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 2009  ottobre 04 Domenica calendario

NICCHIA, CONTESSA DI CASTIGLIONE

di Nadia Angelini

Virginia Elisabetta Luisa Oldoini,può essere ritenuta, senza tema di essere smentiti, la donna più bella del Risorgimento Italiano.
Nasce a Firenze il 22 marzo del 1837 dalla Marchesa Isabella Lamporecchi e dal Marchese Fillippo Oldoini.
Appena giovinetta (all’età di 17 anni ) andò sposa al Conte Francesco Verasis Asinari di Costigliole d’Asti e Castiglione Tinella, che aveva dodici anni più di lei.
Trasferitasi in Piemonte con il marito, partorì a Torino il loro figlio Giorgio.
La sua figura alta e slanciata, i suoi lucenti e lunghi capelli a spire, quel volto dall’ovale perfetto, che ospitava occhi sorprendentemente grandi, azzurro-violetti ed un nasino diritto ed aristocratico su due labbra stupendamente disegnate, non fecero però di lei una donna felice.
Si ricordano i suoi silenzi, il balenio di tristezza che, molto spesso, attraversava il suo sguardo.
Fu una donna ammirata, e molto desiderata.
’Nacqui nell’istante in cui una stella cadente passava sulla mia culla…il segreto circonda la mia nascita e non so bene dove sia nata e da chi …posso solamente affermare che correva l’anno 1843 e non 1840”
Nessuno meglio di lei, conosceva la falsità di quelle affermazioni; nessuna più di lei, fu cosciente di possedere una bellezza estremamente fuori dal comune.
Nicchia, questo il suo soprannome per i parenti e gli amici più intimi, fu protagonista indiscussa nei salotti più prestigiosi, nei palazzi reali e nella storia militare Italiana di quello scorcio di secolo.
Fu proprio Camillo Benso Conte di Cavour che, sebbene invano avesse vivamente sconsigliato il Conte Francesco di Castiglione,suo cugino a sposarla, si servì di lei, usandola come ambasciatrice presso l’Imperatore di Francia Napoleone III.
Sembra infatti che l’Imperatore dei francesi fu travolto dallo splendore della Contessa di Castiglione, permettendo così all’Italia di far parte del trattato di pace dopo la guerra di Crimea ed a Cavour di essere ascoltato da una platea internazionale.
Quella di Camillo e Nicchia, era si una parentela scomoda per il primo, sotto alcuni aspetti; per taluni altri, invece, fu manna a piovere dal cielo e lo statista non perse occasione per assicurarsela.
Virginia era amante delle feste, adorava indossare abiti di sogno e gioielli da capogiro ed amò soprattutto le alcove regali!
E’ tramandato ai posteri che Re Vittorio Emanuele abbia letteralmente perso la testa per lei e che le abbia donato gioielli di valore inestimabile.
Altezzosa, scontante ed un pochino cinica; non riteneva importante il giudizio degli altri ai quali, per sue mire, non era interessata e considerò sempre con assoluta indifferenza tutto il genere femminile, che riteneva comunque inferiore a se stessa.
Bella, bella ed impossibile è davvero il caso di dire!
Destino iniquo fu il suo : non riuscire ad amare nessuno e saper di non essere amata, bensì solamente desiderata per tanta bellezza.
Anche per suo marito ella fu un trofeo da mostrare; lui aveva sposato la donna più splendida d’Italia e d’Europa!
Forse…l’unica storia che non è possibile considerare soltanto carnale fu quella con Costantino Nigra.
Legato alla diplomazia risorgimentale, uomo brillante, si crede fosse stato l’unico ad amarla non soltanto per la sua estrema bellezza…Forse che anche lei lo riamò? Ciò sembra davvero improbabile.
Bizzarra, fatua, vanesia e poco realista, questa donna col passare degli anni si ritrovò sola , spaventata dal trascorrere del tempo che, inesorabilmente le carpì la meravigliosa fresca bellezza che lei aveva usato in tutte le occasioni della vita.
Forse… avrà compreso che la sua attuale solitudine era il frutto tardivo di una vita spesa …a buttar via se stessa, ed aver permesso agli altri di usarla, sentendosene anche altamente gratificata.
Forse avrà davvero sperato e creduto che sarebbe stata sepolta con i suoi cani imbalsamati accanto a lei, come aveva scritto che accadesse. Per quell’ occasione sperò d’indossare la camicia della sua notte d’amore con il Re.
Nulla di tutto questo accadde; il suo testamento fu aperto dopo che ella fu sepolta.
Della sua casa fu fatto scempio: la polizia cercò e bruciò tutti i carteggi compromettenti che lei aveva custodito,come cimelio di un vessillo che le profonde rughe della vecchiaia avevano devastato.
I suoi gioielli rubacchiati un po’ da tutti ed i veli neri sugli specchi, che erano serviti a non veder riflesso un volto che ormai rinnegava, furono strappati via.
Della meravigliosa, splendida Nicchia, non resta che un piccolissimo cenno nella storia Italiana ed un ricordo che neanche il tempo potrà mai cancellare: la sua avvenenza che affascinò il mondo e piegò il volere dei Re.