Vincenzo Amato, La Stampa 01/10/09, 1 ottobre 2009
La mensa scolastica dei separati a tavola - Stessa classe, stesso refettorio. Ma vassoi diversi: un bambino mangia i tortellini, il suo compagno di banco ha la pasta al pomodoro; uno ha la pesca, l’altro la banana
La mensa scolastica dei separati a tavola - Stessa classe, stesso refettorio. Ma vassoi diversi: un bambino mangia i tortellini, il suo compagno di banco ha la pasta al pomodoro; uno ha la pesca, l’altro la banana. Non è la scelta di una mensa scolastica più raffinata dalle altre, ma un obbligo legato al denaro: se i genitori hanno comprato i buoni pasto della scuola, quest’anno più cari che nel passato, c’è il menù ufficiale. Se la famiglia non ha pagato in tavola ci va il menù surrogato, fornito dal Comune a prezzo più basso. Non è una questione di qualità, le due proposte non sono poi così differenti, ma da sempre i bambini soffrono quando si sentono diversi dagli altri. Immaginate che effetto può avere sentirsi dire, a sette-otto anni: «Tu questo non lo puoi mangiare perché il tuo papà non ha pagato»... Succede ai 127 alunni (dalla materna alle medie) di Orta San Giulio, un borgo medievale adagiato sul lago dove si è aperto un braccio di ferro tra il municipio e «Villa Serena», la società che gestisce la casa di riposo dove fino all’anno scorso venivano preparati i pranzi per i bambini. Da qualche mese la cucina è inagibile, e la società ha dovuto rivolgersi a una ditta di catering. Siamo al 14 aprile ed il servizio va avanti sino alla fine dell’anno scolastico. Poi il braccio di ferro tra amministrazione comunale e società Villa Serena riprende. una questione di prezzo. «Il Comune - dice Lorenzo Ferrari amministratore di Villa Serena - non ci ha autorizzati a effettuare i lavori di sistemazione e noi, dovendo rivolgerci a una società esterna, abbiamo chiesto un adeguamento di prezzo». Pronta la replica del sindaco di Orta Cesare Natale. «Vogliono quindici euro più Iva per ogni pasto - dice - ma non esiste! In quale scuola d’Italia ci sono ragazzini, compresi bimbi di un anno e mezzo, che pagano quindici euro per pranzare!». In mezzo allo scontro, molte famiglie sconcertate che non sanno che cosa fare. Nemmeno quando Villa Serena scende di prezzo e propone 5 euro e venti centesimi. «Vorrei ricordare che da parte nostra c’è sempre stata volontà di andare incontro alle esigenze degli utenti - dice Ferrari - Ma un ritocco ai prezzi era inevitabile». Il sindaco non ci sta. E qui parte la guerra dei centesimi, combattuta a suon di lettere e raccomandate. Il Comune propone un adeguamento Istat rispetto al prezzo praticato lo scorso anno che porta il costo dei buoni pasto a 4 euro e 25. Villa Serena non si piega e insiste: 5 euro e 20 per ogni buono mensa, non un soldo di meno. Risultato: all’inizio di quest’anno scolastico, soltanto una piccola minoranza dei bambini aveva il ticket regolamentare, gli altri stavano a guardare il pranzo dei compagni, aspettando che le mamme arrivassero trafelate con la pizza calda in mano. Qualche giorno di tensione e il Comune interviene. «Ci siamo rivolti ad una ditta che ha fornito i pasti - spiega il sindaco Natale - ovviamente diversi da quelli portati da Villa Serena. Era immorale far restare bambini senza mensa o costrigere genitori a fare salti mortali per portare pranzo a scuola. C’erano troppi malumori». Più che malumori erano proteste feroci, con tanto di lettera sottoscritta da un centinaio di famiglie. «Ma la colpa non è nostra - torna a ribadire Ferrari -. All’inizio dell’anno scolastico abbiamo fornito pasti anche a chi il buono non lo aveva. Abbiamo chiesto al Comune di far fronte al problema delle famiglie indigenti perché ci sono persone in arretrato anche di centinaia di euro». Così da alcuni giorni i bambini vanno a tavola con pietanze diverse tra chi ha il buono pasto di Villa Serena e chi ha invece il pranzo servito dalla ditta alla quale intanto si è rivolto il Comune per evitare che i bambini restino a stomaco vuoto. Da lunedì però si cambia nuovamente. E certo non in meglio. Il Comune, che ha comunque un contratto con Villa Serena, non potrà più effettuare il servizio di mensa sostitutivo che ha svolto in questi giorni ed i bambini dovranno servirsi del pasto di Villa Serena. E così proprio ieri i genitori si sono visti recapitare dalla scuola una lettera in cui si ricorda che senza buono pasto non si mangia. Salvo portarsi il cibo da casa, come più di una mamma ha deciso di fare. E poco importa se il compagni di banco avrà la cotoletta o la coscia di pollo.