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 2009  ottobre 05 Lunedì calendario

TUTTI A BORDO, SI RIPARTE

(Voce Arancio)

«Mi piace il vento perché non lo si può comprare» (Gianni Agnelli).

La nautica italiana è un settore di successo a livello mondiale: circa il 50% dei megayacht (oltre i 30 metri) in circolazione sono italiani. Tra i primi dieci costruttori mondiali di barche, cinque sono italiani.

La nautica da diporto ha un fatturato di 3,36 miliardi di euro, che arrivano a 6,2 miliardi se si considera anche l’indotto (riparazioni, rimessaggio, accessori, componentistica e motori). Il moltiplicatore del reddito per la nautica è di 4,5 euro per ogni euro investito (per 1.000 euro investiti si ha una produzione di 4.500 euro). Secondo il Censis ogni 4 barche si genera un posto di lavoro.

Nel 2008 la nautica sino a 10 metri è andata male, mentre le imbarcazioni oltre i 40 metri hanno tenuto. Nel 2009 il primo trimestre è stato fortemente negativo: dal -21% al -35%.

«Dopo essere cresciuti con percentuali superiori al 10% negli ultimi 10 anni, nessuno si aspettava una battuta di arresto come quella avvenuta nel primo trimestre 2009. A partire dallo scorso aprile l’industria nautica ha però mostrato segnali di ripresa. Il 2009, ed è presumibile anche il 2010, si chiuderanno con dati inferiori rispetto agli anni precedenti, ma noi imprenditori siamo convinti che la nautica è uno dei pochi settori capaci di trainare la ripresa di questo Paese». (Anton Francesco Albertoni, Presidente Ucina).

Secondo un sondaggio della McKinsey il mercato della nautica prevede una stagnazione nel 2010, un + 5-7% nel 2011 e un + 10% nel 2012. Per ritornare al volume di affari del 2007 si dovrà attendere la fine del 2013. Decisiva sarà la capacità di innovare e lanciare nuovi modelli.

Al Salone Nautico di Genova (aperto fino all’11 ottobre) sono presenti 1450 espositori con 2400 imbarcazioni. Seicento di queste sono nuovi modelli. Azimut-Benetti ne ha presentati dieci: otto Azimut e due Atlantis. «Abbiamo rinnovato anche tutto il gruppo Benetti classic con sette nuovi modelli, che usciranno nei prossimi mesi. E’ una dimostrazione di forza e di fiducia nel futuro» (Paolo Vitelli, presidente di Azimut).

PZero 1400 di Pirelli PZero, un maxi tender di 14 metri interamente in carbonio, pesa una tonnellata in meno rispetto ai modelli in vetroresina. L’Atlantis Verve 36 monta un multimedia center che controlla cd, dvd e iPod e permette di riprodurre contemporaneamente una playlist musicale in coperta e un film in dinette grazie agli impianti indipendenti tra loro. Pershing ha arricchito il 108 con una cucina in vetro nero, firmata Ernesto Meda (mod. Elektra), mentre mobili in pero tinto nero lavorati con una tecnica del Seicento arredano gli interni dell’Akhir 118 dei Cantieri di Pisa.

Roberto Mancini, l’ ex allenatore dell’ Inter, è socio del cantiere Kifaru (rinoceronte, in swahili). «Ho sempre avuto e amato le barche: veder nascere uno yacht che senti tuo è bellissimo». Il primo yacht che ha prodotto è l’Askari 63, un 19 metri in alluminio, 40 nodi di velocità e un prezzo di listino di 2,3 milioni di euro.

I reali del Belgio, Alberto II e Paola, comprano barche inRizzardi. L’ultimo acquisto è un 27 metri che arriva a 30 nodi di velocità massima. Lo hanno chiamato AlPa (dalle loro iniziali) e lo hanno pagato 4,6 milioni di euro. Carlo Ancelotti ha un 18 metri di Blu Martin. Lo ha chiamato Plutus: « il soprannome che abbiamo affibbiato a mio figlio Davide quando era piccolo». Il Besame di Marina Berlusconi è un Ferretti di 27 metri. Silvio Berlusconi vendette il suo Principessa Vai Via, di Perini Navi, all’amico Ennio Doris per 8 milioni di euro. Bruno Vespa ha un’ Apreamare di 10 metri.

Con i suoi 50 metri, la SY Baracuda di Perini Navi (Viareggio) è la barca a vela più grande presente a Genova: scafo e alberi in alluminio, boma in carbonio, 1.418 metri quadrati di vele porpora (fatte dalla Doyle e sollevate da un complesso sistema di software), velocità massima di 14, 5 nodi, 40.000 litri di capacità carburante e 13.000 di acqua, un mese circa di autonomia in mare. Sul deck le sedie di Hermes.

L’ammiraglia a motore è la Premier 135 Bikini Queen 2, uno yacht di 42 metri dei cantieri tedeschi Drettmann: tre ponti, cabina armatoriale con vasca Jacuzzi e balcone, palestra, sauna, cucina in acciaio e granito, velocità massima di 15, 5 nodi, serbatoio carburante da 44.000 litri e serbatoio acqua da 7.750 litri. Una chicca: a bordo anche spillatori per birra. Il prezzo base è di 15 milioni di euro.

La rotta dei megayacht in Italia è chiamata "milk tour", il giro del lattaio: si parte da Saint Tropez, in Costa Azzurra, si fa scalo a Portofino, poi si punta su Porto Cervo o Porto Rotondo, e si finisce a Capri.

L’ Eclipse di Roman Abramovich è lo yacht privato più grande al mondo: un 167 metri per 355 milioni di euro. A bordo 100 persone di equipaggio per 24 ospiti, una megapiscina, jacuzzi, cinema, mini ospedale, acquario, palestra, cantina con umidificatore, sistema di rilevamento missilistico, protezioni corazzate, vetri antiproiettile, due eliporti, garage per 5 tender e 20 jet ski e un sottomarino giallo da 12 posti per lasciare la nave di nascosto.

«La nautica tornerà ad essere quella dei veri appassionati, di quelli che cambiano barca regolarmente, ogni due tre anni e sempre un po’ più grande. Credo che siano loro i clienti che faranno risorgere la nautica» (Norberto Ferretti, presidente Ferretti Group).

Un terzo dei diportisti vorrebbe cambiare la propria barca nei prossimi 12 mesi. Kimi Raikkonen, dopo aver distrutto un Sunseeker Predator 72 da 22 metri (4,5 milioni di euro) sugli scogli al largo della Finlandia, ha comprato un Sunseeker Predator 108 da 32 metri (10 milioni di euro).

Secondo una ricerca dell’Ucina, libertà, avventura e passione sono le tre motivazioni che legano gli italiani alla barca. «Oggi la percentuale di persone che compra la barca per godersi il mare sta crescendo e quindi anche le barche cambiano: sono meno veloci, consumano meno e inquinano meno». (Paolo Vitelli, presidente di Azimut).

I diportisti considerano fondamentale nella scelta dell’imbarcazione il contenimento dei consumi (32%), l’utilizzo di motori a basse emissioni e l’impiego di materiali ecologici per la costruzione (22%), oltre alla sicurezza (67%).

Il 24 Super Indios di Cantieri Colombo è la prima barca elettrica veloce italiana: si ricarica in meno di 6 ore collegandola a due prese elettriche in banchina, naviga in autonomia per più di 4 ore e arriva a una velocità massima di 20 nodi. Costo: 85.000 euro. Naviga a impatto zero anche il Riviera 600 del cantiere austriaco Frauscher, equipaggiato con celle combustibili che trasformano idrogeno in elettricità.

Non tutte le barche sono per milionari. Esistono imbarcazioni più accessibili: un Lema Marte 22 ha un prezzo di listino di 32.000 euro (6,65 m), mentre per una vela di Bavaria si parte dai 53.900 euro (mod. 32 Cruiser da 10 m). Con la crisi, gli appassionati del mare hanno valutato soluzioni diverse dall’acquisto: il 16% dei diportisti possiede un’imbarcazione in comproprietà con altri, mentre il 3% la noleggia. Il 66% delle persone che non ha la barca, la comprerebbe, ma in comproprietà.

La Yacht Plus ha proposto una soluzione in multiproprietà per barche di lusso. Dieci yacht, il primo varato lo scorso aprile a Porto Lotti (La Spezia), del tutto identici, da vendere in quote a otto proprietari diversi. Una singola quota costa 1, 8 milioni di euro e dà diritto a 30 notti a bordo.

Per noleggiare uno yacht oltre i 30 metri si può spendere dai 30 ai 500 mila euro a settimana, equipaggio compreso. Per un dodici metri a motore le cifre si aggirano intorno ai 10-12 mila euro a settimana, per una vela di medie dimensioni si parte dai 4.000 euro a settimana. L’affitto giornaliero di un gommone è sui 180-200 euro (6 posti).

L’estate scorsa il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha noleggiato un caicco di 24 metri: 24.000 euro a settimana. Per Rosehearty di Rupert Murdoch, un Perini Navi da 56 metri, si devono sborsare invece 210 mila euro a settimana. Moto d’acqua comprese.

Per navigare oltre le sei miglia dalla costa occorre essere maggiorenni e avere la patente nautica. Vale 10 anni e si chiede alla Motorizzazione o alla Capitaneria di porto.

I posti barca in Italia sono 140.000 a fronte di 600 mila imbarcazioni: un posto ogni sei barche. Il 26,8% sono di proprietà e il 56% affittati annualmente. La Liguria è la regione con più posti barca: 25.000. Al secondo posto la Toscana, con 20.000 posti, seguita dal Friuli Venezia Giulia con 16.000 (dati Ucina 2006).

’Parcheggiare” un dodici metri a Lignano Sabbiadoro costa 75 euro in alta stagione, un 40 metri a Portofino supera i 1000 euro. Valentino Rossi per tenere il suo Titilla, un Pershing 56 di 18 metri, alla marina turistica di Baia di Vallugola (Pesaro), paga 9.000 euro l’anno, più altri 500 se vuole parcheggiare l’auto all’interno del porto.

Un imprenditore russo ha pagato 3 milioni e mezzo di euro per ormeggiare il suo yacht da 60 metri a Porto Cervo fino al 2025.

Il 66% degli italiani che vanno per mare sono contenti dei servizi offerti sulle coste italiane, ma oltre il 42% ritiene che i porti esteri offrano maggiori comfort.

«E’ necessario costruire una rete di porti turistici, e a tal proposito nelle prossime settimane avremo un incontro con il ministro della Difesa per designare quali strutture militari dismesse potranno essere a disposizione della nautica da diporto» (Michela Vittoria Brambilla, Ministro del Turismo).

Il Governo ha già messo in cantiere una cinquantina di porti turistici ecologicamente sostenibili. Secondo Ucina, con l’impiego di pontili galleggianti, si potrebbero ricavare nell’immediato 13.500 posti barca.

Per il nuovo porto di Civitavecchia, ispirato all’antico progetto dell’imperatore Traiano, non verrà utilizzato acciaio o cemento armato, ma cristallo, laterizi e travertino. Entro il 2010 verrà completato il porto di Siracusa (600 posti barca) e quello di Marina di Loano (1200 posti barca, metà dei quali già opzionati); entro il 2012 il Porto di Imperia (1400 posti, di cui venti già venduti a clienti russi); entro il 2013, la Campania avrà 1300 posti barca in più, distribuiti tra Marina di Arechi, Pastena a Salerno, Pinetamare a Castelvolurno e Vigliena a Napoli; entro il 2014 sarà operativo il nuovo porto turistico di Fiumicino. Con 1445 posti barca e 2500 addetti, tra servizi per il porto, strutture commerciali e albergo, sarà il più grande d’Italia.

«Nessuno ha la barca più bella del mondo. Ce n’è sempre un’altra che ti fa girare il collo» (Dario Vergassola).