Giovanni Caprara, Corriere della Sera 06/10/2009, 6 ottobre 2009
BABY MAMMUT DI 40 MILA ANNI IN VIAGGIO NEI MUSEI DEL MONDO
Lyuba aveva appena un mese di vita e correva contento dopo la poppata. Ma la tundra siberiana nascondeva un grave pericolo e allontanandosi troppo dalle orme della mamma sprofondava nel fondale melmoso di un fiume. Si dibatteva per uscirne e salvarsi. Ogni sforzo era inutile e moriva soffocato. Ora un gruppo internazionale di paleontologi lo ha ritrovato intatto come era scomparso nella terra acquitrinosa 40 mila anni fa. E così hanno ricostruito gli ultimi strazianti momenti di vita del piccolo animale peloso e le sue condizioni. Nello stomaco, infatti, aveva il latte e in bocca e nell’ancora minuscola proboscide i sedimenti fangosi che aveva inghiottito, soffocandolo.
I suoi resti sono emersi dalla tundra siberiana nella penisola artica di Yamal. Aveva la taglia di un grosso cane e pesava appena una cinquantina di chilogrammi. L’ambiente intorno era molto freddo anche se non più freddissimo perché il clima stava cambiando e comparivano i segni della fine dell’era glaciale.
«C’è quasi un viscerale timore a studiare un piccolo essere come Lyuba» confessa Daniel Fisher dell’Università americana del Michigan che ha partecipato alla spedizione. La minuscola vittima non è tuttavia scomparsa invano perché – dicono i paleontologi – aiuterà a studiare e capire un periodo che si stava facendo critico per i grandi mammiferi che scomparivano proprio verso il termine dell’era glaciale, circa diecimila anni fa. Il terreno ghiacciato (permafrost) in cui Lyuba è stato ritrovato ha favorito la conservazione e il buono stato degli organi e della pelle aiuterà gli scienziati a ricostruire la storia della specie.
La vita dei grandi animali, precursori degli elefanti, non era certo facile nella tundra deserta che prendeva colore solo nella brevissima e tiepida estate quando spuntavano muschi, licheni e arbusti. Si muovevano in piccoli gruppi assieme a bisonti e cervi giganti cibandosi d’erba ma anche di arbusti.
«Studiando i frammenti del suo Dna – spiega Benedetto Sala, paleontologo animale dell’Università di Ferrara – si potrà sapere se era parente delle popolazioni di mammut europee o americane. Questi animali si spostavano molto con il cambio delle stagioni e alcuni sono arrivati in Italia attraverso la Slovenia. Le indagini non mirano alla sua rinascita per clonazione: sarebbe inutile e non avrebbe senso».
Un altro baby-mammut (Dima) era stato scoperto nel 1977 sempre in Siberia, «ma il nuovo ritrovamento – nota Sala – offrirà risultati migliori perché oggi si dispone di strumenti di ricerca più sofisticati tanto da vedere con il microscopio a scansione persino la flora batterica intestinale». Ora il Lyuba sarà preparato per un tour nei più importanti musei paleontologici del mondo. La prima esibizione è in programma al «The Field Museum» di Chicago e l’ultima sarà a Londra al Natural History Museum nel 2014.