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 2009  ottobre 04 Domenica calendario

3. La passione di educare. Due vite a confronto (L. Gonelli, A. Peretti) CATERINA FRANCESCHI FERRUCCI (Narni 1803 - Firenze 1887)

3. La passione di educare. Due vite a confronto (L. Gonelli, A. Peretti) CATERINA FRANCESCHI FERRUCCI (Narni 1803 - Firenze 1887). Caterina Franceschi raggiunge giovanissima la fama di poetessa, ma, su consiglio di Leopardi, si volge anche a studi filosofico-letterari. Nel 1827, prossima alle nozze con Michele Ferrucci, scrive al futuro sposo reclamando per sé ”pienissima libertà” di studio: «… voglio applicarmi alla Ideologia, e alle cognizioni di ciò che riguarda la legislazione, e la politica dei Popoli. A questo amerei di unire lo studio delle scienze naturali … Quando voi troviate onesta la libertà, che io vi chiedo, gradirò che me ne assicuriate, e la vostra promessa mi renderà tranquilla» (1 gennaio 1827). Coinvolta insieme al marito nei moti bolognesi del 1831, emigra a Ginevra grazie a Cavour, che apprezza questa «femme … douée d’une imagination brillante et du génie des arts et de littérature». Nel 1844 si stabilisce a Pisa, dove il marito è chiamato a insegnare all’Università, e apre un salotto nel quale si incontrano intellettuali italiani e stranieri. Nella primavera del 1848 scrive lettere colme di patriottismo al marito ed al figlio, volontari nel battaglione universitario; al marito, timoroso per il suo futuro accademico, ricorda che è preferibile ”perdere dieci cattedre piuttosto che perdere l’onore” e conclude: ”State forti. La cattedra non ve la toglieranno, e se vi tolgono le paghe ci penseremo noi donne”. (Fig. 11 frontespizio dell’Epistolario) Nel 1850 fonda a Genova un istituto laico per l’educazione femminile. Nel manifesto Alle madri italiane, diffuso per l’occasione enuncia il suo programma per formare ”degne madri e degne compagne di forti e liberi cittadini” . Il progetto educativo di Caterina sembra realizzarsi a pieno nella figlia Rosa (1826-1857), che apprende precocemente le lingue antiche e moderne, la musica e la botanica, scrive poesie e novelle, tiene corsi di alfabetizzazione per donne del popolo. Ma in questo ricco percorso formativo manca ogni traccia di educazione ai sentimenti: per volontà della madre, le sono vietati i salotti, i romanzi moderni, persino il canto di Paolo e Francesca. Quando muore, appena ventenne, Caterina le dedica un libro di struggente intensità, dove la fanciulla assume i tratti delle mistiche cristiane. Caterina sarà la prima donna ammessa, nel 1871, all’Accademia della Crusca.