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 2009  ottobre 03 Sabato calendario

E Playboy chiamò Berlusconi - Playboy ha scelto di affidarsi alla famiglia Berlusconi. Il sito internet della mitica rivista per uomini, ma la regola vale per tutti, ha bisogno di pubblicità

E Playboy chiamò Berlusconi - Playboy ha scelto di affidarsi alla famiglia Berlusconi. Il sito internet della mitica rivista per uomini, ma la regola vale per tutti, ha bisogno di pubblicità. E per cercare di aumentare gli introiti derivanti dal settore, in un periodo certo non facile, ha scelto di puntare sulla Arcus pubblicità. Si dà il caso che questa sia una società a responsabilità limitata che, per il tramite dell Pbf, fa capo a Paolo Berlusconi, fratello del premier. L’accordo è operativo dal 1° ottobre. Da quella data, in pratica, la raccolta pubblicitaria del sito Playboy.it è curata dalla Arcus. Naturalmente anche la società di Paolo Berlusconi proverà a trarre vantaggio dall’operazione. Sì, perché i conti 2008 della società, così come i primi rilievi possibili sul 2009, restituiscono uno scenario di difficoltà di non poco conto. Basti pensare che la Arcus ha archiviato l’anno scorso, come emerge dal bilancio chiuso al 31 dicembre del 2008, con un fatturato in calo di quasi 3 milioni di euro (dai 22.738.882 euro del 2007 ai 19.900.275 dell’anno successivo). Per non parlare delle perdite, schizzate dai 727.519 euro del 2007 ai 2.055.907 del 2008). Per carità, come giustamente ricorda la relazione sulla gestione il settore nel quale opera la società è uno di quelli che ha più risentito della crisi. «Il mercato pubblicitario italiano nel 2008 ha registrato un calo degli investimenti pubblicitari complessivi rispetto all’anno precedente (dato Nielsen) pari a -2,8%», si legge all’interno del documento, «con performance negative soprattutto negli ultimi mesi dell’anno (-5,5% a ottobre, -13,4% a novembre e -10% a dicembre, rispetto al corrispondente mese dell’anno 2007)». chiaro che, rebus sic stantibus, non possa suggestionare più di tanto il calo fatto registrare dalla Arcus. Così come è in un certo senso dovuta l’operazione che ha portato la società del fratello del presidente del consiglio ha puntare su un sito internet. La ratio della mossa appare chiara se si va a dare un’occhiata a quella parte della relazione sulla gestione che offre i dati disaggregati della raccolta pubblicitaria lorda. Complessivamente nel 2008 il rallentamento è stato del 12%, passando dai 25,3 milioni del 2007 a 22,2 milioni. Le singole voci sono quasi tutte in negativo. Si prenda quella del Giornale, quotidiano che fa capo a Paolo Berlusconi, la cui raccolta pubblicitaria lorda è scesa dai 10,1 milioni del 2007 ai 9,7 milioni del 2008 (-4%). Oppure si prenda la raccolta dei periodici, tra cui quelli delle Edizioni Pem e Sportautomoto, globalmente scesa dai 4 milioni del 2007 ai 3,5 milioni dell’anno scorso. L’unica voce che presenta un considerevole balzo in avanti è guarda caso quella relativa a internet. In questo settore Arcus cura la raccolta per siti come affaritaliani.it e radioitalia.it. Ebbene, questa voce ha messo a segno un incremento del 29%, passando da 1 milione e 663 mila euro di raccolta nel 2007 a 2 milioni e 151 mila euro nel 2008. Senza contare che Arcus nel corso del tempo ha perso anche soldi a causa del venir meno di alcuni importanti contratti di concessione. sempre la relazione sulla gestione, a tal proposito, a ricordare che tra le cause principali della diminuzione dei dati di raccolta pubblicitaria lorda c’è la scomparsa dei contratti che prevedevano la raccolta per i periodici dell’editore Peruzzo. Si tratta fondamentalmente dei mensili La mia casa e Top Salute e del settimanale Di Tutto, le cui concessioni sono state affidate a Media Company. Insomma, per tutta una serie di motivi la società di Paolo Berlusconi ha deciso di scommettere su Playboy.it. E i segnali che arrivano dai primi mesi del 2009, per quanto riguarda il web, sembrano essere incoraggianti.