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 2009  ottobre 05 Lunedì calendario

La storia vera del manager-operaio- Ruggeri: dalla catena di montaggio in Fiat ad amministratore delegato di New Holland Questo è un libro ecce­zionale, nel vero sen­so del termine

La storia vera del manager-operaio- Ruggeri: dalla catena di montaggio in Fiat ad amministratore delegato di New Holland Questo è un libro ecce­zionale, nel vero sen­so del termine. Si trat­ta della storia – appunto ec­cezionale, unica, soprattut­to nel panorama italiano, scritta da se medesimo – di un ragazzino che, figlio di padre operaio e di madre operaia, nipote di nonno operaio e di nonna portina­ia (nella cui portineria al 9 di piazza Vittorio Veneto a Torino visse i primi anni del­la sua esistenza: al terzo pia­no abitava l’architetto Etto­re Sottsass Sr., il cui figlio, Ettore Jr., divenne molto ce­lebre, marito di Fernanda Pivano, detestato dal nostro autore perché esigeva che gli si rivolgesse con l’appel­lativo di «signorino» e lo trattava «come un servo»), iniziò a lavorare anche lui come operaio alla Fiat, per salire però tutti i gradini di una carriera che lo portò ai vertici supremi dell’azienda torinese, quale amministra­tore delegato di New Hol­land (la società nata dalla fu­sione tra Fiat e Ford). Da qui fu «licenziato per ecces­so di successo», e iniziò quindi una nuova e brillan­tissima carriera prima co­me consulente e poi come imprenditore in proprio. Il libro, che si lascia leggere con estremo piacere, ricco com’è di gustosissimi e si­gnificativi aneddoti – co­me gli incontri con Siad Bar­re, il presidente della Soma­lia, sempre circondato da due piccoli leoni che, col passare del tempo (le tratta­tive africane sono sempre molto lunghe), divenivano vieppiù grandi e inquietan­ti; come il primo incontro con il potentissimo cardinal Silvestrini nelle stanze di­pinte da Raffaello con qua­dretti profani «per far ripo­sare la mente»; e moltissimi altri – rivela una personali­tà sensibile, un carattere for­te e dotato di spiccata indi­pendenza intellettuale. Il punto forse più interessan­te per i nostri lettori è l’anali­si dall’interno della Fiat, fat­ta con assolute onestà e spietatezza di giudizio. La tesi fondamentale è che i problemi della nostra pri­ma e più importante azien­da derivino da una pernicio­sa commistione tra le auste­re leggi dell’economia e «inutili componenti intellet­tualistiche e sociologiche», nonché da un’indebita sud­ditanza verso centri di pote­re esterni all’azienda. La te­si è discutibile (soprattutto oggi). Indiscutibile è invece la verità di un’affermazione di Ruggeri: «Sappiamo che non possiamo perdere tem­po a dilaniarci sul passato, non possiamo accettare il presente, dobbiamo insie­me progettare un futuro di successo».