Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 08 Giovedì calendario

RICCARDO BOCCA PER L’ESPRESSO 8 OTTOBRE 2009

Veleni bipartisan Sulle navi cariche di scorie radioattive nessuno vuole indagare. Né a destra né a sinistra. La denuncia del vicepresidente della commissione Trasporti. Colloquio con Luca Barbareschi

La situazione è paradossale, oltre che grave. Per anni nessuno ha avuto la prova certa - solo infiniti indizi - che nei mari italiani si smaltissero rifiuti tossici e radioattivi, affondandoli a bordo di vecchi mercantili. Dal 12 settembre scorso, invece, la situazione è cambiata: in apparenza, almeno. Al largo di Cetraro, sui fondali calabresi, è stato individuato un relitto con tanto di bidoni filmati da apposito robot. A questo punto, la classe politica si è fatta timidamente sentire, lasciando alle seconde file il compito di denunciare la "terribile minaccia in corso" (Jole Santelli, Pdl), di invocare "un’audizione urgente dei ministri dell’Ambiente, della Giustizia e dell’Interno" (Alessandro Bratti, Pd). O al massimo, di invitare il governo ad "abbandonare l’inerzia che lo sta distinguendo dalla scoperta del relitto " (Claudio Saroufim, Pdci). Nel frattempo, nessuno si è attivato per recuperare i bidoni tossici (vedi box in questo servizio e le interviste online). Tantomeno la presidenza del Consiglio, o il titolare dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, hanno speso una parola nel merito. "Immobilismo assurdo ", lo chiama Luca Barbareschi, vice presidente Pdl della commissione Trasporti alla Camera: "Sa come mi hanno risposto, certi colleghi, sia di destra che di sinistra, quando ho posto la questione delle navi al veleno? Mi hanno detto: "Qual è il problema, Luca? Alla fine, il mare trova sempre una soluzione...".
Quindi non c’è speranza, a suo avviso, di arrivare alla verità? I calabresi continueranno a morire di tumori e leucemie, mentre Roma insisterà a girarsi dall’altra parte?
"Non è più tempo di fare gli ipocriti. Potrei annunciare che ho pronta un’interrogazione parlamentare, ma aggiungo per onestà che servirà a poco. evidente che, a livello internazionale, i governi si sono accordati per affondare scorie radioattive. Dopodiché hanno fatto il possibile per cancellare le tracce, fregandosene altamente della nostra salute".
L’ex boss Francesco Fonti, grazie al quale si è trovata la prima nave, parla di complicità con il Partito socialista e la Democrazia cristiana. Di più: in casa del faccendiere Giorgio Comerio, secondo gli investigatori figura chiave dei traffici radioattivi, hanno trovato un club di Forza Italia. Perché nessuno indaga su queste possibili connivenze?
"Perché quella della pattumiera radioattiva è una storia che non riguarda un partito specifico: è stata gestita da vari governi, a prescindere dal colore. C’è un interesse generale a tenere bassi i toni, ad aspettare che passi la bufera per limitare i danni. Anche da parte delle compagnie assicuratrici... ".
In che senso?
"Nel senso peggiore. Da quanto mi risulta, i proprietari delle navi affondate con carichi sospetti hanno riscosso i premi. Mi chiedo: com’è possibile? Perché gli assicuratori non hanno svolto indagini serie, come di solito avviene, prima di pagare? E se invece hanno indagato, cos’hanno scoperto?".
Lei come risponde?
"Non tocca a me, ma alla magistratura, rispondere. Un punto è certo: il Mediterraneo è monitorato giorno e notte con radar e satelliti. Dunque le ipotesi da considerare sono due: o i sistemi di sicurezza non hanno funzionato, il che è ridicolo, oppure si è deciso di lasciar fare".
E qui si torna alla politica, italiana e non solo.
"La politica... Si sa che i politici non dicono e non fanno: guardano, valutano, a volte suggeriscono... Sono la sponda perfetta per i faccendieri che risolvono le questioni scomode. In questo caso, l’emergenza era: dove facciamo sparire milioni di tonnellate di melma tossica e radioattiva? "Nel mare!?, ha alzato la mano qualcuno. Quindi si è proceduto, senza scrupoli, dopo accordi sottobanco con i servizi segreti".
Lo dice come se fosse scontato, come se lo sapessero tutti.
"Si chieda all’Interpol di investigare, e vedremo se mi sono sbagliato... Comunque: perdere tempo, adesso, a cercare i colpevoli, a discutere se è stata più complice dei trafficanti la destra o la sinistra, sarebbe un errore. In questa fase bisogna agire: rimuovere la nave di Cetraro e mettere in sicurezza i bidoni. Poi verrà il tempo delle responsabilità".
Esattamente ciò che non sta accadendo. Il governo è immobile, abulico di fronte al dramma calabrese.
"Voglio dare ancora fiducia... Spero che il ministro Prestigiacomo, considerando che ha un figlio, che è siciliana, e che ha anche casa a Panarea, si muova con trasparenza e determinazione per salvare il nostro mare. A qualunque costo. Non c’è, come dice qualche parlamentare, un tetto di spesa per questo genere di operazioni. Ne va, senza esagerare, della nostra sopravvivenza".
Fatto sta che le indagini, in questo passaggio cruciale, stanno prendendo varie direzioni. Da una parte c’è la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, impegnata sulla nave a Cetraro; dall’altra la Procura di Paola, che investiga su una zona radioattiva dell’entroterra. Il tutto mentre altre procure, a partire da Livorno, annunciano iniziative per sondare l’inquinamento dei loro mari. Siamo alla svolta finale?
"Siamo all’ennesimo controsenso: si disperdono le energie, invece di concentrarle. L’ideale sarebbe organizzarsi come si è fatto in Abruzzo, con un’efficiente cabina di regia. Ma il disastro calabrese, purtroppo, è meno spettacolare di un terremoto: è silenzioso, uccide giorno dopo giorno, e resta circondato dall’indifferenza nazionale".
Peggio di una fiction, visto che lei è del ramo.
"Molto peggio. E con un finale già scritto: ci saranno le indagini, molti si indigneranno, nessuno pagherà".