Alessandro Marchetti,Libero 30/09/2009, 30 settembre 2009
DOPO LE TRE DEL POMERIGGIO, C’E’ UN MAGISTRATO SU DIECI
Corridoi deserti, uffici chiusi, silenzio di tomba. Non è l’atmosfera di un liceo il giorno dopo l’esame di maturità: è la cittadella giudiziaria di piazzale Clodio. A Ferragosto? No, a fine settembre. «Alle 14 al Tribunale di Roma mi hanno detto che non c’è nessuno», ha dichiarato ieri il ministro Brunetta. Difficile smentirlo. Avvicinarsi, alle 14 di un martedì, ai due grandi cancelli di via Golametto 11, nel quartiere Prati, significa incontrare un flusso di umanità varia, pronta per tornarsene a casa: addetti alle pulizie, personale amministrativo, avvocati. E magistrati. I più hanno l’aria di chi ha fatto presenza: in gran parte mattutina, e molto spesso non controllata. Intanto, nei tre edifici in cui è divisa la struttura (A, B, C), di tornelli neanche l’ombra. «Il pomeriggio le segreterie sono chiuse, poi certo, dipende da chi cerca..», spiega una delle pochissime dipendenti in giro alle 15. D’altronde, non c’è bisogno di immaginazione: su buona parte delle stanze degli ottantatre sostituti procuratori di Roma, sta in bella vista un avviso: ”...gli avvocati si ricevono il giovedì dalle 9 alle 10”. Punto e basta. Per il resto, un pubblico ministero può lavorare anche a casa. Dove, volendo, si può aiutare il figlio piccolo a fare i compiti, scendere allo spaccio sotto casa o ricevere l’idraulico per una perdita. Dei circa diciotto pm che hanno ufficio, segreteria e cancelleria al quarto piano dell’edificio B, la presenza dopo le 15 è all’incirca del 10 per cento. Uno, al massimo due sgobboni che, assieme a una manciata di segretarie e dirigenti della cancelleria, appaiono nei lunghi androni. Un avvocato penalista che al tribunale di Piazzale Clodio lavora tutti i giorni racconta: «I magistrati giudicanti (nel pomeriggio, ndr) ci sono, perché i ruoli d’udienza sono molto carichi. Udienze fissate alle 9 si protraggono sino al pomeriggio. Il problema degli assenti riguarda gli inquirenti. La maggior parte dei pubblici ministeri nel pomeriggio è irrintracciabile. Non timbrano alcun cartellino, arrivano a Piazzale Clodio quando vogliono. Tanti fanno sapere di ricevere solo su istanza e fissano, per ricevere le parti, orari stabiliti in determinati giorni della settimana. Che poi, guarda caso, sono gli stessi giorni nei quali, di solito, si mettono in ferie». Poco male, si può pensare: due settimane d’estate non si negano a nessuno. Un magistrato ordinario ha 51 giorni di ferie retribuite all’anno (prima del 1979 erano 60), che, in teoria, non dovrebbero comprendere l’ultima settimana di settembre. «La Procura presso il Tribunale però ha altri uffici: al secondo e al terzo livello dell’edificio C», continua la segretaria uscendo. Altro edificio, stessi ritmi. Ci si sente soli nei corridoi, dove il rumore lo fanno solo i due addetti all’impianto di condizionamento. «Stiamo qua dalle due (di pomeriggio,ndr) ma in giro non c’è nessuno», raccontano. Se si scende all’ingresso dell’edificio A, dalle 14 alle 16, transitano in media cinquanta persone. Qualcuno che passa il badge si vede. Una signora, davanti la macchinetta, lo cerca per cinque minuti. Prima però, poggia due sacchetti della spesa su una sedia.