Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 01 Giovedì calendario

Graziella Silvestri, 47 anni. Romana, disabile e malata di mente dalla nascita, era la figlia di Luigi Silvestri, 76 anni, e di Maria, 72, «persone semplici, splendide, sorridenti, gentili», che cinque anni fa avevano visto morire di cancro la primogenita Sandra

Graziella Silvestri, 47 anni. Romana, disabile e malata di mente dalla nascita, era la figlia di Luigi Silvestri, 76 anni, e di Maria, 72, «persone semplici, splendide, sorridenti, gentili», che cinque anni fa avevano visto morire di cancro la primogenita Sandra. La mattina di mercoledì 30 settembre il Silvestri, che da tempo era angosciato dalla sorte di quella figlia sfortunata dopo la sua morte («Finché ci sono io non ci sono problemi, ma quando non ci sarò più chi guarderà Graziella?») ritirò le analisi che gli confermavano un cancro alla prostata. Subito dopo tornò a casa, aspettò che la moglie fosse uscita per fare la spesa, quindi prese in braccio Graziella, la portò in cucina, e acciuffandole i lunghi capelli le tenne la testa pigiata nel lavandino pieno d’acqua finché non smise di respirare. Poi adagiò il cadavere sul pavimento, aprì una finestra e si buttò di sotto, andando a schiantarsi tra gli ombrelloni del bar dove ogni mattina, da una vita, comprava il latte e beveva il caffè. Volo di cinque piani. Verso le 12.30 di mercoledì 30 settembre in via Bellegra 104, quartiere Prenestino, a Roma.