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 2009  settembre 30 Mercoledì calendario

DOMANDE E RISPOSTE COME SI ASSEGNA IL PREMIO OSCAR?


«Baarìa» di Giuseppe Tornatore rappresenterà il cinema italiano ai prossimi premi Oscar (7 marzo 2010). Com’è stato selezionato?
Secondo il regolamento dell’Academy, ogni Paese può sottoporre un film nella sua lingua che dev’essere stato visto nei cinema di quel Paese per almeno una settimana, nel nostro caso, tra il 1° ottobre 2008 e il 30 settembre 2009. Per arrivare alla scelta, l’Italia si è affidata a una commissione composta da 14 addetti ai lavori: registi (Lina Wertmuller e Paolo Sorrentino), giornalisti e critici (Alberto Barbera, Fulvia Caprara e Piera Detassis), produttori (Pio Angeletti, Aurelio De Laurentiis, Valerio De Paolis, Nicola Giuliano, Fulvio Lucisano, Andrea Occhipinti, Domenico Procacci e Riccardo Tozzi) e, infine, il direttore generale per il Cinema al ministero, Gaetano Blandini.
Quali erano gli altri film in lizza?
Il Grande sogno di Michele Placido, Vincere di Marco Bellocchio, Fortapasc di Marco Risi e Si può fare di Giulio Manfredonia.
E adesso cosa succede? Come si arriva alla nomination e poi alla possibilità di vincere la statuetta?
Le nomination verranno annunciate il 2 febbraio, ma per arrivarci c’è un percorso molto complesso. Il primo passo è l’esame del Foreign Language Film Award Committee, un organismo composto da 300 persone. Sono membri dell’Academy, volontari generalmente non più attivi nel cinema e che dunque tendono ad avere un’età media avanzata.
Giudicano loro tutti i film?
L’anno scorso erano in lizza 67 film stranieri e quest’anno si prevede un numero analogo. L’Academy ha dunque deciso di dividere il comitato in quattro gruppi, definiti da un colore: rosso, verde, bianco e blu. Ogni giurato è tenuto a visionare tutti i film assegnati al suo gruppo, in una delle sale dell’Academy a Los Angeles e anche a New York, dove risiedono molti giurati. Un giurato del gruppo rosso può, per esempio, vedere un film «blu», ma il suo voto varrà la metà. E se un giurato ha già visto un film, per esempio a Venezia nel caso di Baarìa, deve firmare un «affidavit» dichiarando quando e dove l’ha fatto. Alla fine di ogni proiezione (di solito due al giorno, nel week-end) ogni giurato esprime il suo giudizio, dando un voto che va da 6 a 10. Poi si mettono assieme tutte le schede, si divide il voto per il numero di votanti su ciascun film e vengono scelti sei titoli.
Sei? Le nomination non sono cinque?
Sì, ma in mezzo c’è un ulteriore passaggio. Negli ultimi anni l’Academy ha ignorato film importanti come Tutto su mia madre o City of Gods. Per evitare che si ripeta un’imbarazzante esclusione è stata costituita una seconda commissione, l’Executive Committee, formata da 20 persone che, se necessario, hanno il potere di aggiungere ai sei altri tre film, per un totale di nove. Poi entra in gioco un nuovo comitato, scelto dall’Executive e costituito da 30 membri, 20 a Los Angeles e 10 a New York, che determina i cinque finalisti. un comitato di nomi importanti, che per esempio l’anno scorso ha incluso personaggi come Jonathan Demme, Nora Ephron, John Turturro e Keanu Reeves.
Ora resta la fase finale, dai cinque nominati al vincitore dell’Oscar.
Qui la giuria cambia un’altra volta, nel senso che nella fase finale tutti i membri dell’Academy hanno diritto di voto. Resta naturalmente la precondizione di avere visto tutti e cinque i film candidati, o in una proiezione nelle sale dell’Academy o, su giuramento, in altre sale.
Se un film partecipa come miglior film straniero, può competere in altre categorie? In altre parole, Tornatore può gareggiare come miglior regista? O Ennio Morricone come miglior compositore?
Sì, ma a condizione che il film sia stato visto a Los Angeles per una settimana in un cinema a pagamento nel periodo tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2009.
Un Oscar si può comprare?
Un Oscar ha molto valore, vincerlo significa entrare nella leggenda del cinema. E vale anche molti soldi, nel senso che per un attore, un regista o anche solo per un tecnico del suono, vuol dire ottenere cachet più alti. Per un film in lingua straniera significa anche girare il mondo con la corona di «Oscar winner», una specie di marchio di qualità. Attorno all’Oscar ruotano insomma grandi interessi. Strateghi e consulenti montano elaborate e spesso costosissime campagne, che si manifestano in ricevimenti e bombardamento pubblicitario sui giornali specializzati. Aiuta, naturalmente, se il film fa discutere. Ma non sempre: Gomorra, l’anno scorso, era il film straniero più controverso. Ma l’Award Committee non l’ha selezionato. E l’Executive non l’ha ripescato.