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 2009  ottobre 04 Domenica calendario

Il Calendario reale è stato un periodico del Regno d’Italia, a cadenza annuale, pubblicato ininterrottamente dal 1861 al 1943

Il Calendario reale è stato un periodico del Regno d’Italia, a cadenza annuale, pubblicato ininterrottamente dal 1861 al 1943. Era l’annuario statistico-diplomatico ufficiale della casa reale d’Italia, assolveva a funzioni simili a quelle del Gotha, e in parte, su scala più ridotta, a quelle del Calendario d’oro, ma divergeva sia dall’Annuario della nobiltà, sia dal Libro d’oro, esulando dall’elencazione e dalla descrizione araldico-genealogica delle casate nobili italiane. Storia [modifica] Il Calendario del Regno d’Italia rappresentava, di fatto, la prosecuzione del Calendario di corte del Regno di Sardegna, uscito per la prima volta nel 1823[1], e pubblicato, a cadenza annuale ma non sempre regolare, fino al 1859, con la variante di titolo in Calendario reale del Regno di Sardegna[2]. La prima uscita del 1861, con la nuova denominazione e per i tipi Ceresole e Panizza[3], era, dunque, la logica conseguenza dell’Unità e della connessa esigenza di pubblicizzare la gerarchia della casa regnante Savoia e delle nuove cariche, all’interno dell’ordinamento regolato sia dalle leggi dinastiche sia dallo Statuto Albertino. Nel corso di 82 anni di storia, in cui sono rimasti invariati il carattere e la cadenza del periodico, sono spesso cambiate le tipografie, scelta anche, in parte, condizionata dalla designazione della residenza reale, ovvero della capitale. In particolare, dalla prima edizione ”targata” Ceresole e Panizza si è passati, dal 1874, alla tipografia reale di Vittorio Bona [4], così come dalla parentesi della tipografia Bencini dal 1889[5] al "lungo periodo" dell’Unione Cooperativa Editrice dal 1894[6], per concludersi con le edizioni del Ministero della Casa reale dal 1941[7]. Per quanto riguarda le dimensioni tipografiche del Calendario, agli iniziali 13 centimetri si è passati, dal 1885, ai 17 centimetri, misura questa che sarebbe rimasta costante, al contrario del numero, variabile, dell’impaginazione. In tal senso, la differenza tra l’una e l’altra edizione è stata anche di oltre 300 pagine, se si considera il minimo di 280 registrato per l’edizione del 1941 e il massimo di 614 con l’edizione Bona del 1886[8]. Struttura [modifica] Il volume era sempre aperto dal calendario. Mentre la suddivisione del testo era, originariamente[9], suddivisa in sei parti, secondo la seguente strutturazione: * Parte I - Serie cronologica dei sovrani della "Real casa di Savoia"; - Sovrani e principi; - Cardinali. * Parte II - Stato della casa del re; - Casa e corte dei principi di Piemonte; - Casa e corte dei duchi d’Aosta; - Altre case; - Corti antiche; * Parte III - Consulta araldica; - Serie degli ordini conferiti ai sovrani europei; - Ordine supremo della Santissima Annunziata; - Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro; - Ordine militare di Savoia; - Ordine civile di Savoia; - Ordine della Corona d’Italia. * Parte IV - Grandi ufficiali dello Stato; - Parlamento nazionale; - Ministeri; - Arcivescovi e vescovi del Regno; - Esercito; - Armata navale; - Prefetti del Regno. * Parte V - Consiglio del contenzioso diplomatico; - Agenti diplomatici del re all’estero; - Ministri delle corti estere presso il re; - Consolati del re negli Stati esteri; * Parte VI - Annuario contenente gli alti funzionari civili, militari e di corte degli stati europei. A partire dal 1879, la VI venne eliminata, fondendone in parte i contenuti all’interno delle altre sezioni [10]. Questa ultima strutturazione, fatta eccezione per sporadici cambiamenti intervenuti nella denominazione di alcune voci, si è mantenuta anche nelle edizioni novecentesche.