Antonella Scott, Il Sole-24 Ore 2/9/2009;, 2 settembre 2009
LE POSIZIONI DEI PROTAGONISTI
Paradossalmente, Stati Uniti e Iran avevano obiettivi simili nell’affrontare i colloqui di Ginevra sul programma nucleare iraniano: allontanare la minaccia di un intervento militare, e prendere tempo per disinnescare la crisi. Per il momento,l’obiettivo sembra raggiunto. Da 30 anni americanie iraniani non avevano avuto incontri a così alto livello ( nella foto sotto il vicesegretario di stato americano William Burns): la reciproca disponibilità a trovare una via d’uscita emerge anche dalla presenza in questi giornia AFP
Washington di Manouchehr Mottaki, ministro degli Esteri iraniano ( nella foto in bassoa destra)
L’offerta di Washington
A Ginevra, apparentemente, la posizione americana è meno rigida di quella europea: decisaa ricorrere alle "maniere forti" solo dopo aver esaurito ogni possibilità di persuasione,l’amministrazione Obama non aveva intenzione di minacciare nuove sanzioni, in cambio di una sospensione dell’arricchimento dell’uranioe della dimostrazione che il programma nucleare non riguarda la sfera militare. Washington intende ottenere un risultato entro la fine dell’anno:se Teheran dovesse ignorare l’offerta sono comunque in preparazione «diversi tipi» di sanzioni, in particolare il bando all’export di benzina. Una grande incognita per gli Stati Uniti è la pazienza di Israele, che per ora ha accettato di non interferire nel negoziato
Teheran chiede tempo
Pur accettando le ispezioni nel nuovo impianto di Qom, e la possibilità di acquistare uranio arricchito da un paese terzo- la Russia ha definito «attraente» l’idea-gli iraniani non mettono in discussione il diritto ad avere un proprio programma nucleare cheripetono- è unicamente destinato alla generazione di elettricità.
L’Iran vorrebbe allargare ad altri temi il negoziato con i cinque paesi del Consiglio di sicurezza dell’Onu più la Germania: più lunghee complesse le trattative, più lontana la resa dei conti
Il rigore dell’Europa
Nelle ultime settimane, la linea dell’Europa sulle sanzioni contro l’Iran si è fatta più dura: questo perché la Ue vuole escludere l’eventualità di un attacco militare contro l’Iran (nella foto in alto a destra il responsabile Ue per la politica estera, Javier Solana).
Germania, Francia e Gran Bretagna sono dunque prontea bloccare le esportazioni energetiche all’Iran - anche unilateralmente - perché questa è l’unica strada percorribile ai loro occhi, e perché si avverte la mancanza di una chiara strategia da parte americana. Ma i paesi europei hanno importanti interessi commerciali in palio: l’Italia, primo partner commerciale europeo per Teheran con sei miliardi di euro di interscambio, ha scelto di rimanere al di fuori del gruppo "5+1" per non compromettere questo legame; più di 4 miliardi di euro sono l’interscambio tra Iran e Germania. AFP
Solo di recente le compagnie energetiche europee hanno iniziato a rispettare le sanzioni americane. Non è una posizione da dare per scontata nel tempo: anche i russi puntano sul loro legame privilegiato con Italia, Germaniae Francia per dividere l’Europa dall’America.Indicativo il comportamento della Francia: l’estate scorsa Total ha iniziatoa rallentare le forniture di benzina all’Iran,sulla scia dell’avvicinamento di Nicolas Sarkozy alla linea americana. Ma AFP
in settembre il presidente ha moderato i toni sulle sanzioni: subito dopo la visita del premier François Fillon a Mosca, dove ha incontrato Vladimir Putin. Per ottobre Total ora ha in programma due spedizioni destinate a Teheran
L’ambiguità di Mosca
Il desiderio di Barack Obama di costruire un rapporto costruttivo con la Russia mette il Cremlino in una posizione complicata: i russi sono legati all’Iran da importanti interessi strategici ed economici, e vedono come un vantaggio una spina- Teheran- nel fianco degli Stati Uniti. Di fronte alle aperture americane, si giocheranno la carta iraniana puntando al massimo obiettivo: il riconoscimento della propria egemonia nell’area del Caspio e del Mar Nero. Fino ad allora, la loro posizione sulla possibilità di appoggiare le sanzioni contro Teheran sarà volutamente ambigua
Le scelte di Pechino
Le mosse di Mosca saranno seguite attentamente a Pechino: Russia e Cina condividono il desiderio di contrastare la linea americana. Entrambe sono pronte ad approfittare di un eventuale blocco delle forniture energetiche all’Iran,che ha già stretto accordi per colmare il vuoto. Ma se Mosca dovesse seguire gli Stati Uniti, approvando eventualmente le sanzioni, Pechino potrebbe decidere di non apparire isolata.
Tanto più che preferirebbe evitare nuove dispute commerciali con Washington.