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 2009  ottobre 03 Sabato calendario

LA SPESA NEI CAMPI COL GPS, COSì RITROVIAMO I SAPORI PERDUTI


L’uva da tavola - chicchi grandi e freschi - nelle botteghe del centro storico di Bologna ieri mattina veniva pagata anche 3,99 euro al chilo. Sempre ieri, a Lecce, i coltivatori di uva Italia e Regina raccontavano (alla conferenza economica della Cia, Confederazione italiana agricoltori) che «con i prezzi che corrono, l´uva la dobbiamo lasciare nel vigneto». «Ci pagano dai 10 ai 25 centesimi al chilo e l´uva da tavola non può essere raccolta a macchina. I dieci centesimi non pagano nemmeno il vendemmiatore. Se poi facciamo i conti con le spese di tutto l´anno, siamo alla disperazione». Nasce da confronti come questo, fra i prezzi pagati al produttore e quelli pagati dal consumatore, l´idea di spezzare una filiera che diventa una catena, per mettere in contatto diretto chi produce l´uva Regina e chi la compra per la propria tavola. Per favorire il contatto - questa l´idea della Cia - si chiede aiuto anche alla tecnologia: un navigatore satellitare che indichi al cittadino la strada del risparmio.
«Il primo esperimento - dice Matteo Ansanelli, che ha curato l´uso del Gps nella ricerca di bistecche, caciotte e fragole - l´abbiamo fatto l´anno scorso proprio in Puglia. Abbiamo costruito un sito, laspesaincampagna.net, per mettere in contatto consumatori e produttori della regione. Adesso l´abbiamo allargato a tutto il territorio nazionale. Ci sono già diecimila aziende, raggiungibili con un clic». Il navigatore - i dati sono già inseriti nei Gps in vendita - spiega poi come raggiungere queste aziende e riempire davvero, e non solo virtualmente, le borse della spesa. «Pensiamo che, nel contatto diretto, si possa risparmiare davvero. Su 100 euro di prodotti alimentari, rispetto alla tradizionale catena distributiva c´è un taglio del 30%. Anche contando il costo benzina, con una spesa media di 5 euro, resta sempre un risparmio di 25 euro». Certo, il consumatore milanese non avrà vantaggio a comprarsi l´uva direttamente in Puglia, ma potrà cercare aziende vicine. «Secondo i nostri calcoli - dice Giuseppe Politi, presidente della Cia - con i troppi passaggi e i troppi intermediari fra campo e tavola si arriva ad aumenti pari anche al 900%. In particolare, comprando frutta e verdura in campagna si può risparmiare il 40-45%, mentre per il vino e l´olio resta nel portafoglio il 25-30% del denaro che si spenderebbe nei negozi».
Non è un caso che l´idea sia nata in Puglia. «Se l´uva non vale nemmeno la spesa della vendemmia - dice Luigi Valente dell´ufficio studi Cia - per il grano duro, quello che viene usato per la pasta, va ancora peggio. Quest´anno viene pagato dai 14 ai 15 euro al quintale. Vent´anni fa veniva pagato l´equivalente di 25 euro. E uva e grano duro rappresentano l´80% della produzione agricola pugliese». Un Gps non può certo fare miracoli, ma può essere uno strumento in più in mano a chi fa la spesa e non si accontenta più di riempire la sporta. Vuole scegliere, e si dà da fare. L´83% degli italiani - secondo una ricerca presentata ieri alla conferenza di Lecce - preferisce un prodotto nazionale. Il 62% ritiene che il biologico sia più sicuro (nel sito c´è anche una guida ai prodotti naturali). Il 75% ritiene che le Dop (denominazione d´origine protetta) e le Igp (indicazione geografica protetta) siano prodotti di alta qualità ma troppo cari per le loro tasche. Il 78 per cento dice no agli Ogm, il 91 chiede che su ogni prodotto ci sia un´etichetta chiara, soprattutto per quanto riguarda l´origine.
La crisi non investe solo grano e uva. «Un´impresa su tre - ha detto Giuseppe Politi - è a rischio. I bilanci aziendali sono sempre più in rosso perché i costi produttivi crescono in modo preoccupante. Quest´anno più di 25 mila aziende chiuderanno e più di due milioni di ettari non saranno più coltivati. In altri settori, chi chiede fondi e incentivi li ottiene. Per l´agricoltura ci sono soltanto annunci. Non solo. Dalla tasche degli agricoltori vengono prelevati ogni anno 550 milioni, togliendo risorse in un momento di grave crisi. In più, il nostro è l´unico settore che con la Finanziaria 2010 subisce un aggravio. Si tagliano le agevolazioni previdenziali per le imprese che sono nelle aree svantaggiate, con un onere di altri 200 milioni». Non sarà un Gps a salvare la campagna. Ma servirà a indicare la strada verso chi produce cose buone e vorrebbe venderle a un prezzo giusto. Prima che il navigatore annunci: «Spiacenti. Azienda richiesta: cessata attività».