http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_II_delle_Due_Sicilie, 5 ottobre 2009
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Biografia di Francesco II di Borbone (Franceschiello)
Francesco II di Borbone, battezzato Francesco d’Assisi Maria Leopoldo (Napoli, 16 gennaio 1836 – Arco, 28 dicembre 1894), è stato re del Regno delle Due Sicilie dal 22 maggio 1859 al 13 febbraio 1861. Figlio di Ferdinando II di Borbone e della prima moglie Maria Cristina di Savoia (figlia di re Vittorio Emanuele I), che morì dandolo alla luce, sarà il quinto e ultimo Borbone sul trono di Napoli. Biografia [modifica] Di carattere mite e bonario, fu educato secondo rigidi precetti morali e religiosi. Da giovane fu tenuto lontano dagli affari dello Stato, cosa che lo rese privo della necessaria competenza militare, mostrata invece dal padre in più occasioni. Sposò nel 1859 Maria Sofia di Baviera, sorella dell’imperatrice Elisabetta di Baviera (più conosciuta col nome di Sissi, sposa dell’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe), la quale era più giovane di lui di 5 anni ed aveva un temperamento del tutto opposto al suo. Secondo alcuni, il matrimonio fu consumato solo un mese più tardi, grazie anche all’interessamento di Padre Borrelli, forse perché Francesco II era stato educato in modo religiosissimo: entrava infatti in camera da letto dopo che la moglie si era addormentata e si alzava dallo stesso la mattina di buon’ora. Salito al trono alla morte del padre il 22 maggio 1859, ne seguì inizialmente l’indirizzo politico. Il suo carattere fatalista e pio spinse la regina Maria Sofia a tentare di prendere la direzione degli affari del regno, entrando così in aperto contrasto con la matrigna del re, la regina madre Maria Teresa. In politica interna Francesco II di Borbone, pur regnando per poco più di un anno come sovrano sul trono di Napoli, ebbe tempo di varare varie riforme: concesse più autonomie ai comuni, emanò amnistie, nominò delle commissioni aventi lo scopo di migliorare le condizioni dei carcerati nei luoghi di detenzione, dimezzò l’imposta sul macinato, ridusse le tasse doganali, fece aprire le borse di cambio a Reggio Calabria e Chieti; inoltre, siccome era in corso una carestia dette ordini per l’acquisto di grano all’estero per rivenderlo sottocosto alla popolazione e per donarlo alle persone più indigenti, ampliò la rete ferroviaria del Regno (Napoli-Foggia, Foggia-Capo d’Otranto, Palermo-Messina-Catania). In ultimo, ancora nel 1862, quando era ormai già esule in Roma, inviò una grossa somma in aiuto ai napoletani vittime di una delle tante eruzioni del Vesuvio. In politica estera, dopo un iniziale allineamento alle posizioni conservatrici dell’Austria, in conseguenza dello sbarco di Giuseppe Garibaldi in Sicilia e della sua rapida avanzata fece molte concessioni liberali, in ciò consigliato dal suo primo ministro Carlo Filangieri, richiamando in vigore la Costituzione già concessa da Ferdinando II nel 1848 (atto sovrano del 25 maggio 1860). Al precipitare degli avvenimenti cercò persino un’alleanza col cugino Vittorio Emanuele II di Savoia (giugno-luglio 1860), che la rifiutò. Tramonto di un Regno [modifica] Regno di Napoli e Sicilia (1734-1816) Regno delle Due Sicilie (1816-1860) Borbone di Napoli Coat of arms of the Kingdom of the Two Sicilies.svg Carlo VII (1734-1759) ▼ espandi Figli * Maria Isabella (1740-1742) * Maria Giuseppina (1742-1742) * Maria Isabella (1743-1749) * Maria Giuseppina (1744-1801) * Maria Ludovica (1747-1777) * Filippo (1744-1801) * Carlo Antonio (1748-1819) * Maria Teresa (1749-1750) * Ferdinando (1751-1825) * Gabriele (1752-1788) * Maria Anna (1754-1755) * Antonio Pasquale (1755-1817) * Francesco Saverio (1757-1771) Ferdinando IV (1759-1816) poi Ferdinando I (1816-1825) ▼ espandi Figli * Maria Teresa (1772-1807) * Maria Luisa (1773-1802) * Carlo Tito (1775-1778) * Maria Anna (1775-1780) * Francesco Gennaro (1777-1830) * Maria Cristina (1779-1849) * Maria Cristina Amalia (1779-1783) * Carlo Gennaro (1780-1789) * Giuseppe Carlo (1781-1783) * Maria Amalia (1782-1866) * Maria Antonia (1784-1806) * Maria Clotilde (1786-1792) * Maria Enrichetta (1787-1792) * Carlo Gennaro (1788-1789) * Leopoldo (1790-1851) * Alberto Maria (1792-1798) * Maria Isabella (1793-1801) Francesco I (1825-1830) ▼ espandi Figli * Maria Carolina (1798-1870) * Ferdinando (1800-1801) * Luisa Carlotta (1804-1844) * Maria Cristina (1806-1878) * Ferdinando Carlo (1810-1859) * Carlo Ferdinando (1811-1862) * Leopoldo (1813-1860) * Maria Antonietta (1814-1898) * Antonio (1816-1843) * Maria Amalia (1818-1857) * Maria Carolina (1820-1861) * Teresa Maria Cristina (1822-1889) * Luigi Carlo (1824-1897) * Francesco di Paola (1827-1892) Ferdinando II (1830-1859) ▼ espandi Figli * Francesco d’Assisi (1836-1894) * Luigi (1838-1886) * Alberto (1839-1844) * Alfonso (1841-1934) * Maria Annunziata (1843-1871) * Maria Immacolata Clementina (1844-1899) * Gaetano (1846-1871) * Giuseppe (1849-1822) * Maria Pia (1849-1882) * Vincenzo (1851-1854) * Pasquale (1852-1904) * Maria Luisa Immacolata (1855-1874) * Gennaro (1857-1867) Francesco II (1859-1894) ▼ espandi Figli * Maria Cristina Pia (1869-1870) Alfonso (1894-1934) ▼ espandi Figli * Ferdinando Pio (1869-1960) * Carlo Tancredi (1870-1949) * Francesco di Paola (1873-1876) * Maria Immacolata (1874-1947) * Maria Cristina (1877-1947) * Maria Pia (1878-1973) * Maria Giuseppina (1880-1971) * Gennaro (1882-1944) * Ranieri (1883-1973) * Filippo (1885-1949) * Francesco d’Assisi (1888-1914) * Gabriele (1897-1975) Ferdinando Pio (1934-1960) ▼ espandi Figli * Maria Antonietta (1898-1957) * Maria Cristina (1899-1985) * Ruggero (1901-1914) * Barbara (1902-1927) * Lucia (1908-2001) * Urraca Maria (1913-1999) ▼ espandi NOTA Con l’atto di Cannes, Carlo Tancreti avrebbe rinunciato al diritto di succedere a suo fratello Ferdinando Pio per poter entrare nella famiglia reale spagnola. Il titolo di Capo della Real Casa delle Due Sicilie fu quindi assunto dal fratello minore Ranieri, ma la presunta rinuncia di Carlo Tancredi fu contestata dal figlio Alfonso Maria che rivendicò per sé e per i suoi discendenti il titolo. Esistono quindi due possibili linee di successione: Quella del ramo "spagnolo": * Alfonso Maria (1960-1964) * Carlo Maria (1964-oggi) Quella del ramo "francese" o "italiano": * Ranieri (1960-1973) * Ferdinando Maria (1973-2008) * Carlo (2008-oggi) « Traditi egualmente, egualmente spogliati, risorgeremo allo stesso tempo dalle nostre sventure; ché mai è durata lungamente l’opera della iniquità, né sono eterne le usurpazioni. » I Borbone erano informati fin dall’inizio dell’impresa dei Mille, sia sul giorno che sul luogo della loro partenza, nonché su quello del presunto sbarco. Però, pur disponendo di una flotta di 14 navi militari che incrociavano lungo le coste del Regno, i Mille non furono fermati. La spedizione dei Mille impressionò i contemporanei per la rapidità delle prime conquiste iniziali e per la disparità almeno iniziale di forze in campo. A Calatafimi ben 3.000 soldati borbonici si ritirarono inspiegabilmente, dopo un’accanita battaglia che li aveva quasi condotti a rigettare i garibaldini in mare, a causa degli ordini del generale Landi. Quando poi Garibaldi passò in Calabria, dove erano di stanza circa 12.000 soldati del Borbone, ben 10.000 di essi si arresero ancora una volta senza sparare un solo colpo a causa di comandanti corrotti e collusi con il governo piemontese; ad essi fu promesso un avanzamento di grado nell’esercito. Al comando dell’armata vi era il generale di brigata Landi che, per ordine di Francesco II, fu deposto e "confinato" sull’isola d’Ischia. Tuttavia dopo l’annessione delle Due Sicilie al nuovo Regno d’Italia, Landi fu promosso al grado di generale di Corpo d’Armata e messo a riposo con una cospicua pensione dalla nuova amministrazione. Intanto, mentre il cugino Vittorio Emanuele II giurava amicizia a Francesco II e condannava l’impresa di Garibaldi, il Cavour dava ordine al generale Cialdini di partire alla volta di Napoli con l’esercito piemontese per impossessarsi del Regno delle Due Sicilie e ordinava all’ammiraglio Persano di seguire da lontano l’impresa di Garibaldi. Dopo la perdita della Sicilia, di fronte all’avvicinarsi di Garibaldi e seguendo il consiglio del Ministro dell’Interno Liborio Romano, che era già compromesso con i piemontesi, il Re lasciò Napoli senza combattere per evitare che la città fosse messa a ferro e fuoco dagli invasori, e ripiegò dapprima sulla linea del Volturno e poi, con la Regina consorte, a Gaeta, dove l’esercito borbonico si difese valorosamente per tre mesi contro l’assedio dell’esercito sardo-piemontese comandato dal generale Enrico Cialdini. L’assedio di Gaeta ebbe inizio il 13 novembre 1860 e fu condotto in modo molto aspro. Dopo la capitolazione di Gaeta (13 febbraio 1861) Francesco II, con la moglie, si recò in esilio a Roma via mare. L’esilio [modifica] Giunto a Roma Francesco II fu prima ospitato al Quirinale dal papa Pio IX per passare poi a Palazzo Farnese, di proprietà dei Borbone, perché ereditato dalla sua ava Elisabetta. Rimase a Roma fino all’occupazione delle truppe unitarie avvenuta nel 1870, compiendo alcuni tentativi di organizzare una resistenza armata nel Regno occupato militarmente dai piemontesi, per stabilirsi quindi - a parte brevi viaggi in Austria e in Baviera presso i parenti della moglie - dal 1870 in poi a Parigi, dove visse privatamente senza grandi mezzi economici perché il Regno d’Italia aveva confiscato tutti i beni dei Borbone, proponendone la restituzione a Francesco II, ma solo al patto di rinunciare ad ogni pretesa sul trono del Regno delle Due Sicilie, cosa che egli non accettò mai, rispondendo sdegnato: "Il mio onore non è in vendita". Nel Natale del 1869, durante il breve soggiorno romano, Francesco e Maria Sofia ebbero una figlia, Maria Cristina Pia, che morì di lì a tre mesi. Francesco morì nel Trentino (allora austriaco), in uno dei suoi viaggi compiuti per sottoporsi a cure termali, e venne sepolto nella chiesa di Arco. Anche dopo la morte di Francesco II la Regina Maria Sofia sperò ancora nella restaurazione del Regno delle Due Sicilie, e frequentò socialisti ed esuli anarchici. Più di una fonte la vuole infatti, più o meno fantasiosamente, ispiratrice degli attentatori Passanante e Bresci. Morì il 18 gennaio 1925 a Monaco. Le spoglie di Francesco II, di Maria Sofia e della loro figlia Maria Cristina, ultima famiglia reale napoletana, riunite dopo varie vicissitudini, riposano oggi nella Basilica di Santa Chiara a Napoli dal 18 maggio 1984, dove sono state portate in forma solenne. I soprannomi [modifica] Nella retorica risorgimentale e post-unitaria, mentre Vittorio Emanuele II fu noto come "il re galantuomo", Cavour come "il tessitore", Garibaldi "L’eroe dei 2 mondi", Enrico Cialdini "il generale di ferro" e Nino Bixio "il liberatore", il Sovrano delle Due Sicilie, sconfitto e detronizzato, si vide invece affibbiare, anche a livello quasi ufficiale, il malevolo soprannome di "Franceschiello", un nomignolo datogli dai cronisti dell’epoca per ridicolizzare la figura di un sovrano che aveva perso il proprio Regno (anche "Esercito di Franceschiello" è un modo di dire tuttora usato per indicare un gruppo di soldati o di persone incapaci ed indisciplinate). In un altro ambito troviamo l’altro soprannome, un po’ più affettuoso, di "Re lasagna" o "Lasa" coniato per lui dal padre a causa della passione nutrita per le lasagne e molto in uso tra gli storiografi del tempo. Molti storici -esclusi i neoborbonici- hanno sostenuto che Franceschiello fosse il nomignolo con cui si riferiva a lui proprio il popolo del suo regno. Giova infine osservare che questo Sovrano, ultimo Re delle Due Sicilie, è stato anche l’ultimo a poter vantare una discendenza dal ramo principale dei Savoia. Infatti la madre era figlia di Vittorio Emanuele I. Dopo l’abdicazione (1821) e l’ascesa al trono del fratello Carlo Felice (che era prozio di Francesco), anche questi privo di discendenza maschile, la corona passò al ramo collaterale dei Carignano, decisamente lontano dal tronco principale. Paradossalmente, quindi, Francesco II di Borbone Due Sicilie era dinasticamente molto più vicino al ramo principale dei Savoia rispetto a suo cugino Vittorio Emanuele II. Onorificenze [modifica] Gran Maestro dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio Gran Maestro del Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro del Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito Gran Maestro del Reale e Militare Ordine di San Giorgio della Riunione - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro del Reale e Militare Ordine di San Giorgio della Riunione Gran Maestro del Reale Ordine di Francesco I - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro del Reale Ordine di Francesco I Cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Imperiale di Pietro I - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Imperiale di Pietro I Bibliografia [modifica] * Pier Giusto Jaeger, Francesco II di Borbone: l’ultimo re di Napoli, Milano, Mondadori, 1982.