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 2009  settembre 30 Mercoledì calendario

ISTAT: RIDOTTE DEL 71% LE ORE DI SCIOPERO

Effetto "crisi" sui conflitti di lavoro. Tra gennaio e giugno – complice la congiuntura fortemente negativa – si è scioperato di meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L’Istat, in un’analisi periodica, evidenzia che a causa di agitazioni sindacali non si è lavorato complessivamente per 941mila ore, con un calo del 71,4% rispetto ai primi sei mesi del 2008. Tra le motivazioni delle proteste l’incidenza maggiore è dovuta alle "altre cause" ( 32,2%), seguono le rivendicazioni economiche, il licenziamento e la sospensione dei dipendenti (ciascuna con il 23,2%). L’Istat si sofferma anche sulla conflittualità nelle grandi imprese rilevata nel mese di luglio, registrando 1,3 ore di sciopero per mille ore lavorate (-0,4 ore rispetto allo stesso mese del 2008). Anche il confronto complessivo tra l’andamento nei primi sette mesi del 2009 e lo steso periodo dell’anno precedente segna un calo di 0,2 ore di sciopero per mille ore lavorate. L’impatto maggiore delle agitazioni si è avuto nell’industria, dove a luglio le ore di sciopero sono state pari a 2,3 per mille ore lavorate (+0,4 ore rispetto a luglio 2008). Sempre nell’industria nel confronto tra i primi sette mesi del 2009 e del 2008 emerge un calo di 0,9 ore di sciopero per mille ore lavorate. Mentre tra le grandi imprese dei servizi, il numero di ore di sciopero a luglio è stato pari a 0,7 per mille ore lavorate, con una diminuzione di 0,8 ore rispetto allo stesso mese del 2008 e un aumento di 0,3 ore nel confronto tra il periodo gennaioluglio 2009 e lo stesso periodo del 2008.
Il calo della conflittualità fotografato dall’Istat è «fisiologico » per la segretaria confederale della Cgil, Susanna Camusso: «Rispetto allo scorso anno è diminuito il lavoro – sostiene – basta vedere i dati sulla disoccupazione e sulla Cig. Inoltre i principali negoziati per i rinnovi contrattuali sono iniziati dopo l’estate, fatta eccezione per gli alimentaristi che hanno scioperato in agosto». Per i prossimi mesi, secondo la Camusso, lo scenario è all’insegna dell’incertezza: «Per gestire la crisi vanno definiti strumenti condivisi – continua ”, vanno cercate soluzioni condivise ai tavoli contrattuali. C’è l’esempio positivo della vertenza degli alimentaristi chiusa unitariamente. Ma se si sceglie di escludere la Cgil, come sta accadendo al tavolo dei metalmeccanici, è inevitabile il conflitto». Il riferimento è allo sciopero di 8 ore indetto dalla Fiom per il 9 ottobre.
Diverso il commento del leader della Cisl, Raffaele Bonanni: «Noi non viviamo di sciopero, ma di soluzione dei problemi », sostiene. Bonanni sottolinea che la Cisl «con gli imprenditori, assieme agli altri sindacati che hanno seguito la nostra linea, abbiamo puntato agli ammortizzatori per tutti, ma anche ai sostegni alle imprese, perché non licenziassero ». «Questo», conclude Bonanni, «ha creato un clima di cooperazione che ha favorito la voglia do concentrarsi sui problemi veri, su come gestire la crisi. I lavoratori hanno capito e hanno capito anche gli imprenditori ». Per Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della FiomCgil, dietro questi numeri «c’è solo la perdita del posto di lavoro, la paura e anche una debolezza sindacale a cui noi cerchiamo di fare fronte».