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 2009  ottobre 04 Domenica calendario

VITA DI VITTORIO EMANUELE II - 1


Nascita, infanzia ed adolescenza del futuro Re d’Italia

Vittorio Emanuele II di Savoia nasce il 14 marzo 1820 a Torino, nella residenza di famiglia di palazzo Carignano. E’ il figlio primogenito (il padre ne ebbe due) di Carlo Alberto e Maria Teresa d’Austria - Lorena, figlia di Ferdinando III, il Granduca di Toscana. La sua esuberanza risulta evidente già dall’inizio, se è vero che sua madre, al momento del parto, dovette soffrire per tre notti e due giorni prima di poterlo dare alla luce definitivamente. Il suo nome di battesimo, composto addirittura da sette nomi singoli, è Vittorio Emanuele Maria Alberto Eugenio Ferdinando Tommaso.

Il periodo storico non è molto favorevole per la sua famiglia, tanto che è costretto a fuggire con la madre a Nizza, quindi a raggiungere il padre a Firenze, per evitare gli scontri del 1821 tra l’esercito sabaudo e i rivoltosi italiani (20 o 21 marzo, la data è incerta). Un secondo pericolo che il piccolo re deve affrontare è l’incendio del 16 settembre 1822. Siamo nella villa di Poggio Reale. Il giovane Vittorio Emanuele II è affidato alle cure di una ragazza ventiseienne, Teresa Zanotti Racca; questa, accendendo una candela, infiamma per errore i veli della culla, da cui si diffonderà poi il fuoco. Teresa riesce a salvare il sovrano in fasce, ma a costo della propria vita: mentre Vittorio rimane solo lievemente ustionato al fianco sinistro e alla mano destra, la nutrice, in condizioni più gravi ma sul momento non giudicate pericolose, muore il 6 ottobre. Carlo Alberto si limita a dotare il marito di un indennizzo.

Finalmente, il 7 maggio 1824, Vittorio Emanuele torna con la famiglia a Torino, dopo aver vissuto tre anni in Toscana.

L’ambiente familiare non è molto favorevole per il bambino: i rapporti con i genitori sono alquanto ridotti e, comunque, freddi. Vittorio e il fratellino Ferdinando non hanno occasione di cercare amici o comunicare con il mondo esterno. Il padre tenta, fin dalla tenera età, di trasmettere loro solidi valori morali: crea per questo i "Contes Moraux" racconti di origine germanica tradotti in francese dal sovrano Carlo Alberto in persona, a cui egli aggiunge qualcosa di proprio pugno; peculiarità di tali racconti sono i valori positivi trasmessi (la patria, la famiglia, la verità, l’abnegazione ed il coraggio) e gli esempi da cui prendere spunto.

Il 1 gennaio 1830 i due bambini vengono affidati ad un governante, il cavaliere/conte Cesare di Saluzzo. Altri incaricati per la loro educazione sono il cavalier Gerbaix de Sonnaz, il cavalier Saint Just, il teologo Charvaz, padre Lorenzo Isnardi, Giuseppe Manno: essi devono regolare ogni singolo istante della vita dei due Savoia, ma anche occuparsi di loro, quasi come dei servi; per questo dei sopracitati nessuno è dotato di grandi qualità o ideali da trasmettere a Vittorio e Ferdinando: crescono come possono.

Il regime di vita si dimostra ferreo, schematico ed assolutamente inderogabile: sveglia alle 5.30, indipendentemente dalla stagione o dal tempo atmosferico; studio dalle 6.00 alle 8.00; colazione fino alle 10.00; disegno e calligrafia dalle 10.00 alle 11.00; infine altre due ore di studio. Viene poi il pranzo con relativa pausa di riposo. Si riprende alle 14.00 con scherma, poi una passeggiata dalle 14.30 alle 16.00, ginnastica fino alle 17.00, altro studio dalle 17.00 alle 19.30. Vi è quindi la cena per un’ora, poi mezz’ora di preghiera: alle 21.00 Vittorio Emanuele II deve andare a dormire. Le materie insegnate sono molto varie; a parte quelle fisiche vi sono Aritmetica, Latino (Nepote, Cesare, Fedro), Storia. Si aggiungono altri precettori, come il maggiore Dabormida, il generale Sobrero, l’architetto Bonsignore, il mineralogo Sismonda ed altri. Vittorio non riuscirà mai ad amare lo studio. Neanche il padre riesce a dimostrarsi comprensivo ed aiutarlo in questo: utilizza un linguaggio severo, ricorda i doveri, intimorisce con discussioni riguardo ai peccati che si possono commettere, mancanza di sincerità in testa.

Il 27 aprile 1831, alla morte di Carlo Felice, Vittorio Emanuele II diventa principe ereditario della corona di Sardegna (in quanto figlio primogenito di Carlo Alberto, che è il sovrano). Sia lui che il fratello ricevono cariche onorifiche, come quella di tenente de Reggimento Piemonte Reale Cavalleria (24 gennaio), di capitano d’ordinanza della Brigata Savoia (8 maggio), di duca di Savoia (12 maggio, carica che Vittorio Emanuele riceve dal padre stesso).

Negli anni successivi il principe viene insignito di altre onorificenze, come quella di Capitano d’Ordinanza del primo reggimento della Brigata Savoia (1 gennaio 1832), Maggiore d’Ordinanza dello stesso (13 marzo 1834) e finalmente anche Luogotenente Colonnello (24 dicembre 1836, giorno in cui viene anche iscritto nell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata). Continua l’educazione di Vittorio, che dimostra interesse per la vita militare, i cavalli, le cacce, la natura, i viaggi, il ballo, il disegno.

Finalmente il 14 marzo 1839 l’erede di casa Savoia conclude il periodo di educazione giovanile e costituisce la sua Casa Militare. Un mese dopo (14 aprile) assume il comando completo del suo reggimento della Brigata Savoia.