Varie, 8 ottobre 2009
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Sissoko Mohamed
• Mont-Saint-Agnan (Francia) 22 gennaio 1985. Calciatore. Maliano. Dal gennaio 2008 alla Juventus. Ha giocato nel Valencia e nel Liverpool • «Cominciò con una bugia, l’amicizia fra Claudio Ranieri e Mohamed Sissoko, a Valencia, nel settembre 2004. Era volato in Africa, il giovanotto […] per far pareggiare il suo Mali 2-2 contro il Senegal, nelle qualificazioni mondiali. L’aspettavano, ma comunicò che sarebbe tornato due giorni dopo: c’era pure un’amichevole da giocare, contro il Kenya. Al ritorno, saltati un paio di allenamenti, stilò anche il personale referto: ”Tutto ok, ho giocato 48 minuti, e abbiamo vinto 1-0”. Peccato che quella partita non ci fosse mai stata. Imbarazzo, strigliata del club e, finalmente, la verità: non era vacanza, come si insinuò, ma una puntata a Parigi, per trovare papà Mohamed, ricoverato in ospedale. ”Potevi dirlo - fu il buffetto del tecnico - ti avremmo dato tempo”. La furbata non gli precluse la stima di Ranieri […] Faceva il centrocampista offensivo, se non l’attaccante, Sissoko, quando Rafa Benitez lo pescò all’Auxerre, dopo averlo visto giocare con l’under 19 francese. Tanto lo colpì, da scatenare una guerra davanti alla Fifa, perché il club francese non lo voleva mollare: Guy Roux era andato a casa dei genitori a Troyes per fargli firmare il contratto. Alla fine, sarà Spagna. Pure alla grande, perché in un paio di stagioni, da diciottenne, razzia campionato, Coppa Uefa e Supercoppa Europea. ”Rafa è stato l’allenatore che mi ha cambiato la vita, e mi ha dato l’opportunità di giocare nella Liga. Per questo, nonostante ci fossero altre squadre inglesi alla porta, ho detto sì al Liverpool: volevo nuovamente lavorare con Benitez”. […] il pilota dei Reds l’ha fatto fuori […] preferendogli Mascherano e Xabi Alonso. […] La fede, letterale, non gli è mai mancata: ”Sono musulmano - ha spiegato - e la religione è una cosa importante, per me. Mi dà equilibrio e gioca un ruolo fondamentale in tutti gli aspetti della mia vita. E ogni volta lo ringrazio per tutto quello che mi ha dato”. Lo ricorda, con una preghiera, prima e dopo ogni partita. Attorno al gioco, si trascina pure una piccola superstizione: ”Entro sempre in campo con il piede sinistro - raccontò una volta - un motivo particolare non c’è, ma faccio così da quando ero bambino”. Nato in Francia, da genitori emigrati, alla fine ha scelto di giocare con la maglia del Mali, dopo aver ascoltato la Marsigliese per tutte le giovanili: ” stata una scelta molto difficile, ma alla fine sono stato contento, perché ho scelto con il cuore. Sono orgoglioso di giocare per il Paese dei miei genitori”. A Bamako, la capitale, ha ancora le radici di una famiglia che conta altri 14 fratelli e sorelle. Dell’Africa è innamorato, pur avendoci messo i piedi solo quando decise di giocare per la Nazionale. […] Dicono, Benitez compreso, somigli a Vieira: ”Insieme a Zidane, era uno dei miei idoli. Il paragone mi fa ovviamente piacere, ma so che devo ancora lavorare molto. Anche se, un giorno, vorrei essere considerato meglio di lui” […]» (Massimiliano Nerozzi, ”La Stampa” 22/1/2008).