Rita Sala, il Messaggero 5/10/2009, 5 ottobre 2009
LA RINASCITA E L’ORGOGLIO
BARI Chi lo voleva bianco, chi rosso. L’importante come dice il sovrintendente della Fondazione lirica, Giandomenico Vaccari è che il Teatro Petruzzelli di Bari, distrutto da un incendio doloso 18 anni fa, abbia riaperto finalmente i battenti (in versione rossa) al suo pubblico, alla città, al mondo. Ieri sera, con un magnifico plenilunio, la sospirata inaugurazione, alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, dell’arcivescovo di Bari, Francesco Cacucci, del sindaco Michele Emiliano, degli eccellenti di prammatica, locali e nazionali tra i quali il ministro Raffaele Fitto, il governatore Niky Vendola, Massimo D’Alema, Salvatore Nastasi, direttore generale dello Spettacolo.
E’ stata scelta, per aprire, la musica che l’Europa ha eletto a proprio emblema, la Nona Sinfonia di Beethoven, comprensiva di quell’Inno alla gioia che universalmente richiama all’età dell’oro, pacifica, fervente, civile, persino estetica. Prima dell’Inno di Mameli e dei saluti istituzionali, ovviamente legati al ricordo delle tappe, non sempre facili, della rinascita di uno spazio cui Bari tiene moltissimo, hanno ripreso vita, sulla cupola, i bellissimi affreschi di Raffaele Armenise. Una magia sulle note della Casta diva di Bellini cantata dalla Callas (era la Norma, nel lontano ottobre 1991, il titolo in scena al Petruzzelli). Bordate di luce, quindi il fuoco, il crepitio delle fiamme che 18 anni fa consumarono, di fronte a una città notturna e sbigottita, un secolo d’arte e di storia. Il boato, il crollo della cupola e all’istante, per tetto, un cielo di stelle. Infine, lanciate dal basso con un sofisticato sistema di proiezioni, le immagini degli affreschi. I due decenni di attesa che Bari ha trascorso per riavere il suo Politeama si sono così condensati in un video di sette minuti, realizzato dall´artista veneziano Gianfranco Iannuzzi. Andrà ”in scena” ogni sera di recita, per due anni dalla riapertura di ieri.
Beethoven ha fatto il resto, vanificando eleganze, effervescenze, presenzialismi e formalità. Il rito, quando il giovane maestro baresa Fabio Mastrangelo (dal 2002 vive a San Pietroburgo, dove lavora con Yuri Temirkanov, spesso sostituendolo alla guida della Filarmonica) è salito sul podio, nello sfolgorìo degli ori, nell’abbraccio dei rossi di platea, la musica l’ha fatta da padrona. L’Orchestra della Provincia di Bari e il Coro della Fondazione Petruzzelli (diretto da Franco Sebastiani) si sono trasfornati, giocoforza, in due leoni, dando il meglio per onorare l’evento. Hanno cantato il soprano Veronica Dzhioeva; il mezzosoprano Sara Allegretta; il tenore Stig Andersen; il basso Mikhail Kazakov. Un’ora e un quarto di opportuna bellezza.
Oggi il concerto verrà replicato alle 20.30 per tutte le maestranze che hanno lavorato alla ricostruzione del Teatro e per 1200 cittadini scelti con un sorteggio. Per consentire al maggior numero possibile di baresi di assistere al concerto pomeridiano di ieri (18.30) e a quello serale odierno, la Fondazione Petruzzelli ha inoltre allestito un maxischermo affacciato sulla via Alberto Sordi, a Largo XXIV Maggio.
Infine, prima di parlare dell’immediato futuro del nuovo Petruzzelli, un po’ di memoria. I lavori di ricostruzione sono cominciati nel giugno 2007, arrivando a ultimazione il 6 dicembre 2008. Hanno lavorato 120 operai, 30 modellatori e restauratori, tre architetti, Giorgio Funaro, Maurizio Lorenzoni e Nunzio Tomaiuoli. Il gruppo ha operato in un laboratorio di 2000 metri quadrati appositamente attrezzato a Bari per ricreare tutti gli elementi seriali delle decorazioni del Politeama, riprodotti sulla base della documentazione fotografica esistente e utilizzando i frammenti recuperati e catalogati dopo l’incendio. Il gruppo scultoreo dell’arco di proscenio è stato invece realizzato nel Laboratorio di Scenotecnica ”De Angelis” a Roma, a Cinecittà.
Rinato come era e dove era, oggi il Petruzzelli è comunque protetto da adeguati impianti di sicurezza e dotato di strutture tecniche e di servizio di assoluta avanguardia. Può accogliere 1482 spettatori, 450 in platea e i restanti 1032 nei sei ordini di palchi e gradinate. Attenzione speciale è stata riservata all’acustica. Il sistema di proiezioni per i campi della cupola è ad alta definizione.
Alla fine del mese dice il sovrintendente Vaccari ci sarà una rappresentazione del Sogno di una notte di mezza estate di Britten, «per collaudare definitivamente il palcoscenico». Poi, il 6 dicembre, festa di San Nicola (ieri era la festa di San Francesco, patrono d’Italia), una «seconda inaugurazione, con un titolo importante che viene dalla Scala e sancisce il rapporto di collaborazione fra Bari e Milano». Si sussurra possa essere l’Aida con la regia di Franco Zeffirelli. Nel segno delle celebrazioni dell’Unità d’Italia (come ha ricordato Letta) e di un ritrovato teatro ”per la comunità, per la dignità del Sud e contro tutte le mafie” lo ha ricordato il sindaco Emilianoi.