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 2009  ottobre 04 Domenica calendario

VITA DI VITTORIO EMANUELE II - 9


Le ultime relazioni

Si incontra ancora una volta con Laura Bon. Vittorio la manda a chiamare; ella, sebbene ancora innamorata, rifiuta l’invito a meno che non sia fatta entrare a corte dallo scalone principale. Vittorio le risponde allora, sempre con un messo, che sarebbe passato lui a trovarla. La ragazza rifiuta nuovamente. Viene proposta la casa di un conoscente, ma il re riceve il suo terzo no. E’ infine costretto ad accettare le condizioni di Laura. In seguito a questo incontro, ella riceve una dote di 60 mila lire per la figlia, più una pensione annuale di 6 mila lire.

Stabilitosi a Firenze, il regnante perde in parte i contatti con Rosina, in quanto abitanti di due palazzi diversi. Nello stesso momento gli viene presentata dal conte C. (forse Castiglione) una ragazza appena quindicenne, Emma Ivon, che lui soprannominerà "la mia Emmina" (23 agosto 1865). Nonostante la tenera età si tratta di una giovane ormai già completamente formata e proprio del tipo che Vittorio preferisce. Ella, avida di ricchezze ed attratta dal lusso, inizia ad intrattenere una relazione con il re, che non chiede di meglio; a causa di ciò la prima diventa bersaglio degli odi e delle invidie di corte, il secondo si copre di ridicolo di fronte ai suoi funzionari. La storia comunque prosegue per molto tempo, si dice fino 1870 ed oltre, una volta spostata a Roma la capitale d’Italia. Una sera il sovrano, avendo deciso di fare alla nuova amante una visita improvvisa, esce dalla propria dimora accompagnato da due cani. Arrivato a destinazione, viene accolto dolcemente da Emma. Dopo poco, tuttavia i due animali fiutano qualcosa e stanano un uomo da un nascondiglio, Francesco De Renzis, aiutante di campo di sua Maestà. Il re riesce a contenere un impeto d’ira, anzi si dimostra freddo e noncurante, allontanandosi poco dopo. Inizia così la parabola discendente della giovane, la quale finirà anche in prigione (ma con un trattamento di riguardo, visto che la sua cella viene arredata con mobili e tappeti) e ottiene presto la libertà provvisoria (qualcuno paga la cauzione). Viene condannata a 3 anni di carcere . Ha anche un figlio: vi sono molti problemi per determinarne il padre, non si sa se sia stato il re in persona o qualcun altro.

Vittorio non rinuncerà mai ai suoi passatempi ed amori: anche quando la capitale si sposta a Firenze egli compie spesso viaggi a Torino, durante i quali si dedica alla caccia (ne furono organizzate molte, specie in Val d’Aosta) e alle belle contadine dei luoghi della sua infanzia. In questo modo si distrae dalla odiata politica, sempre più difficile da gestire anche a causa della corruzione dilagante.