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 2009  ottobre 05 Lunedì calendario

Volpi Franco

• Vicenza 4 ottobre 1952, Vicenza 14 aprile 2009. Filosofo • «[...] insegnava Storia della filosofia all’Università di Padova. morto in un incidente stradale ([...] era in bicicletta sui monti Berici, è stato travolto da un’auto), come Roland Barthes. Al suo nome sono legati, oltre a libri di alta e buona divulgazione, gli studi sul nichilismo, sul pensiero tedesco moderno e contemporaneo, e soprattutto il corpus delle opere di Martin Heidegger pubblicate da Adelphi. Volpi ha fatto molto per la cultura italiana e per la diffusione della filosofia in un periodo in cui l’antica disciplina di Platone e Aristotele è diventata una passione popolare. [...] Fu uno dei migliori allievi dell’’aristotelico” Enrico Berti, anzi è stato il più contemporaneista tra loro: ha esordito con il saggio Heidegger e Brentano (Cedam, 1976) e con il suo maestro ha firmato il terzo volume di una Storia della filosofia (Laterza, 1991) che conobbe una certa fortuna nei licei italiani. Aveva la vocazione dell’organizzatore oltre che quella dello studioso. Sotto questo aspetto va elogiato per il Dizionario delle opere filosofiche (Bruno Mondadori, 2000) che reca il suo nome al frontespizio, ma si avvale di decine e decine di collaboratori per le singole voci. [...] la sua eccellente conoscenza del tedesco lo portò a realizzare l’edizione italiana di alcune tra le più importanti opere di Heidegger. Se oggi riusciamo a leggere – e in Italia i professori che possono permettersi la lingua originale sono davvero pochi – pagine fondamentali di questo filosofo, dobbiamo ringraziare Franco Volpi. Senza di lui non avremmo nella prestigiosa ”Biblioteca filosofica” Adelphi opere di Heidegger quali Segnavia, Parmenide, L’essenza della verità. Sul mito della caverna e sul ”Tee­teto” di Platone, gli importanti Contributi alla filosofia o I concetti fondamentali della filosofia antica. Certo, c’è stato anche un Volpi che si impegnava a diffondere, attraverso la collaborazione a Repubblica, le idee filosofiche (e con Antonio Gnoli firmò, tra l’altro, L’ultimo sciamano, Bompiani) o quello che si concedeva il lusso di arricciare il naso dinanzi alla nuova traduzione di Essere e tempo di Heidegger realizzata da Alfredo Marini (Mondadori), e riproponeva la vecchia versione di Pietro Chiodi, limitandosi ad aggiungere degli apparati critici alla fine. Franco Volpi rimarrà per il suo saggio su Il nichilismo (Laterza). Si legge facilmente e insegna che la crisi della ragione, la perdita del centro, la decadenza dei valori si presentano a noi ogni giorno con il proprio nome o sotto altre sembianze. [...]» (Armando Torno, ”Corriere della Sera” 15/4/2009).