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 2009  ottobre 05 Lunedì calendario

Ma la holding non rischia ha in cassa un miliardo e le controllate guadagnano- Prima del lodo, Fininvest disposta a un conguaglio in favore di Cir

Ma la holding non rischia ha in cassa un miliardo e le controllate guadagnano- Prima del lodo, Fininvest disposta a un conguaglio in favore di Cir. Dopo la corruzione, il conguaglio va a Berlusconi MILANO - Che cosa può succedere al gruppo Fininvest di proprietà della famiglia Berlusconi quando dovrà versare i 750 milioni di euro alla Cir come previsto dalla sentenza civile di primo grado depositata l´altroieri? Succederà una cosa molto semplice, diminuirà drasticamente la dotazione liquida della Fininvest che a fine 2008 (dati del bilancio depositato) ammontava a 1,1 miliardi di euro. Ma di certo non verranno messe a repentaglio le attività delle controllate, Mediaset, Mondadori e Mediolanum che ogni anno pompano verso l´alto un bel flusso dividendi. Per fare un esempio, nell´anno della crisi globale, il 2008, la Fininvest ha chiuso l´esercizio con un utile netto di 131 milioni, in flessione dai 365 milioni dell´anno precedente, ma pur sempre in utile. E ciò grazie al reddito prodotto dalle controllate Mediaset, Mondadori e Mediolanum. L´unica area dove la Fininvest perde invece che guadagnare è quella sportiva, dove il Milan assorbe circa 60 milioni all´anno. Dunque il grido di dolore di Berlusconi, «se è così chiudo», all´indomani della sentenza di Milano, appare ancora una volta come l´ennesimo atto di vittimismo volto a influenzare l´opinione pubblica. Al massimo si può dire che dopo il pagamento dei 750 milioni alla Cir la Fininvest avrà meno risorse a disposizione per diversificare ulteriormente la propria attività. Oppure che il suo Nav (valore netto patrimoniale) sarà meno ricco per 750 milioni. D´altronde, un´ingente massa di liquidità è entrata nelle casse della Fininvest nell´aprile 2005, quando la holding decise di collocare sul mercato una quota pari al 16,68% di Mediaset scendendo nel controllo a poco più del 30%. La vendita di quelle azioni al valore unitario di 10,5 euro (oggi ne valgono 4,6) effettuato con la collaborazione della Jp Morgan produsse un incasso per Fininvest di 2,08 miliardi di euro. Piuttosto, più che piangere miseria oggi Berlusconi non avrebbe dovuto incaricare l´avvocato Previti di pagare il giudice Metta per ribaltare il "lodo Mondadori" nell´ormai lontano giugno 1990. Da quando quel lodo è stato capovolto con una sentenza "corrotta", nel gennaio 1991, e dal successivo accordo con la Cir di Carlo De Benedetti del giugno 1991, la Fininvest è ingiustamente proprietaria della Mondadori. Una casa editrice (vedere tabella) che in 19 anni ha prodotto ben 1,2 miliardi di utile netto e la cui capitalizzazione di Borsa è cresciuta di 400 milioni con dei picchi abnormi negli anni della bolla Internet. Ma ottenere la restituzione della quota di utili e capitale ingiustamente accaparrati si sarebbe rivelato troppo arduo in sede giudiziaria, pur con il sostegno di una sentenza penale passata in giudicato che stabilisce l´avvenuta corruzione del contro-lodo Mondadori. Anche perché gli avvocati difensori della Fininvest hanno sostenuto che non si può essere sicuri al 100% che un giudice non corrotto avrebbe deciso in maniera diversa da Metta. Cioè, nella sostanza, è vero che la sentenza è corrotta ma non si può essere sicuri che il giudizio nel merito sia ingiusto. E così i legali della Cir hanno deciso di battere un´altra strada, su cui i margini di incertezza sono quasi inesistenti. E cioè che la corruzione del lodo Metta ha tolto la possibilità alla Cir di avere una sentenza favorevole presso la Corte d´Appello. E il danno patrimoniale subito dalla Cir a causa del ribaltamento del lodo è stato calcolato sulla base di un semplice elemento. Prima del lodo arbitrale del giugno 1990 le parti, cioè Fininvest e Cir, con la mediazione di Mediobanca avevano quasi raggiunto un accordo per la divisione delle attività. I contorni della separazione erano più o meno simili a quelli poi effettivamente raggiunti un anno dopo, questa volta con la mediazione Ciarrapico. La differenza sostanziale è che prima del lodo vi era un conguaglio a favore della Cir mentre successivamente al lodo e al suo ribaltamento il conguaglio si è trasformato a favore della Fininvest. Dunque la sentenza Metta ha oggettivamente indebolito il fronte Cir nelle trattative provocando un danno facilmente quantificabile che poi, per arrivare ai giorni nostri, deve essere aumentato di interessi e rivalutazioni. Ma bisognerà attendere il deposito delle motivazioni del giudice Mesiano per capire con precisione come si è arrivati alla cifra di 750 milioni e se lo stesso giudice ha tenuto o meno in conto la tesi della difesa, cioè che esiste un ipotetico margine di incertezza sull´ingiustizia della sentenza Metta comunque corrotta. Infine la Corte d´Appello a cui Fininvest ha deciso di ricorrere dovrà decidere se esistono i presupposti per la sospensiva del risarcimento. Che sono in sostanza due: o la sentenza è manifestamente infondata, oppure c´è il rischio che chi deve ricevere il risarcimento non sia poi nella condizione di restituirlo nel caso la sentenza venga ribaltata.