incertezze e il mondo imprenditoriale rimane cauto. Avverte da Berlino Volker Tre-ier, il capo economista dell’associazione delle camere di commercio Dihk: «Ci vorrà tempo prima che la produzione torni ai livelli pre-crisi. Tra due anni dovremmo avere percorso una fetta consistente della distanza che ci separa da questo obiettivo».
Questa timida ripresa giunge mentre Cdu e Fdp stanno mettendo a punto un programma di governo, dopo la vittoria alle elezioni del 27 settembre. Tra i temi di attrito quello delle tasse. I liberali hanno proposto tagli per 35 miliardi, i democristiani per appena 15 miliardi. Il problema naturalmente è il forte aumento del deficit, salito oltre il 3% del Pil.
«La Cdu respinge tutto ciò che non è sostenibile», ha avvertito ieri Steffen Kampeter, un esperto di finanze pubbliche del partito del cancelliere, precisando che Cdu e Fdp dovranno tenere conto delle regole europee nel mettere a punto la politica fiscale del nuovo governo. Ieri la Commissione Europea ha lanciato un’azione disciplinare contro nove paesi, tra cui la Germania.
La nuova maggioranza si è impegnata a ridurre il carico fiscale: ammontare e tempistica sono però in dubbio, tenuto conto anche di un inatteso buco nel settore sanitario. Tra le ipotesi emerse ieri l’aumento da 6.024 a 8.004 euro per figlio di quella parte del reddito annuo non imponibile, pari a un costo per il bilancio di 3-4 miliardi di euro all’anno.