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 2009  ottobre 04 Domenica calendario

VITA DI VITTORIO EMANUELE II - 10


Il Veneto, Roma e la fine dell’avventura

Un’altra cosa a cui Vittorio Emanuele II non rinuncia è il Veneto: visto fallito qualsiasi tentativo di stipulare un accordo con l’Austria, il re si vede costretto a dichiarare una guerra (attorno al 20 luglio 1866). Nonostante la relativa superiorità numerica degli italiani, i primi scontri a Custoza (24 giugno 1866, a cui il re è presente) e a Lissa (20 luglio) danno esito infruttuoso. Durante il periodo della guerra vengono cambiati numerosi ministri più e più volte, e i nuovi entrati sono quasi sempre generali e ufficiali: abituati ad obbedire al re, non al Parlamento, che viene di conseguenza emarginato. Seguono altre sconfitte, dovute alla mancanza di coordinazione tra i due generali, Cialdini e La Marmora, che governano le due porzioni in cui è stato diviso l’esercito sabaudo. Vittorio non sa rimediare in tempo a ciò, e quando se ne accorgerà sarà troppo tardi: ormai Cialdini si sarà ritirato. Un dato importante della guerra del 1866 è questo: l’Italia, nonostante la schiacciante superiorità numerica (quasi il doppio di soldati, anche nella battaglia navale di Lissa) non riesce a combinare nulla, perdendo in continuazione contro gli austriaci. La guerra sembra concludersi con un nulla di fatto, ma grazie all’intervento di Napoleone III e dei francesi l’Austria è costretta a concedere il Veneto a Vittorio. Garibaldi, che nel frattempo era arrivato fino a Trento, è costretto a fermarsi per ordine del sovrano, e risponde a tale ingiunzione con una sola parola: "OBBEDISCO" (9 agosto 1866).

Il re conduce una vita senza sfarzo eccessivo, i suoi bisogni erano piuttosto materiali, tuttavia consuma una grandissima quantità di denaro per vivere. Questi soldi vengono spesi per le riparazioni dei palazzi reali e delle riserve di caccia, più i vizzi privati del sovrano e i regali "estorti" dalle amanti. La sua famiglia è ormai quella composta da Rosina e dai figli Vittoria ed Emanuele. Per la prima egli mostra un affetto particolare, gli ricorda la Rosina dei tempi passati . Per quanto riguarda il carattere è del tutto simile al padre, impulsiva e prepotente, mirante a soddisfare i propri desideri.

L’anno successivo, dopo aver evitato le navi regie che vegliavano sulla sua permanenza a Caprera, Garibaldi marcia su Roma, deciso a conquistarla. Il re è combattuto tra il desiderio di lasciarlo proseguire e l’obbligo preso con Napoleone III di proteggere il Papa. Alla fine è lo stesso Napoleone ad intervenire con truppe francesi, che bloccano il battaglione dell’eroe di Nizza a Mentana, dopo che egli aveva sconfitto i papalini a Monterotondo (1867).

Vittorio Emanuele II si era dimostrato contrario alla spedizione di Garibaldi su Roma, tuttavia cambia parere alla luce di alcuni nuovi eventi che stanno avendo luogo in Europa. Scoppia infatti una guerra tra Francia e Prussia; le forze dispiegate sono ingenti, Napoleone III e i suoi soldati sono molto occupati sul fronte germanico da non poter occuparsi di ciò che accadeva in Italia. Il Piemonte trova una motivazione per aggirare la Convenzione di settembre; in secondo luogo annuncia al Papa di essere sul punto di invadere lo stato della Chiesa semplicemente per proteggere meglio Sua Santità. Il 20 settembre 1870 le truppe italiane, agli ordini del generale Cadorna, dopo una serie di bombardamenti entrano nella capitale passando da Porta Pia. I soldati pontifici tentano la resistenza, ma il Papa ordina loro di non spargere sangue.

Vittorio Emanuele II entra ufficialmente a Roma il 31 dicembre 1870, ma vi rimane solo una giornata (la sera stessa torna a Firenze). Vittorio Emanuele è riuscito a unificare sotto il suo dominio l’intero suolo italiano, risultando essere il primo re d’Italia. Il 3 febbraio 1871 viene promulgata la legge per il trasporto della capitale da Firenze a Roma.

Il 7 novembre 1877, finalmente dopo averlo desiderato per tanti anni, sposa Rosa Vercellana, la "bella Rosina" dei suoi sogni.

Una volta ammalatosi (29 dicembre 1877) non riesce più a guarire; visitato da alcuni medici, gli viene preannunciata la morte imminente. Al suo capezzale accorrono numerose persone, ma non Rosina, trattenuta alla Mandria da una brutta influenza. Al momento del decesso, avvenuto il 9 gennaio 1878 alle 14.35, ha al dito un anello regalatogli da Laura Bon.

Vittorio Emanuele II di Savoia muore all’età di 57 anni, 9 mesi, 26 giorni, dopo 28 anni, nove mesi e 18 giorni di regno.

Il sovrano, dopo la cerimonia funebre, viene sepolto, il 17 gennaio dello stesso anno, nel Pantheon di Roma.