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 2009  ottobre 01 Giovedì calendario

Berlusconi apre agli incentivi auto - Marchionne chiama, Berlusconi risponde. L’ultima uscita dell’amministratore delegato Fiat a proposito della necessità di rinnovare il piano di aiuti statali al settore auto anche per il 2010 («senza incentivi, alcuni impianti sono a rischio», è stato l’avvertimento lanciato dal manager due giorni fa), ha trovato ieri una sponda immediata nel premier, che parlando a Sky Tg24 ha lasciato più di una porta aperta al rinnovo degli incentivi

Berlusconi apre agli incentivi auto - Marchionne chiama, Berlusconi risponde. L’ultima uscita dell’amministratore delegato Fiat a proposito della necessità di rinnovare il piano di aiuti statali al settore auto anche per il 2010 («senza incentivi, alcuni impianti sono a rischio», è stato l’avvertimento lanciato dal manager due giorni fa), ha trovato ieri una sponda immediata nel premier, che parlando a Sky Tg24 ha lasciato più di una porta aperta al rinnovo degli incentivi. «Abbiamo già fatto un intervento molto positivo, che ha sostenuto non solo il settore dell’auto ma anche altri settori come quello degli elettrodomestici», ha spiegato Berlusconi. «Se a fine anno si riscontrerà la necessità o la convenienza di ripresentare questi provvedimenti, il governo non si tirerà indietro». La posizione del governo era nell’aria (il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola nei giorni scorsi aveva definito «auspicabile» un intervento a favore del settore auto) e ovviamente è stata accolta in maniera molto positiva dai vertici del Lingotto. Le parole di Berlusconi sono «incoraggianti, ho apprezzato quello che ha detto. Siamo disposti a lavorare con il sistema per trovare una soluzione al problema incentivi per l’anno prossimo e per il 2011», ha fatto sapere Marchionne a stretto giro di posta. Per il manager italo-canadese infatti è necessario che il sostegno all’acquisto di nuove auto sia esteso per un paio d’anni con sovvenzioni che vadano calando in modo graduale. Uno stop troppo brusco delle sovvenzioni, è il ragionamento, porterebbe a una contrazione troppo severa nei dati sul confronto delle vendite anno su anno. Con il rischio di creare conseguenze pesanti sulla gestione aziendale e sull’andamento del titolo Fiat in borsa. Le richieste al governo però non si fermano agli incentivi. Secondo Marchionne, servirebbe anche una Tremonti-ter (legge che agevola la detassazione degli utili re-investiti) per gli investimenti in veicoli commerciali e industriali, in modo da rilanciare la filiera produttiva dei mezzi di trasporto commerciali che è in profonda crisi e che rappresenta il comparto a maggior valore aggiunto del settore auto. «Sarebbe una boccata d’ossigeno non solo per l’industria del settore ma anche per centinaia di migliaia di persone che lavorano con questi mezzi: artigiani, commercianti e autotrasportatori», ha spiegato Marchionne. Sul versante industriale, il manager ha confermato che l’andamento del terzo trimestre è in linea con le previsioni, spiegando che le vendite di auto in Europa a fine 2009 dovrebbero scendere a 13,5 milioni, il 7,5% in meno rispetto all’anno scorso. In Italia nel 2010 senza incentivi il mercato dovrebbe scendere sotto i 2 milioni di unità con un calo di 600 mila rispetto a un anno record come il 2007. Ieri intanto è emerso che la Fiat non rinnoverà il contratto con Magna per la costruzione di auto Chrysler in Europa, le quali verranno fabbricate dall’impianto dell’ex Carrozzeria Bertone. Infine, sempre ieri è stato ufficializzato l’ingaggio di Fernando Alonso come pilota Ferrari per le prossime tre stagioni.