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 2009  ottobre 05 Lunedì calendario

NUOVA DIRETTIVA EUROPEA DEI PAGAMENTI PER VOCE ARANCIO


Chi è stato più attento se n’è accorto da tempo: in banca qualcosa sta cambiando. Da più di un anno, ad esempio, per fare un bonifico o incassare dei soldi, allo sportello non identificano più i conti bancari con i vecchi numeri Abi e Cab. Adesso serve l’Iban. E chi ha guardato bene le nuove carte bancomat avrà notato che, se prima c’era solo una banda magnetica, da qualche mese c’è anche un chip sulla tessera. Possono sembrare novità di poco conto, semplici tecnicismi bancari. Invece non è così. Sono tra i primi passi visibili dell’Area unica dei pagamenti in euro, (Single Euro Payments Area, Sepa), un sistema che, dopo l’introduzione della moneta unica, rappresenta il secondo grande passo avanti verso l’integrazione economica dell’Europa.
Il Vecchio Continente, in contanti, è già unito. Dal 2002, con un unico borsellino, riempito con le stesse banconote e le stesse monete, si può fare la spesa in sedici paesi dell’Unione europea. Ma i contanti non sono l’unico strumento di pagamento: ci sono le carte bancomat, le carte di credito, i bonifici, i Rid. Per questi strumenti l’Europa dell’euro è meno unita. Perché resistono delle differenze tra i sistemi nazionali, diversità che possono trasformare un pagamento internazionale in una corsa a ostacoli: poche le certezze sui tempi di incasso, spesso misteriose le commissioni sull’operazione, poco chiare anche le forme di tutela nei casi di pagamenti non autorizzati.
 per annullare queste barriere che è nata la Sepa. Le banche europee nel 2002 si sono organizzate nel Consiglio europeo per i pagamenti (European Payments Council, Epc), un organismo che oggi raggruppa 74 membri e ha coordinato il passaggio dai sistemi di pagamento nazionali a quelli europei.
’Noi banche europee e associazioni del settore creditizio – scriveva l’Epc nel suo Libro Bianco – condividiamo l’idea che i pagamenti effettuati nell’area dell’euro sono da considerarsi pagamenti domestici, uniamo le forze per sostanziare questa nostra visione, a vantaggio dei clienti, delle imprese e delle banche in Europa, diamo avvio all’area unica dei pagamenti”.
L’obiettivo dell’Epc è quello di creare un mercato dei pagamenti armonizzato che offra degli strumenti di pagamento comuni (bonifici, incassi, addebiti diretti e carte di pagamento), che possono essere utilizzati all’interno dei 32 paesi membri con la stessa facilità e sicurezza su cui si può contare nel proprio contesto nazionale. Saranno uguali, in tutta l’area, le condizioni di base, i diritti e gli obblighi di ogni pagamento. Indipendentemente da dove ci si trova.
Tutti pagamenti domestici, scriveva l’Epc: significa che, anche per i pagamenti non in contanti, l’Europa si potrà considerare un paese unico. Per esempio per un milanese non farà nessuna differenza pagare con il bancomat il conto di un ristorante in Piazza Duomo o usare quella carta per fare shopping in un negozio della Praça do Comércio di Lisbona. Lo stesso varrà per i prelievi. E ”pagamento domestico” significa anche che un bonifico in arrivo da Oslo ha la stessa sicurezza, gli stessi tempi, le stesse garanzie di uno partito da Novara.
Non parliamo di uno scenario futuribile. Perché in parte il progetto dell’Epc si è già concretizzato, e manca solo un mese a un passaggio decisivo. Entro il 1° novembre 2009 tutti i governi dell’Unione europea più quelli dei quattro paesi dell’area Efta (Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein) e quello del Principato di Monaco, dovranno avere recepito nelle proprie normative la ”Direttiva europea sui Servizi di Pagamento” del 13 novembre 2007, che fissa il quadro normativo comune per consentire lo sviluppo dell’Area unica dei pagamenti in euro. Entro il 2010 tutta la ”migrazione” dei sistemi di pagamento nazionali a quello europeo dovrà essere completata.
Il cammino della Sepa si è articolato in tre fasi: l’elaborazione e attività preparatorie; la realizzazione; il funzionamento parallelo e adozione graduale dei nuovi strumenti. Oggi siamo nel pieno della terza fase.
Per i bonifici il passaggio alla Sepa ha già ingranato. A partire dal 28 gennaio 2008 la banche hanno iniziato ad offrire il servizio di Sepa Credit Transfer in parallelo con il tradizionale servizio di bonifico nazionale, che va verso la cancellazione. Il tempo massimo di esecuzione previsto dallo Schema Sepa per i bonifici è di 3 giorni lavorativi successivi alla data di accettazione da parte della banca. Ma già dal 2 novembre l’intervallo tra l’invio e la ricezione dei soldi tra i clienti si dovrà abbassare a 2 giorni lavorativi, considerati a partire dall’invio dell’ordine e non più dalla sua accettazione. E dal 2012 i tempi complessivi di esecuzione saranno ulteriormente ridotti a 1 giorno lavorativo successivo alla data di ricezione dell’ordine grazie alla contrazione del tempo di esecuzione della banca dell’ordinante.
Per eseguire un bonifico Sepa bisogna fornire alla banca il codice Iban su cui accreditare il pagamento e il codice Bic (o Swift) della banca del beneficiario. Sempre che la propria banca non ci offra il servizio di derivazione del Bic dall’Iban, semplificandoci ulteriormente le cose: difatti l’istituto può essere in grado di desumere il codice Bic dall’Iban utilizzando le tabelle di conversione dai codici nazionali di banca e sportelli presenti in posizione fissa nell’Iban.
Al beneficiario di un pagamento Sepa dovrà essere sempre accreditato l’intero importo trasferito; le tariffe per il servizio di trasferimento del denaro dovranno essere addebitate con un’operazione separata. Un modo per rendere più trasparente e chiaro il passaggio di denaro e i costi dell’operazione.
Tutte regole, comunque, che valgono solo per i bonifici ordinari, non per quelli ”di importo rilevante”,cioè superiori ai 500mila euro di valore, né per quelli ”urgenti”. Il ”bonifico estero” resterà, ma chiaramente sarà utilizzato solo verso i paesi che non aderiscono alla Sepa.
Anche con le carte di credito e i bancomat i pagamenti si fanno più semplici. Il circuito degli sportelli Atm europei si sta unificando, un processo che dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno. Già oggi è possibile utilizzare il proprio bancomat per pagare gli esercenti o ritirare contante in uno qualunque dei 32 paesi della Sepa, senza nessuna differenza (anche a livello di commissioni) rispetto alle operazioni fatte in Italia. In più la nuova tecnologia chip aggiunge sicurezza alla carta bancomat, perché rispetto alla vecchia banda magnetica il chip rende molto più difficile la clonazione della carta.
E il 2 novembre inizierà l’offerta generalizzata a livello europeo dei servizi di addebito diretto preautorizzato (i Rid) e degli incassi tra aziende, i cosiddetti ”business to business”. uno degli ultimi passaggi decisivi verso l’uso generalizzato dei strumenti Sepa.
Altra novità introdotta dalla Direttiva europea è la previsione di una nuova figura di soggetto specializzato nell’offerta di servizi di pagamento e dotato di passaporto europeo, definito ”Istituto di pagamento”. Un ente diverso dalla banca tradizionale, perché non potrà raccogliere depositi né emettere moneta elettronica, ma potrà abbinare all’attività finanziaria attività commerciali. Potranno fare da istituti di pagamento, ad esempio, il supermercato o un operatore telefonico: tramite loro si potranno pagare, per esempio, le bollette del telefono, della luce, del gas.
Per le banche il nuovo sistema rappresenta una spinta alla concorrenza. I vantaggi (o gli svantaggi) legati al proprio sistema nazionale, difatti, spariscono. Gli istituti potranno muoversi su tutta l’area Sepa, proponendo ovunque le proprie offerte. I clienti, abituati a studiarsi le già numerose proposte delle banche italiane o di quelle straniere che operano in Italia, potranno allargare lo sguardo anche all’estero, perché la nazionalità del’istituto non sarà più una caratteristica per forza discriminante.
Mettiamo che un italiano si trasferisca a lavorare per un anno a Londra. Grazie all’introduzione del Sepa si potrà dare al proprio datore di lavoro inglese l’Iban del conto italiano, e lì sarà accreditato lo stipendio, senza nessun costo aggiuntivo. La compagnia telefonica inglese, così come le società che gli forniscono luce e gas e quelle che gli danno tutti gli altri servizi da pagare con cadenza periodica, potranno ottenere i soldi delle bollette tramite Rid direttamente collegati al conto italiano. Col bancomat italiano si potrà fare la spesa nei negozi inglesi senza pagare commissioni aggiuntive. E se il lavoratore vorrà inviare soldi dall’Inghilterra all’Italia potrà farlo con la stessa facilità con cui oggi fa un bonifico nazionale.
Per facilitare l’instaurarsi di rapporti duraturi con gli Istituti di pagamento, la Direttiva ha introdotto il cosiddetto "conto di pagamento", un conto pensato esclusivamente per effettuare pagamenti e già funzionante nel mercato italiano. un tipo di conto che permette il trasferimento di denaro in area euro, di effettuare pagamenti, di ricaricare il cellulare, di domiciliare le utenze. Inoltre, per venire incontro all’esigenza dell’utente di effettuare pagamenti, gli Istituti di pagamento potranno fare credito alla clientela anche sui conti di pagamento: in questo caso, la linea di credito potrà avere una durata massima di 12 mesi non rinnovabili.
I vantaggi più evidenti sono per chi viaggia di frequente e per chi vive all’estero per un lungo periodo di tempo, per studio, per lavoro, per vacanza. Per tutti il proprio conto in banca italiano varrà nei paesi Sepa come un conto domestico, una sorta di ”conto corrente europeo” che rende non più necessario il tenere aperti conti in più nazioni per velocizzare e semplificare le operazioni di incasso o di pagamento.
Anche a livello di imprese e di enti pubblici i benefici sono notevoli. Le operazioni internazionali si fanno semplici come lo sono oggi quelle domestiche. Ad esempio una multinazionale potrà pagare lo stipendio di tutti i suoi dipendenti in Europa accentrando la tesoreria in un unico Paese, così da controllare più saldamente la situazione. E un ente previdenziale potrà pagare le pensioni in tutti Paesi Sepa a partire da un solo conto.