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 2009  ottobre 01 Giovedì calendario

SPECIALE SALONE DELLA NAUTICA DI GENOVA


«E’ tornata la voglia di cambiare barca» -

Norberto Ferretti, presidente di Ferretti Group, una previsione per il futuro del settore.
«La passione per la nautica e per il mare non scompariranno e dunque il mercato è destinato a riprendersi. Credo che ciò avverrà abbastanza presto. In tutte le crisi passate il mercato degli yacht è stato quello a soffrire per ultimo e a riprendersi prima degli altri. Anche se forse non torneremo mai più ai livelli del 2007-2008, quando si viveva una nautica di eccessi incredibili».

Chi ha sofferto di meno?
«Sicuramente chi produce imbarcazioni molto grandi».

Ci sono segnali di ripresa?
«Leggeri, ma si avvertono. La voglia di cambiare la barca c’è, cosa che risultava impensabile appena qualche mese fa».

Il 2010: che anno sarà?
«Non sarà facile perché ci sono stock di invenduto. Le aziende inoltre dovranno ristrutturarsi».

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«Non si respira più un clima di disfatta» -

Paolo Vitelli, presidente del Gruppo Azimut-Benetti, la crisi sta davvero finendo?
«Il fondo è stato toccato ed è iniziata la risalita. Per il settore nautico sono più ottimista che per l’economia in generale. I nostri potenziali clienti hanno perso di pudore e la vergogna a comprare, perché non si respira più il clima di disfatta che c’era qualche mese fa. Non pensano più che il mondo crollerà. Eppoi, sebbene controllato, è ripreso l’accesso al credito».

Quali mercati le sembrano più ricettivi in questo momento?
«Sembrerà strano, ma in Europa quello che dà maggiori segni di vitalità è il mercato italiano. Restano più statiche le altre nazioni del vecchio Continente. vivace invece la crescita in Brasile. Negli Usa si sta risvegliando la Florida, mentre resta pesante la situazione in California. Piccoli cenni di ripresa anche dalla Russia e dalla Cina e dall’India».

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«Il business riprenderà più selettivo» -

Massimo Perotti, presidente di Sanlorenzo, che cosa è emerso in questi mesi difficili?
«Parlando con i nostri clienti, gente indubbiamente ricca e con personaggi di vertice nell’economia, sono arrivato a una conclusione: il mondo è cambiato. L’economia che conoscevamo ha fallito. Ci sono delle opinioni nuove, emerse soprattutto nell’Europa mediterranea, che sottolineano che non basta più il mercato ma occorre un’apertura al sociale. Restano della vecchia opinione che l’economia di mercato regola tutto soltanto gli americani e gli inglesi. Ci saranno più tasse e una maggior lotta all’evasione».

Dunque?
«Tutto ciò farà arrivare meno denari al settore nautico. Quindi meno vendite facili, meno acquirenti dell’ultimo momento, più attenzione all’ecologia, più sobrietà, meno esibizionismo. Il mercato si riprenderà, ma sarà più selettivo».