Cristiana Lodi, Libero 1/10/2009, 1 ottobre 2009
UN’ALTRA PERIZIA SCAGIONA ALBERTO
Anche la seconda perizia, quella sulle scarpe, scagiona Alberto Stasi dalle accuse formulate dalla procura. Il professore Francesco Ciardelli, ordinario di chimica macromolecolare all’università di Pisa, conferma al giudice che le Lacoste calzate dall’imputato potevano benissimo restare pulite, perché le macchie di sangue sul pavimento di casa Poggi erano secche e le suole delle sue scarpe ”idrorepellenti”.
Spetterà al dottor Stefano Vitelli, quando in solitudine con se stesso si chiuderà nella camera di consiglio, decidere se condannare o assolvere il ragazzo dall’accusa di omicidio. E la sentenza sarà pronunciata proprio tenendo conto dei risultati delle perizie che lui ha ordinato. Prima i periti informatici che hanno rafforzato l’alibi di Alberto: quella mattina, mentre Chiara Poggi veniva uccisa, era davanti al computer. Ha ”interagito” con la macchina elettronica dalle 9,36 alle 12, 20. La sua fidanzata ha staccato l’allarme alle 9,12. In 24 minuti non sarebbe stato possibile compiere lo scempio: lo provano anche i medici legali quando scrivono che l’azione omicidiaria è durata «decine e decine di minuti». L’avvocato della famiglia Poggi ha fabbricato un video amatoriale, ipotizzando uno scenario che non sta in piedi: l’assassino che agisce in 7 minuti. Tant’è che il giudice non ha acquisito il filmato a processo. Stefano Vitelli fin da subito ha dimostrato di essere un magistrato corretto e scrupoloso, potrebbe dunque fissare un’udienza e decidere formalmente in quella sede di ridurre quel video a carta straccia. Ha già respinto altre richieste avanzate dall’avvocato di parte civile e non si esclude rispedisca al mittente anche la proposta (che illegale dichiara di voler fare ) di invalidare la perizia dei medici legali. « stato fissato un calendario di incontri con i consulenti delle parti, tutto è andato rispettato», spiegano i medici legali. Di più: «ogni passo è stato concordato col giudice stesso». Sarebbe dunque assurdo anche solo proporre di invalidare le conclusioni del dottor Lorenzo Varetto, che insieme con Fabrizio Bison e Carlo Robino, demolisce tutte le accuse formulate contro Alberto. Dal sangue (mai esistito) sui pedali della sua bici, fino ai tempi di esecuzione del delitto; per non parlare delle scarpe che potevano restare immacolate e del portasapone senza traccia di emoglobina.
Il procuratore della Repubblica di Vigevano, Alfonso Lauro, scrive l’agenzia di stampa: «è irritato e si lamenta per il troppo spazio dato dalla stampa alle conclusioni dei periti». E da oggi, forse, «vieterà la diffusione di altre conclusioni contenute nelle perizie che saranno depositate». Conclusioni del tutto favorevoli all’imputato. Come quelle a cui è arrivato il professore Nello Balossino e che saranno consegnate il 14 ottobre. Ne abbiamo scritto diffusamente ieri e lo ribadiamo: in casa Poggi sono state trovate orme appartenenti a persone fra loro diverse. Sono quelle di chi ha ucciso Chiara. Orme del tutto incompatibili con le scarpe di Alberto, perché sono molto più piccole, come fossero di donna. Orme di due diversi soggetti: segno che l’omicida non era solo. Nello Balossino le ha scoperte e ha riferito al giudice. Stefano Vitelli ha ordinato al professore di sottoporre le sue conclusioni ai consulenti. Per confermarle, acquisirle e portarle in aula. Il processo ricomincia il 17 ottobre.