Morya Longo, Il Sole 24 Ore 19/09/2009, 19 settembre 2009
NO DELLA SEC AGLI ORDINI FLASH
«Il tempo è denaro», si diceva una volta. E nell’era delle Borse iper-tecnologiche non serve neanche tanto tempo per fare un pacco di soldi: bastano 30 o 50 millisecondi. Cioè mezzo batter di ciglio. Esistono infatti hedge fund americani che riescono a vedere gli ordini di acquisto e di vendita con 30 millisecondi d’anticipo rispetto a tutti gli altri investitori e, grazie a super-computer velocissimi, riescono a specularci sopra. Una pacchia, in un mercato dove due terzi dei volumi di Borsa vengono fatti da cervelloni elettronici e non da esseri umani. Ma il gioco sta per finire: proprio ieri la Sec, cioè l’Autorità di vigilanza Usa, ha infatti proposto di bandire i cosiddetti "flash-orders", cioè le speculazioni di questi hedge fund. Se la proposta andrà in porto, come vuole il mondo politico americano, non potranno più vedere gli ordini di Borsa in anticipo. Dovranno aspettare 0,03 secondi in più.
I "flash order" sembrano più temi da film di fantascienza che operazioni concrete. Eppure, pur rappresentando una piccola fetta di tutte le compravendite di azioni sui listini americani (appena il 2,8%), esistono nella realtà. E c’è gente che ci vive sopra. In America la legge prevede che quando un investitore immette in Borsa un ordine di acquisto o vendita, la Borsa deve "girare" quell’ordine su un altro mercato se in quel momento non trova al suo interno un altro investitore con un ordine di segno opposto e di prezzo compatibile. In parole povere: se un fondo vuole comprare 10mila azioni Citigroup a 4,3 dollari e immette l’ordine a Wall Street, ma in quel momento non esiste su quel mercato nessun investitore disposto a vendere la stessa quantità di azioni a un prezzo comparabile, allora la Borsa di New York è costretta a passare l’ordine su qualche altro mercato. Lo prevede la legge, non si scappa.
Proprio in questo passaggio si inseriscono i "flash orders". Alcune Borse hanno infatti degli accordi con alcuni investitori molto sofisticati, per cui comunicano loro con 0,03 secondi d’anticipo gli ordini non eseguiti prima di passarli su altri mercati. Questi investitori, insomma, arrivano prima di tutti. Ovviamente 0,03 secondi non basterebbero neppure a superman per decidere se comprare o vendere quelle azioni. Ma a questi hedge fund, e soprattutto ai loro cervelloni elettronici, questa frazione di secondo basta e avanza per vedere l’ordine, capire se è interessante e per guadagnarci sopra prima di tutti gli altri. Insomma: a loro bastano 0,03 secondi per muoversi e per mettersi sulla scia di un movimento di mercato che ancora deve accadere. Questi fondi, in parole povere, fanno come quei contadini che prendono l’acqua dai tubi prima che arrivi nelle case degli altri. E lo fanno, fino ad oggi, legalmente.
Il trading computerizzato è ormai molto frequente, e lo è sin dagli anni ’80. Ma questa specifica pratica resta limitata. In Europa – assicurano gli esperti consultati dal Sole 24 Ore – non è possibile metterla in pratica. Anche la Borsa di Wall Street, storicamente amante degli scambi "umani" e fredda su quelli automatici, non ha mai autorizzato i "flash orders". Il Nasdaq lo faceva, anche se marginalmente: ma proprio in questi giorni ha deciso di bandirli autonomamente. Stesso discorso per un altro listino, Bats Global Markets. Sui "flash orders", invece, ci viveva un altro listino: Direct Edge, fondato dal trentanovenne William O’Brien, figlio di uno storico trader di Wall Street. Questo listino è riuscito a "catturare" il 12% degli scambi su azioni americane, proprio consentendo tutte le compravendite più veloci degli operatori computerizzati. Anche i "flash orders".
Ma la Sec ha deciso di dire basta. Dopo le pressioni di alcuni senatori democratici, secondo i quali consentire i "flash orders" significa penalizzare tutti gli altri investitori, l’Autorità di vigilanza Usa ha proposto di bandire queste operazioni. Dopo un periodo di consultazione, verrà poi presa la decisione definitiva. «Gli investitori che hanno accesso solo alle informazioni pubbliche potrebbero essere penalizzati se altri partecipanti al mercato hanno la possibilità di vedere gli ordini in anticipo», ha commentato la presidente della Sec Mary Schapiro. L’obiettivo dell’Autorità, insomma, è di «eliminare le iniquità». Un proposito certamente nobile, in questi tempi di scarsa fiducia sulle istituzioni dei mercati. Ma che va attuato in fretta: ogni 0,03 secondi persi sono infatti soldi e soldi che se ne vanno nelle tasche degli hedge fund...
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