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 2009  ottobre 01 Giovedì calendario

IL FISCO INDAGA SU TRE MILIONI DI BENETTON ALL’ISOLA DI MAN


Cominciano a essere parecchi i guai fiscali per la Benetton. Che in questo periodo ha un bel po’ a che fare cob l’amministrazione finanziaria. Tra le grane tributarie del gruppo di Ponzano Veneto, infatti, non c’è solo la condanna da tre milioni di euro per operazioni in un paradiso fiscale nel 2003. Perché gli 007 delle Entrate stanno indagando su un secondo filone, relativo al biennio 2006-2007, per oltre 100 milioni di euro .

Fatto sta che la commissione tributaria di Treviso, secondo quanto riportato ieri dal Corriere Veneto, ha disposto che il colosso industriale dovrà versare all’erario complessivamente tre milioni di euro per aver dedotto nel 2003 dei costi sostenuti a favore di due società con sede nell’isola di Man, cioè un paradiso fiscale..

I magistrati tributari hanno ritenuto che rimane indimostrato «l’interesse economico del gruppo Benetton a dedurre i costi delle operazioni con soggetti residenti in paesi a fiscalità privilegiata». In sostanza, «non è stato dimostrato l’interesse economico dell’operazione». Da parte sua, il professor Raffaele Lupi, del collegio dei legali del gruppo , ha sottolineato che la questione dell’isola di Man è semplice: «si tratta di valori registrati in contabilità, alla luce del sole, alla portata di qualsiasi controllo». Motivazioni, quelle segnalate da Lupi, che potrebbero costituire il presupposto per un ricorso in appello alla commissione regionale.
elusione abituale

Sembra chiuso, invece, il caso delle sponsorizzazioni sportive su cui era stato avviato un accertamento ad hoc da parte degli 007 del fisco. Ma il braccio di ferro con l’Erario non è finito. Un altro fascicolo, infatti, secondo indiscrezioni circolate ieri, è stato aperto dall’agenzia delle Entrate su una società del gruppo per una presunta elusione fiscale tra gli anni 2006-2007 di oltre 90 milioni di euro e per una presunta evasione di altri 20 milioni di euro. Che calcolatrice alla mano fa 110 milioni. Una cifra di tutto rispetto sulla quale si aprirà una dura battaglia legale.

Questa seconda vicenda riguarderebbe, nel dettaglio, la Bencom. Una srl gestirebbe i rapporti con le società affiliate estere del Gruppo Benetton. La società controllata, stando alle ipotesi emerse nel corso degli accertamenti compiuti a suo tempo da organi investigativi finanziari, avrebbe presentato una dichiarazione fiscale in cui sarebbero stati evidenziati costi indeducibili per operazione elusive con altre società affiliate oltreconfine senza che avessero alcuna valida ragione economica. Alla Bencom sarebbero stati contestati anche quattro milioni di euro per anno dal 2004 al 2007 di costi non deducibili per sponsorizzazioni alle squadre Benetton Rugby, Volley e Basket. Ma in questo caso la partita sembra già chiusa. ,Mentre altri circa cinque milioni di media all’anno di presunta evasione per operazioni di soggetti residenti in paesi off shore, senza però dimostrarne l’effettiva esistenza.
sedi estere sotto tiro

Nel mirino del fisco, anzitutto, ci sono le sedi estere del gruppo. Prima della riforma Tremonti, Benetton aveva costituito in Spagna, Francia, Inghilterra e Belgio, società le cui perdite potevano essere dedotte ai fini fiscali in Italia. Nel 2004, con la riforma, non era più possibile farlo e così, stando alle contestazioni, la Benetton avrebbe cambiato strutture societarie delle filiali estere con il solo scopo di beneficiare del vantaggio fiscale. Nel 2005 l’Ufficio delle Entrate aveva archiviato una presunta elusione della società trevigiana Edizioni Holding, controllata dalla famiglia Benetton, per 3.750 miliardi di lire ed era riferito alla vendita di azioni Sme in possesso della Edizioni Holding.