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 2009  ottobre 01 Giovedì calendario

Santoro non c’entra, è la Rai che va privatizzata - Le risse sulla trasmissione di Santoro o su quella della Dandini lasciano il tempo che trovano

Santoro non c’entra, è la Rai che va privatizzata - Le risse sulla trasmissione di Santoro o su quella della Dandini lasciano il tempo che trovano. Esse contribuiscono a eludere il vero problema: la privatizzazione della Rai e l’eliminazione del canone obbligatorio. Nel momento in cui i giornalisti scendono in piazza per protestare contro il supposto restringimento della libertà di stampa in Italia, esce, paradossalmente, con grande successo e senza bisogno di grandi capitali, un altro quotidiano, il Fatto di Padellaro e Travaglio. Ma gli stessi giornalisti che si sentono imbavagliati, sopportano senza dire una parola lo scandalo, lo scandalo vero, della tv di stato, che è in palese contraddizione con la libertà di stampa. Primo, perché la stampa nasce come un contro-potere rispetto al potere politico. Non a caso, i media vengono denominati «quarto potere». Pertanto se, come nel caso della Rai, essa dipende dal potere politico presente in parlamento, essa è asservita ad esso. La Rai è strutturalmente ridotta ad essere, più che un contropotere, un micio della politica. Il secondo e ancor più grave motivo è che spetta ai cittadini il diritto inalienabile di scegliere come informarsi e come divertirsi. Con il canone obbligatorio alla Rai invece, lo Stato è come se obbligasse, a spese dei cittadini, l’abbonamento a l’Unità o al Secolo d’Italia o a qualsiasi altro giornale. Sarebbe (ed è) un obbrobrio di stampo sovietico che accettiamo solo perché, purtroppo, ci siamo abituati. E ci siamo abituati perché in Europa, dove nacque la radio, di cui si impossessarono subito Mussolini e Goebbels per indottrinare masse di analfabeti, nacque, allora, il convincimento che la radio fosse l’arma capace di cambiare il cervello alla gente, una sorta di bomba atomica mediatica che quindi non poteva che essere gestita dallo Stato. La tv, aggiungendo alla radio le immagini, ha subìto lo stesso trattamento. Ma adesso, nell’epoca di internet, si sa per certo che la radio e la tv sono dei media come gli altri anche se potenti. Il loro futuro quindi deve essere lasciato alle libere scelte dei consumatori. Per realizzare questo schema liberale, e anti-sovietico, la Rai deve essere totalmente privatizzata per creare un pluralismo vero che, nell’epoca delle piattaforme, ha anche il supporto tecnico per realizzarsi. La situazione attuale è di sopraffazione dei cittadini da parte di tutti i partiti istituzionalmente organizzati, ai quali, al di là delle finte indignazioni, sta bene l’esproprio di libertà che il canone obbligatorio Rai produce. Si indignano infatti, non contro la Rai, ma perché la Rai non è solo loro. Tutto qui. Della libertà di scelta dei cittadini se ne fanno, tutti, un baffo.