Irene Brin, Corriere della sera 1/10/2009, 1 ottobre 2009
TROPPA LUCE A OSTIA PER FRANCIS, COSI’ FUGGI’ A LONDRA
«Arrivò in un febbraio, mi sembra, e credo che la contessa Pecci-Blunt lo avesse accolto nel suo palazzo all’Ara Coeli. Ci domandò subito di vedere la casa disponibile, ed era stata appena lasciata da un altro pittore, c’erano ancora negli angoli gli stracci macchiati di vernice e acqua ragia, la polvere, i giornali vecchi. Pioveva sull’orto botanico, lì di fronte, pioveva dal tetto, pioveva, attraverso il frigidaire guasto, in cucina, pioveva sulla vasca da bagno attraverso un rubinetto spanato » . Avevo anch’io la sensazione che lo studio fosse irrimediabile e per lui lo era. Ma diversamente da come credevo: «Se domani tornasse il sole, quelle palme, quelle felci... sarebbero terribilmente allegre ». Andammo ad Ostia l’indomani stesso con una serie di recapiti e con l’amico, sopraggiunto intanto. Pioveva sempre, non si poteva immaginare nulla di più miseramente suburbano. (...) Ogni volta che una portinaia o una proprietaria ci apriva l’uscio, Bacon correva verso la finestra rialzando tendine polverose o spostando persiane malferme. In genere, vedeva il muro di un altro villino, screpolato, rugginoso, altre persiane, altre tendine di pizzo. Sospirava, scrollando le spalle del giubbotto.
Non c’eravamo ancora.
Finalmente trovammo un bi-camere-doccia-uso cucina, la padrona di casa permetteva l’uso dei fornelli, lo stanzino della doccia non comprendeva altre comodità, e, soprattutto, dal balcone si vedevano solo macerie, infangate e levigate, immobili nel tempo.
L’odore era di macerie. Il rumore di macerie, il prezzo mensile, mi sembrava, diecimila lire. Comunque pochissimo, e versai un anticipo, perché Bacon voleva installarsi subito, senza tornare a Roma. Riportai in città l’amico, che avrebbe raccolto il bagaglio, e lo pregai (inutilmente) di prendere un bollitore, un fornellino, qualche provvista.
D’altronde, sarebbero state inutili. L’indomani i due inglesi vennero da me per annunciarmi che tornavano in Inghilterra, Ostia decisamente era troppo gaia, troppo mediterranea, Francis non avrebbe neppure potuto prendere un pennello in mano. Forse sarebbero tornati per la mostra di Bacon.
Invece non tornarono affatto. La mostra venne inaugurata nel 1958, e fu un vernissage incredibilmente deserto. Durante l’intero pomeriggio, a parte il postino, non venne nessuno, solo Renato Guttuso... E un ricordo che adopro, per consolarmi, quando ho poca gente ad una inaugurazione.