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 2009  ottobre 04 Domenica calendario

EMILIA TOSCANELLI PERUZZI

(Pisa 1827 – Bagno a Ripoli 1900)

Fin dall’adolescenza Emilia manifesta una vivace intelligenza ed un interesse particolare per
gli avvenimenti a lei contemporanei. I fatti del 1848 la coinvolgono profondamente, anche perché i
fratelli Giuseppe e Domenico fanno parte del Battaglione Universitario Pisano. Le pagine del suo
diario, a quel tempo, traboccano di passione patriottica, come nel brano che segue:
’Uniti, uniti sempre se vogliamo diventar qualcosa, se vogliamo la simpatia di tutte le nazioni.
Smettiamo la brutta taccia che ci appesta finora, l’ostacolo più grande del nostro risorgimento;
siamo uniti per amore della patria e nostro, saremo forti, saremo formidabili, saremo grandi, sì,
tutti, tutti fratelli dalle Alpi al Lilibeo, tutti concordi nel medesimo desiderio, nella massima idea;
l’indipendenza, la nazionalità italiana”. Da E. Toscanelli Peruzzi, Vita di me, Firenze, 1934
Nel 1850 il matrimonio con Ubaldino Peruzzi le apre nuove possibilità di relazioni e
interessi, perché il marito è prima gonfaloniere di Firenze e poi direttore delle strade ferrate della
Toscana. Emilia diventa la regina del ”salotto rosso” di Borgo dei Greci, una sorta di palestra
politica e civile, dove si discute di politica, economia e cultura.
Allo scoppio della seconda guerra d’indipendenza Emilia, insieme a molte altre nobildonne
toscane, dà un contributo attivo all’assistenza ai feriti e alle famiglie dei combattenti; il suo ruolo
tuttavia non è limitato a questo, come ci mostra Carlo Torrigiani in uno scherzoso testo in rima
indirizzato a Giovan Battista Toscanelli nel giugno 1859 (Fig. 9 ”Indirizzo di molti Italiani al
Sig.re Gio Batta Toscanelli”, di Carlo Torregiani, giugno 1859, prima pagina).
Dopo aver trascorso gli anni dal 1861 al 1864 a Torino, per seguire Ubaldino, prima
Ministro dei Lavori Pubblici e poi dell’Interno, Emilia torna a Firenze e riapre il suo salotto, che
diventa un centro politico e culturale di rilievo nazionale (Fig. 10 Foto del ”salotto rosso” di Borgo
dei Greci).
’Allo svolgimento della politica del giorno si assisteva in quella casa come in una
succursale del Parlamento[…] Ma non si può descrivere quel salotto senza parlar prima della
signora, che ne fu l’anima, e a cui è quasi al tutto dovuta la bella rinomanza ch’egli ebbe”. Da
Edmondo De Amicis, Un salotto fiorentino del secolo scorso, Firenze 1902.

Il declino del salotto inizia nel 1876, con la caduta della Destra Storica, e si acuisce nel 1878
per la crisi finanziaria del comune di Firenze, del quale Ubaldino era sindaco. I due coniugi si
ritirano nella villa dell’Antella, dove Emilia, abbattuta dalla cecità e dalla perdita dell’amato marito,
morirà l’8 maggio 1900.