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 2009  ottobre 04 Domenica calendario

VITA DI VITTORIO EMANUELE II - 5


Il Piemonte "lanciato" sulla scena europea

Il re continua nel suo metodo di politica "riservata" non chiedendo pareri: arriva a mantenere costantemente un grosso numero di agenti segreti affinché lo tenessero sempre informato e potesse prendere decisioni più ragionate. D’altro canto, lo stesso Cavour, nella sua risoluzione, non era da meno: tiene lo stesso parlamento (almeno a volte) all’oscuro delle proprie decisioni. Vi è un’occasione comunque, in cui questi due grandi personaggi si "alleano" prendendo una via sì senza informare i vari ministri, ma comunque dopo essersi parlati: la guerra in Crimea.

Prima di partire per essa, il re deve trovare consensi presso le grandi potenze Europee, come Francia e Inghilterra. E’ per questo che parte, in testa ad una delegazione di ambasciatori, alla volta di Parigi (20 novembre 1855). Da lì si reca poi in Inghilterra, dove incontra la regina Vittoria. La spontaneità del sovrano è motivo di diletto per i cortigiani con cui parla, rendendolo ammirato e piacevole. Grazie a ciò riesce a fare conquiste presso l’altro sesso anche all’estero, sia in Francia che in Gran Bretagna. Per un attimo si crede che, morta la moglie, possa trovare una nuova compagna ufficiale in Mary di Cambridge, una principessa cugina della regina Vittoria. Mary tuttavia declina, ufficialmente con una lettera elegante, in realtà assolutamente sconcertata per i modi di fare di Vittorio Emanuele II. Ci è pervenuta una lettera privata spedita da Mary al Duca di Cambridge il 14 settembre 1856:

Rispetto ad altri che potrei citare, sono più incline a chiudere un occhio per la sua mancanza di educazione… ma tra le mille e una obiezione che sorgono immediatamente contro la sua offerta, c’è il fatto – e tutto lo fa capire – che la mia tranquillità e la mia felicità sarebbero, se diventassi sua moglie, molto problematiche. Egli è, ne sono convinta, una brava persona, ma questo non basta a compensare la sua mancanza di principi e di buone maniere; e come potrei mai rispettare e stimare un uomo così totalmente grossolano, uno che non ha neppure la cortesia e la raffinatezza di un gentiluomo per compensare le sue debolezze?

Mentre il re agisce come di consueto, il Cavour, che lo accompagna, conosce e discute con tutti i più importanti e più potenti funzionari dei Paesi visitati, presentando la questione piemontese e la sua intenzione ad entrare attivamente nella guerra in Crimea. Il 6 dicembre Vittorio Emanuele torna con il suo seguito a Torino, dopo aver ottenuto appoggio da Napoleone III. Il Piemonte entra così in guerra, riportando qualche successo.

Per questo motivo il Cavour viene invitato al Congresso di Parigi (febbraio 1856) per discutere le condizioni di pace. Qui i risultati, almeno in apparenza, sono scadenti: Vittorio Emanuele scrive al suo ministro esortandolo a prendere il più possibile dalle altre Potenze, tuttavia questi torna a casa a mani vuote; bisogna comunque considerare il grandissimo passo avanti compiuto dal Regno di Sardegna, che ha presentato la propria situazione all’Europa e si è dimostrata valida e decisa nonostante le ridotte dimensioni: si tratta di una vittoria politica.