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 2009  ottobre 01 Giovedì calendario

SOLO MET RISPONDE ALL’APPELLO

Trecentomila domande. «Se fossero tutte accolte regolarizzerebbero circa metà delle situazioni, ma non tutte lo saranno e rimarrà clandestina la maggioranza di chi era irregolare alla fine di agosto. Badanti soprattutto». L’Irs, Istituto per la ricerca sociale che da anni studia questo segmento del mercato del lavoro, si sbilancia fino a considerarla un’emersione a metà. Per le Acli il 30-40% delle famiglie ha buttato la spugna per diversi motivi: il limite di reddito richiesto, il minimo di 20 ore lavorative - che ha inciso sulle colf con più datori di lavoro – e il requisito dell’alloggio. Ma l’ostacolo più grande è la "busta paga" regolare: «Quando prendevano atto dei costi effettivi del rapporto di lavoro e i diritti conseguenti, le famiglie tornavano sui propri passi ». Anche Assindatcolf fa il bilancio degli esclusi: «Circa 200mila lavoratori e lavoratrici non hanno avuto accesso all’emersione di questi giorni – precisa Teresa Benvenuto ”,molti datori non hanno voluto presentarla nel timore delle conseguenze legate a un eventuale rigetto della domanda per situazioni pregresse del lavoratore difficilmente conoscibili».
La sanatoria decisa a metà luglio dal Governo ha consentito due strade: il rilascio del permesso di soggiorno solo alle colf e badanti straniere, la regolarizzazione contributiva all’Inps per le lavoratrici italiane o comunitarie occupate in nero. Per tutto settembre ci sono state contrattazioni serrate, condite di ricatti e compromessi ( e qualche licenziamento improvviso). Le trattative si sono chiuse ieri con un risultato deludente: meno della metà delle famiglie interessate ha fatto il salto, trasformandosi in una piccola azienda che ha trattato come fosse un vero "datore di lavoro" su tutti gli aspetti delicati del contratto: lo stipendio, i contributi in base al livello, alle mansioni e all’orario.L’altro 50%ci ha provato, ma alla fine ha desistito. Meglio sfidare il nuovo reato di clandestinità (rischiando l’ammenda e l’espulsione per la collaboratrice familiare) e continuare a ignorare le maxi-sanzioni.
«L’area della clandestinità nel lavoro domestico riguarda almeno 600mila persone – sottolinea Sergio Pasquinelli dell’Irs ”, e si tratta di una stima molto cauta. Le famiglie non hanno visto benefici sufficientida giustificare i costi di un’assunzione regolare, con ciò che ne consegue: il pagamento dei contributi, il rispetto di un sistema di diritti e di doveri. Il rischio di diventare penalmente perseguibili per molti non ha rappresentato un incentivo sufficiente a regolarizzarsi».