http://books.google.it/books?id=8QeBI0wNl44C&pg=PA45&lpg=PA45&dq=torino+salotti+1861&source=bl&ots=tl5eLX3l_X&sig=CedOcxBL0lAhSSrSIR7O2coY8lE&hl=it&ei=0-zISqyKOY-lsAbWsNDfDg&sa=X&oi=book_result&ct=result&res, 4 ottobre 2009
Vedi questo volume anche per i disordini del maggio 1898 (nota 35 pagina 43). Nomi del filantropismo milanese e altre dame (in particolare sulla scuola per avviare le donne al lavoro costituita tra il 1873 e il 1878): • Alessandra Ravizza, figlia prediletta della Mantegazza (morta nel 1873, vedi memorie del figlio Paolo, La mia mamma, Firenze 1876) • Vittoria Cima (1835-1929): «Il salotto di Vittoria Cima ebbe inizio intorno al 1860 e chiuse con la prima guerra mondiale
Vedi questo volume anche per i disordini del maggio 1898 (nota 35 pagina 43). Nomi del filantropismo milanese e altre dame (in particolare sulla scuola per avviare le donne al lavoro costituita tra il 1873 e il 1878): • Alessandra Ravizza, figlia prediletta della Mantegazza (morta nel 1873, vedi memorie del figlio Paolo, La mia mamma, Firenze 1876) • Vittoria Cima (1835-1929): «Il salotto di Vittoria Cima ebbe inizio intorno al 1860 e chiuse con la prima guerra mondiale. Musicista e intellettuale raffinata aveva aperto, sebbene nubile, fatto poco usuale, un salotto artistico-politico dove erano confluiti, dopo la chiusura nel 1866, del salotto dell’amica Chiara Maffei, gli ospiti di quest’ultima ed esponenti della Scapigliatura. Si veda M. Jolanda Palazzolo I salotti di cultura dell’Italia dell’Ottocento, Franco Angeli Milano 1985 • Bianca Milesi Mojon • Adelaide Cairoli • Cristina Trivulzio di Belgioioso • Laura Solera Mantegazza (la figura più carismatica a metà degli anni Sessanta) • Anna Maria Mozzoni, protofemminista, teneva una rubrica dal titolo Lettere Lombarde sul giornale La Donna a partire dal 1870. • Paolina Schiff (1841-1926) emancipazionista, assistente di Felice Cavallotti a Pavia. • Jesse White Mario vedi anche Dizionario biografico delle donne lombarde Baldi & Castoldi Milano 1995 «Lombarde erano le intellettuali che nel 1861 avevano inviato una petizione al parlamento per chiedere che alle italiane venissero riconosciuti i diritti previsti dal codice teresiano, più avanzato di quello albertino» [i punti cardine della proposta erano tre: la centralità della donna nella costruzione della democrazia, il ruolo materno come titolo di cittadinanza, la rivendicazione della libera disposizione di sé. Si veda A. Buttafuoco Vie per la cittadinanza. Associazionismo politico femminile in Lombardia tra Otto e Novecento in Ada Gigli Marchetti e Nanda Torcellan (a cura di) Donna lombarda 1860-1945) Franco Angeli Milano 1992. Laura Solena Mantegazza: «Patriota mazziniana e poi garibaldina, dopo aver fondato, nel 1850, i Ricoveri per bambini lattanti e slattati, aveva dato vita, insieme a un gruppo di collaboratrici tra cui Ismenia Sormani Castelli e Giuseppina Marogna, all’Associazione generale di Mutuo soccorso per le operaie di Milano [L’associazione recava sulla propria bandiera i propri scopi: lavoro, affetto, istruzione. Le socie promettevano di essere affettuose figlie, ottime madri, cittadine attive, oneste, premurose d’istruirsi (Associazione generale di mutuo soccorso delle operaie di Milano, Nel primo cinquantenario, Milano 26 maggio 1912). Si veda inoltre A.Gigli Marchetti Associazionismo operaio e associazionismo femminile in L’audacia insolente. La cooperazione femminile 1886-1986, Marsilio Venezia 1986 p. 15-35] Partire da qui per questione femminile a metà Ottocento: Emma Scaramuzza, Alessandrina Ravizza e Sibilla Aleramo. Amicizia, politica e scrittura. Liguori, Napoli 2004-2007 La Ravizza «in quel periodo, quando ancora viveva in via Solferino, una delle zone più eleganti della città, la sua casa ospitava un vivace salotto dalla fisionomia originale: non era né politico né artistico né esclusivamente culturale. Ogni martedì ne apriva le porte a scrittori giornalisti cantanti attrici docenti universitari (Verga, Cavallotti, Pezzana, Papa, Romussi) ma anche a qualche aristocratico e a esponenti di quella borghesia medio-alta attiva in un’opera di riavvicinamento tra le classi e nella formazione di un proletariato moderno [...] I discorsi politici si mescolavano alle conversazioni letterarie, l’ascolto della musica al canto [...] ed era l’occasione di parlare di qualche impresa di beneficienza della padrona di casa. Comunicativa, brillante, da giovane anche graziosa ed elegante, abile intrattenitrice poliglotta, durante il ricevimento «aveva il ruolo di regina mentre il marito, un po’ nell’ombra, quello del governatore». Giacinta Pezzana contraria: «Ti vedo alla mattina nella tua stanza, poi nel salottino verde, poi a fare il tuo déjeuné nella vasta gaia fiorita sala da pranzo, ove t’intratterrai anche nelle serate laboriose per distribuzioni di biglietti e di indirizzi e circolari scritte dalle tue segretarie ambulanti [...] non ti seguo nel salone rosso dei ricevimenti ufficiali, percHè sai che io sono nemica dei tuoi Martedì » (Catania, 13 febbraio 1889 in Laura Mariani Il tempo delle attrici) vedi anche Maria Teresa Mori, Salotti. La sociabilità delle élite nell’Italia dell’Ottocento, Carocci Roma 2000. Nel 1875, nella scuola della Ravizza, fu istituito un corso di telegrafia che rispondeva alla richiesta di personale degli uffici telegrafici.